Balzano recita Plinio il Giovane, e Pompei riscopre il pathos
Sullo sfondo il Vesuvio che erutta lava, che diffonde paura, morte e terrore. Le grida strazianti di chi cercava la salvezza sembrano riecheggiare e poi, il silenzio tombale. Non è la proiezione di Pompeii il film del 2014 diretto da Paul W. S. Anderson e con protagonisti Kit Harington, Emily Browning, Kiefer Sutherland e Jared Harris che si ispirò proprio all’eruzione del 79.a.c. ma è la voce di Mariograzio Balzano a tenere gli astanti con il fiato sospeso. L’attore e regista partenopeo è tra gli ospiti della festa della musica e recita i versi di Gaio Plinio Cecilio detto il Giovane. Mariograzio Balzano recita i versi in lingua napoletana (su tradizione dello scrittore Carlo Avvisati). La suspense cala sulla piazza, il pubblico è colpito dall’interpretazione viscerale di Balzano c’è chi spalanca gli occhi ed ammira e si lascia trasportare in questo viaggio nel tempo con un pathos. Ed è uno spettacolo nello spettacolo del sincronismo tra parole ed immagini che scorrono violente sullo sfondo. La parola finisce in simultanea con il video. Dalla piazza si leva fragoroso un applauso quasi liberatorio ad interrompere quell’atmosfera surreale creata ad arte della magistrale interpretazione di Mariograzio Balzano. Un tripudio di complimenti ed un velo di emozione traspare sul viso di Carlo Avvisati, lo scrittore che con amorevole passione ha napoletanizzato i versi di Plinio il Giovane.
Con la "purga del bebè" la Monade strabilia al Minerva
Si è riso tanto al Teatro Minerva di Boscoreale dove è andata in scena la commedia in due atti brillanti "La Purga di Bebé", adattamento e regia di Mario Grazio Balzano: la compagnia teatrale "La Monade" ha dato sfoggio di bravura intrattenendo magistralmente il pubblico che ha affollato la sala dello storico edificio boschese, gioiello della cultura vesuviana, che ha riaperto i battenti nel 2011 dopo venti anni di chiusura.
Marito e moglie interpretati da Pasquale Ambrosio (Follavoine) e Rosaria Annunziata (Giulia) sono bravissimi nel dare l'idea delle beghe familiari: discutono delle isole Ebridi e della purga da dare al proprio "bebé" quando di lì a poco dovrebbe palesarsi il signor Chouilloux, funzionario del Ministero della Guerra, per concludere un importante affare di rinali... Intesi proprio come "pitali", da fornire all'esercito francese. Il primo atto è ben mantenuto dai due attori protagonisti e strappano risate le incursioni di Lucio, interpretato da Giuseppe Romano, servitore sui generis della sconquassata famiglia.
Nel secondo atto entra in scena Mario Grazio Balzano: il suo personaggio, simpatico e imbranato, regala momenti di pura comicità e sembra rifarsi, volutamente o meno, a Peter Sellers, vuoi per l'accento germanico, vuoi per certi tipi di movenze, in fondo una presa in giro dell'essere teutonico. Il connubio è perfetto quando entra in scena Totò, il "bebè" interpretato da Pasquale Casillo: l'interazione tra lui e Choilloux, molto improntata sull'improvvisazione, è un crescendo di risate fino alla fine, quando il funzionario della guerra non solo subisce la purga ma litiga pure con sua moglie, la signora Chouilloux (Rosalba Pedatella), avendo scoperto per bocca di Giulia di essere "becco", cornuto.
Georges Feydeau è considerato dopo Molière il più grande autore della "comédie française": il suo teatro nasceva "di nascosto" ed era a tutti gli effetti una sorta di vizio in cui l'autore riversava la sua umanità e la sua fantasia più folle. Di situazioni folli se ne sono viste nell'adattamento di Balzano che, ricordando che "il teatro è l'arte di fingere di fingere", dona assoluta leggerezza ad un'opera che poteva risultare difficile da digerire ma che lascia agli spettatori il cuor leggero e il sorriso stampato in viso.
Hanno collaborato all'allestimento dello spettacolo: Katya Poluzzi (scenografie), Ester Colantuono (coordinamento artistico), Paolo Liguori (assistente alla regia), Lia Corsini (trucco), Doriana Carillo (pr), Romano Michelacci (fonico), La Monade Teatro (produzione).
A lezione di "napoletano" questa sera su Italiamia
Perché in napoletano di dice:"tien nu culo comm a Porta Capuana" per evidenziare un colpo di fortuna? E cosa vende il "Carnacuttaro"? La "ciorta", gli "scornacchiati" tutte le sfumature lessicali che ruotano intorno a questi termini saranno al centro della seconda puntata della trasmissione "Terra Mia"dedicata alla lingua ed alla cultura napoletana. Il programma condotto da Genny Galantuomo andrà in onda questa sera alle ore 20 sull'emittente Italiamia visibile in chiaro sul canale 274 in Campania e 187 nel Lazio. Ospite del programma lo scrittore Amedeo Colella autore del libro Manuale di Napoletanità che sarà accompagnato in studio da un "posteggiatore chic" il puteolano Dario Carandente. Durante il programma sono infatti previste alcune incursioni musicali eseguite live dalla chitarra e la voce di Carandente. A dare un tocco di ulteriore satira la voce storica di Terra Mia, l'attore Mariograzio Balzano che si confronterà in un dialogo "semiserio" con Amedeo Colella in un percorso tra paraustielli, poesie, improvvisate ed iperbole linguistiche piene di doppi sensi e, in alcuni casi (con decenza parlando) anche con qualche "mala parola", nel pieno rispetto della tradizione partenopea. Chicche lessicali ed inediti che porteranno sul piccolo schermo gli scritti di grandi testimoni della cultura partenopea da Totò a Ferdiando Russo, passando per Raffaele Viviani ed Eduardo De Filippo. Maestri e testimoni di quanto la Napoletanità possa essere uno stile di vita e di pensiero. L'appuntamento imperdibile è quindi fissato per questa sera alle 20 su Italiamia.