“La neve non è una novità assoluta sul Vesuvio e non è accettabile che non ci siano spalaneve a disposizione del Parco nazionale per far fronte a emergenze come quella di queste ore”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale “nei prossimi approvvigionamenti di mezzi da mettere a disposizione della protezione civile regionale è opportuno prevedere anche l’acquisto di uno o più spalaneve da mettere a disposizione di quell’area”.

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Riunione straordinaria ieri sera, presso il municipio di Ottaviano, alla quale hanno partecipato i 13 sindaci dei comuni vesuviani interessati direttamente dall'incendio che ha mandato in fumo un patrimonio floro-faunistico di inestimabile valore e del quale si dovrá fare una stima quando le fiamme saranno definitivamente spente. Ancora oggi, 15 giorni dopo i primi focolai, insistono ancora roghi sul versante sommese. La riunione è stata presieduta dal primo cittadino Luca Capasso ed ha portato i sindatci a formulare queste proposte: 1. richiesta dello stato di emergenza nazionale. 2 consegna delle fasce tricolori al Prefetto giovedì quando lo incontreranno, 3 affitto di un elicottero se non ne arriveranno altri. Tutti favorevoli, tutti consenzienti, tutti e 13 hanno firmato il verbale sottoscrivendo l'impegno. La sensazione che il vuoto ed il coordinamento nelle attivitá di soccorso e spegnimento delle fiamme sia da imputare ai ritardi con i quali la Prefettura sia  adoperata appare essere sempre più una considerazione comune tra i sindaci vesuviani, ormai provati da tanti giorni di battaglie e pronti a trasferire la battaglia dal Vesuvio sui tavoli istituzionali.

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Continua a bruciare inesorabilmente la pineta del parco nazionale del Vesuvio. A sette giorni di primi focolai le lingue di fuoco hanno ormai devastato quasi per intero l'area verde dei tredici comuni del parco. Una situazione che è andata gradualmente aumentando fino al punto di diventare ingestibile e pericolosa. Da Ercolano a Trecase si contano centinaia di persona evacuate con il primo cittadino di Trecase Raffaele De Luca che ha dichiarato: "questo è un disastro economico embientale senza eguali. L'economia delle nostre realtà basate sull'agricoltura e sulla produzione del vino è stata irrimediabilmente segnata". La situazione odierna vede ancora attivi roghi a monte di Ottaviano, località nella quale per tutta la notte i vigili del fuoco e operatori della protezione civile hanno operato per evitare che il fuoco divorasse il ristorante "Villa Giovanna". A Terzigno, dopo la pesantissima giornata di ieri, la situazione sembra stia lentamente stabilizzandosi dopo che le fiamme hanno, nel giro di poche ore, lambito in località lavarelle la Tenuta Giugliano e, successivamente, i vigneti di Villa Dora, nota azienda che produce i vini doc del Vesuvio. Il primo cittadino terzignese Francesco Ranieri ha presenziato per tutta la notte sul punto più a rischio Cava Sari: "Nessun rischio incendio per l'impianto di biogas - ha precisato Ranieri - ringrazio i volontari della rptezione civile, i vigili del fuoco ed i tecnici della SMA per aver scongiurato il pericolo incendio". Sulla stessa lunghezza d'onda l'ing. Persico: "presico che la Cava Sari non è a rischio incendio e che mai l'impianto di biogas sia stato minacciato dalle fiamme cosi come riportato da alcune testate giornalistiche". Nonostante inizi a serpeggiare un velo di ottimiso, nella notte grosse lingue di fuoco sono state visibili a ridosso del campo sportivo di Terzigno. Area che resta difficile da raggiungere per i mezzi dei vigili del fuoco viste la sentieristica e sulla quale dalla prime luci del mattino stanno operando i canadair della Protezione Civile. I comuni vesuviani, tutti colpiti dal fuoco restano sommersi sotto una coltre di fumo e cenere che sta creando non poche difficoltà alla respirazione viste anche le alte temperature di questi giorni. Già da ieri sono operativi i primi nuclei antincendio dell'Esercito Italiano che da oggi daranno supporto ai vigili del fuoco ed ai volontari della protezione civile. La speranza dei vesuviani è che l'intervento degli uomini in mimetica possa essere determinante per spegnere gli ultimi focali che hanno messo letteralmente in ginocchio l'area vesuviana.

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