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Claudio Ranieri, il "terzignese" che conquistò la Premier League
Anche dalle falde del Vesuvio si alza forte l’applauso e l’ammirazione per l’incredibile impresa del Leicester di Claudio Ranieri, capace di trionfare in Premier con una squadra “normalissima” ed un budget molto ridotto. Miracolo di un allenatore saggio, ultrasessantenne, scaricato in anticipo dal calcio e dalla critica sportiva italiana. Ma, al contrario, Claudio Ranieri ha sempre saputo mantenere un saldo ed affettuoso rapporto con i tanti tifosi che da sempre lo seguono. E tutta Terzigno, sportiva e non, dopo aver condiviso con trepidazione, ma sempre con intensa partecipazione, la fantastica e vittoriosa galoppata dei “Foxes”, può ora pienamente esultare per la clamorosa impresa di un suo figlio adottivo. Ed anche brindare con un esclusivo rosso doc del Vesuvio.Si, perché Claudio Ranieri resta sempre un “figlio” di Terzigno. In virtù della cittadinanza onoraria conferitagli nel 1992. Tuttto nacque da un’idea di Nino De Falco, indimenticato giornalista e poi sindaco del centro vesuviano. Una sera d’autunno, tiepida e serena, De Falco riuscì a far arrivare a Terzigno Claudio Ranieri, allenatore del Napoli, ed, in simbiosi con i massimi amministratori locali, offrire al tecnico del Testaccio la cittadinanza onoraria di Terzigno, anche in nome della numerosissima colonia dei “Ranieri” ivi residenti. La Campania, per inciso, era ed è la seconda regione italiana ad annoverare la maggior presenza di “Ranieri” sul proprio territorio. La manifestazione ebbe luogo nella vecchia sede de “L’Archeo”, in via Diaz, in una sala traboccante di folla entusiasta, che trasudava amore ed amicizia vera per l’allenatore romano. Nell’occasione Nino De Falco fu spalleggiato dal fidato collega Diego Macellaro, da Biagio Franza (La Gazzetta dello Sport) e Guido Prestisimone (Il Mattino). Macellaro, facendo leva sulle sue conoscenze linguistiche e sportive, delineò prima il significato e la secolare persistenza del cognome “Ranieri “ in Italia, partendo da Perugia (970), e, attraverso il Lazio e la Toscana, scendere sempre più al Sud, radicandosi principalmente in Puglia e Campania. Per precisare, poi, l’origine del cognome, che si forma sul germanico “Raganhar” (consiglio, senno, avvedutezza) ed “Hari” (esercito), per un complessivo, quasi profetico “Nomen/Omen”, ovvero: “Colui che è sagace nel guidare l’esercito”. Poi Macellaro tracciò tutto l’itinerario sportivo di Ranieri, partendo dalla Primavera della Roma fino all’avventura con il Napoli. Un lungo revival fatto di ricordi, aneddoti e gustosi retroscena, che fecero spesso sorridere e sciogliere l’emotivo Claudio, coinvolgendolo sempre più in questo itinerario rievocativo attraente e stuzzicante. Guido Prestisimone diede nel suo intervento una lettura tattico-sociologica sull’avvento di Ranieri alla guida del Napoli, sottolineando le sue idee innovative sul gioco e la capacità dei giocatori azzurri nel recepire e nell’assecondare i dettami dell’allenatore e come questi, pur da romano, fosse stato subito accolto con incredibile, totale partecipazione e dedizione. Claudio Ranieri, all’epoca con un folto cespuglio di capelli corvini ed un fisico scattante e saldamente svettante, impressionato e commosso dalla corale accoglienza e sorpreso anche dalla precisione e dalla erudizione degli interventi, quasi con le lacrime agli occhi, volle ringraziare tutti per l’incredibile e “magica” serata trascorsa a Terzigno, dicendosi onorato della cittadinanza ricevuta ed assicurando che mai avrebbe potuto dimenticare simili emozioni. Portando Terzigno e la sua gente sempre nel cuore. Grande Claudio, noi per te abbiamo tifato, sofferto ed infine gioito e brindato, ma tu, nel recente trionfo, ti sei ricordato di noi? Dei tuoi appassionati ed entusiasti “concittadini”?...
(Nella foto l'allora tecnico del Napoli Claudio Ranieri nei locali dell'Archeo seduto al centro tra Diego Macellaro a sinistra e Nino De Falco a destra)
(ENZO TORRE)