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De Luca: "serve una discarica in ex cava". Nessuno pensi a Terzigno!
Le dichiarazioni del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca dopo l'approvazione di due delibere sul piano rifiuti e sul programma di eliminazione delle ecoballe riaccendono un focolaio mai estinto: la possibilità di aprire una nuova discarica entro il 2019 in un'ex cava, per la realizzazione della quale sono stati stanziati 30 milioni di euro. Per De Luca c'è la necessità di collocare in qualche fosso il 20-30% delle ecoballe inertizzate con le quali "si potranno ricomporre le ferite delle cave", le montagne tagliate - a mò di plastilina o didò - e realizzare dei parchi. La solita tiritera. Dichiarazione che devono in un certo senso allarmare i terzignesi: considerato che lo sversamento dei liquami di Vasca al Pianillo in pineta non sembra aver destato la stessa indignazione di "chi di dovere" rispetto ai filmati che documentavano il fattaccio e preso atto che la denuncia di alcuni ambientalisti (che tali sono rimasti) è stata bollata come "sciacallaggio".... c'è tutto fuorchè da stare tranquilli. Si spera che l'opinione del fronte civico terzignese non sia cambiata nel tempo per delle ragioni che seguono la politica: al di fuori di un pugno di "duri e puri", infatti, il coro di proteste per la gestione tutt'altro che straordinaria dell'emergenza incendio non è stato unanime e un'affezione crescente verso il pensiero deluchiano, che vuole far passare il rifiuto come accettabile, "inertizzato", potrebbe avere effetti disastrosi. Poniamo le mani avanti quando si tratta del nostro terrotorio, non per piangeria, ma per dignità avendo vissuto, nel recente passato, una tragedia ambientale di proporzioni immani. La storia del rifiuto "pulito" la ricorderanno bene quei cittadini attivi (ivi compreso il sottoscritto), membri di comitati e associazioni che si ritrovarono ad annusare la FOS da barattoli di vetro presentata come se fosse una crema di cacao senza olio di palma: prodotto rispedito al mittente. Chi è garante del nuovo corso, del cambiamento, si opponga non alla libera circolazione delle informazioni e alle denunce degli ambientalisti ma fin da subito e con decisione a uno spettro che si rimaterializza, quello della megadiscarica nel Parco Nazionale del Vesuvio, prendendo una posizione netta: c'è una ragione, forse, per la quale certe cose non andassero bene prima e vanno bene adesso? Manteniamo alta l'allerta ogni volta che la parola "discarica" fa il paio con "cava". I veri sciacalli non sono mai sazi di allungare le grinfie sul territorio e pedissequamente cercano un varco per dargli il colpo di grazia.