Attualità
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Caivano, l'Esercito porta in piazza i campioni dello sport
Caivano. In occasione della giornata nazionale dello Sport l’Esercito Italiano ha organizzato ...
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Con la "purga del bebè" la Monade strabilia al Minerva
Lunedì, 09 Maggio 2016 09:55Si è riso tanto al Teatro Minerva di Boscoreale dove è andata in scena la commedia in due atti brillanti "La Purga di Bebé", adattamento e regia di Mario Grazio Balzano: la compagnia teatrale "La Monade" ha dato sfoggio di bravura intrattenendo magistralmente il pubblico che ha affollato la sala dello storico edificio boschese, gioiello della cultura vesuviana, che ha riaperto i battenti nel 2011 dopo venti anni di chiusura.
Marito e moglie interpretati da Pasquale Ambrosio (Follavoine) e Rosaria Annunziata (Giulia) sono bravissimi nel dare l'idea delle beghe familiari: discutono delle isole Ebridi e della purga da dare al proprio "bebé" quando di lì a poco dovrebbe palesarsi il signor Chouilloux, funzionario del Ministero della Guerra, per concludere un importante affare di rinali... Intesi proprio come "pitali", da fornire all'esercito francese. Il primo atto è ben mantenuto dai due attori protagonisti e strappano risate le incursioni di Lucio, interpretato da Giuseppe Romano, servitore sui generis della sconquassata famiglia.
Nel secondo atto entra in scena Mario Grazio Balzano: il suo personaggio, simpatico e imbranato, regala momenti di pura comicità e sembra rifarsi, volutamente o meno, a Peter Sellers, vuoi per l'accento germanico, vuoi per certi tipi di movenze, in fondo una presa in giro dell'essere teutonico. Il connubio è perfetto quando entra in scena Totò, il "bebè" interpretato da Pasquale Casillo: l'interazione tra lui e Choilloux, molto improntata sull'improvvisazione, è un crescendo di risate fino alla fine, quando il funzionario della guerra non solo subisce la purga ma litiga pure con sua moglie, la signora Chouilloux (Rosalba Pedatella), avendo scoperto per bocca di Giulia di essere "becco", cornuto.
Georges Feydeau è considerato dopo Molière il più grande autore della "comédie française": il suo teatro nasceva "di nascosto" ed era a tutti gli effetti una sorta di vizio in cui l'autore riversava la sua umanità e la sua fantasia più folle. Di situazioni folli se ne sono viste nell'adattamento di Balzano che, ricordando che "il teatro è l'arte di fingere di fingere", dona assoluta leggerezza ad un'opera che poteva risultare difficile da digerire ma che lascia agli spettatori il cuor leggero e il sorriso stampato in viso.
Hanno collaborato all'allestimento dello spettacolo: Katya Poluzzi (scenografie), Ester Colantuono (coordinamento artistico), Paolo Liguori (assistente alla regia), Lia Corsini (trucco), Doriana Carillo (pr), Romano Michelacci (fonico), La Monade Teatro (produzione).
Giornata del dono, il 'Castaldi-Rodari' all'Expò
Lunedì, 05 Ottobre 2015 23:29Ieri, in tutta Italia, si è festeggiato il primo “giorno nazionale del dono” (hashtag #DonoDay2015): Il 9 Luglio 2015, infatti, si è concluso l’iter parlamentare che ha portato all’approvazione, a maggioranza schiacciante dei voti, del disegno di legge n. 1176 bipartisan, fortemente sostenuto dal presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, che celebra i 5 milioni di volontari che operano in tutta Italia, istituzionalizzando di fatto i valori della solidarietà e della sussidiarietà. La scelta della data non è casuale: il 4 Ottobre, già giorno della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni diverse, si festeggia San Francesco D’Assisi, il santo patrono d’Italia che ha speso una cospicua parte della propria esistenza a divulgare un messaggio d’amore dopo aver donato le proprie ricchezze e rinunciato all’accumulo di beni materiali. Promotore di questa iniziativa è l’Istituto Italiano Donazione (IID) che, patrocinato da ANCI, CNV, CSVnet, Cantieri del Bene Comune, Forum Nazionale del Terzo Settore, Fondazione Sodalitas, Comune e Città Metropolitana di Milano, ha allestito un duplice evento workshop al Padiglione Sociale dell’EXPO e uno in quello del media partner Corriere della Sera con ospiti prestigiosi (tra cui Roberto Vecchioni e Maria Grazia Cucinotta) al quale sono state invitate 40 scuole provenienti da tutto il territorio nazionale: tra queste, per la Campania, l’Istituto Comprensivo “Castaldi-Rodari” di Boscoreale che da sempre punta sui percorsi formativi concepiti dagli insegnanti, anche in collaborazione con il mondo delle professioni e della società civile, per offrire ai ragazzi le prospettive migliori. Le 40 scuole hanno raccolto l’invito dell’IID e del MIUR a partecipare a un contest video per raccontare il valore del dono: prima dell’introduzione della giuria tecnica e di un cambio di regolamento in corso, il video della Castaldi-Rodari risultava di gran lunga quello con più visualizzazioni, un successo che ha spinto la preside Teresa Mirone e parte del corpo docenti a organizzare la trasferta a Milano. Il video della “II C” della scuola secondaria di I grado (visibile qui) è curato dall’insegnante Carmela Casinelli: girato alle Isole Tremiti e basato sulla poesia “Donare è più che dare”, intende dare risalto al valore del perdono, dell’aprirsi all’altro e del lasciarsi oltrepassare. Ma al Dono Day era presente anche un pezzo di Terzigno perché il regista del cortometraggio è il videomaker Gianluca Ciro Servino. Una soddisfazione, dunque, per l'IC Castaldi: si tratta di un altro importante merito, dopo il premio attribuito dalla Fondazione Amiotti, che ha dato visibilità nazionale a un presidio educativo in un territorio non sempre facile. Oltre alle scuole hanno aderito in maniera ufficiale all’iniziativa 144 comuni di tutta Italia: per la provincia di Napoli hanno dato l’approvazione Casamarciano, Pomigliano D’Arco e Quarto. L’auspicio è che possa davvero essere quella del 4 Ottobre una festa non solo simbolica ma in cui le iniziative volte alla trasparenza di tutte le azioni, all’accoglienza, all’integrazione e al dono nella sua declinazione più generica possano assumere un valore reale, considerato che lo stesso articolo di legge dà facoltà di organizzare cerimonie, iniziative, incontri, momenti comuni di riflessione e presentazioni affinchè la solidarietà riceva il conforto di adeguati approfondimenti culturali.
Con "l'eco del diavolo" Alfredo Ranieri rivela la sua vesuvianità
Venerdì, 22 Maggio 2015 21:55Il Vesuviano incontra il giovane avvocato penalista e scrittore terzignese Alfredo Ranieri, autore del romanzo thriller “L’eco del diavolo”. Il suo libro, dalla genesi vesuviana, ambientato a Castellammare di Stabia e con dei riferimenti anche a Terzigno, è la dimostrazione di un attaccamento a un territorio il cui riscatto può e deve passare per la cultura. L’avvocato Ranieri è uno di quei giovani che hanno preferito non allontanarsi dal luogo in cui sono cresciuti: la letteratura, nel suo caso, è un atto di amore e uno stimolo a far valere le proprie idee, un invito a tirar fuori il coraggio di intraprendere e realizzare i progetti nella propria terra, perché non è un’utopia portarli avanti anche qui.
Alfredo, da dove nasce l’idea di scrivere un libro? "L’idea del libro nasce durante il mio primo anno di pratica forense. E nasce dalla passione per la criminologia, che affianca il mio lavoro da avvocato penalista, oltre che dall’esigenza di utilizzare le zone vesuviane, a cui il sottoscritto crede molto, per valorizzarle a livello culturale: da accanito lettore, ho deciso di ambientarci un thriller. I primi 4 capitoli sono stati inizialmente pubblicati su Google Libri per saggiarne il riscontro. Riscontro che è stato ampiamente favorevole, perché gli utenti si sono appassionati così tanto alla storia da volerne leggere il prosieguo. Grazie alla Oxiana Edizione della dott.ssa Piera Scuotto, che ha creduto molto in questo racconto dinamico e ricco di colpi di scena, si è passati alla pubblicazione vera e propria".
Pompei, Castellammare di Stabia, Vico Equense, Positano e la pineta di Terzigno sono alcuni dei luoghi citati all’interno del tuo romanzo: è il primo thriller ambientato nelle zone vesuviane? "Già il compianto Nicola Prisco ambientava i suoi thriller nelle zone vesuviane. C’è da dire, inoltre, che altri autori hanno citato Terzigno, ad esempio Eduardo De Filippo, nella commedia “Il Sindaco del Rione Sanità”, elogiava le salubri caratteristiche del territorio. C’è bisogno di valorizzare le nostre zone. Un libro è come la vita, se consideriamo la capacità di ognuno di voler andare avanti e ricavarsi un proprio ruolo. Leggendo si forma la propria coscienza, forte, impenetrabile: la cultura è un oro che non viene tolto. Spero che il mio romanzo contribuisca ad attirare l’attenzione dei lettori su Terzigno".
L’accoglienza è stata delle migliori. "Il libro è stato pubblicato il 15 Aprile con la presentazione al Tribunale di Nola. L’accoglienza è stata molto calorosa da parte dei colleghi. E poi c’è stata l’evento nella splendida cornice della Tenuta Sorrentino a Boscotrecase, un anello di congiunzione ideale con il territorio vesuviano e la natura. E’ un romanzo thriller che sfiora degli aspetti professionali: gli omicidi vengono per competenza assorbiti dalla procura di Torre Annunziata che dà la caccia a un assassino che “cammina nel buio” e i cui passi riecheggiano come l’eco del diavolo".
Puoi descrivere brevemente il romanzo? "il romanzo è ambientato a Castellammare di Stabia, una cittadella magnifica, enigmatica al calare del sole, una città misteriosa. Ci sono in realtà dei motivi specifici per cui il romanzo è ambientato lì. Viene ritrovato il cadavere di un ragazzo sul litorale stabiese. Anna Di Martino, giornalista di cronaca nera, accorre sul luogo di ritrovamento del cadavere incontrando l’amico di vecchia data, il commissario Nicolas Anselmi. Il delitto è strano: il ragazzo ha il volto truccato da donna e le parti intime mutilate. Anselmi, assieme al sostituto procuratore De Rosa, chiederà l’aiuto della dott.ssa Manzi, criminologa psicopatologa forense. Tale collaborazione si rivelerà importante nel momento in cui si scopre sul cadavere del ragazzo il numero di Satana, il 666. In una folle corsa contro il tempo, Anselmi ed Anna si troveranno a dare la caccia a un assassino che sembra svanire di volta in volta nel buio. E proprio al 666 è legato l’evolversi della storia e il dipanarsi di scenari investigativi inaspettati".
Quali progetti hai ora in cantiere? "Il computer non si spegne mai. La sera, quando smetto di fare l’avvocato, mi metto alla ricerca di storie. E le storie producono altre storie. Posso anticipare che il secondo romanzo sarà ambientato a Napoli e sarà sempre un thriller: attualmente ci sto lavorando, alternando l’attività di scrittore a quella di avvocato penalista. Per la scrittura di questi thriller mi avvalgo inoltre della collaborazione delle forze dell’ordine e di altre figure professionali competenti che si mettono a disposizione per portarmi a conoscenza di elementi utili alla storia come ad esempio i meccanismi di indagine.
Tutti attendono una presentazione del libro anche a Terzigno. "Sicuramente ci sarà, anche grazie a Il Vesuviano, la possibilità di presentare il libro a Terzigno. Attualmente è attiva una pagina facebook del libro che invito tutti a seguire per tenersi aggiornati (https://www.facebook.com/pages/Leco-del-Diavolo/51621153311) sugli eventi e sulle presentazioni. Nel frattempo, auguro una buona lettura a tutti.