Con "i bastardi di Pizzofalcone" la tivù riscopre la bellezza di Napoli In evidenza

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La serie I Bastardi di Pizzofalcone è approdata sulla rete nazionale incassando un successo senza precedenti per una serie poliziesca, fatta eccezione per il collaudatissimo Montalbano. La squadra capitanata da Alessandro Gassmann, ispettore esiliato in un commissariato fatiscente nel cuore di Napoli a causa del suo carattere irascibile e poco incline alle regole, si trova a fare un salto di qualità notevole: da gruppo di disadattati a veri e proprie menti pensanti capaci di portare a risoluzione un caso intricato. E’ la riscossa dei “bastardi” e al contempo la loro consacrazione. Sì, perché la serie tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni è un concentrato di innovazione a metà strada tra tradizione e contemporaneità. Certo, non potevamo pretendere di più. Siamo pur sempre su RaiUno. I ritmi sono talvolta lenti e l’ambientazione ricorda la consorella La nuova squadra ma qualcosa si è mosso. Grazie al più burbero ed anticonformista Rocco Schiavone (Raidue) ci troviamo ora tra le mani, e davanti agli occhi, un piccolo miracolo di televisione. La messa in onda di un bacio lesbo era impensabile fino a poco tempo fa; come lo era anche tratteggiare personaggi comprimari come persone e non ostinatamente come eroi, dal momento che indossano una divisa. Ed ecco che ci imbattiamo in piccoli drammi familiari come assistere un bambino affetto da malattia neurologica, a tormenti riguardanti la sfera sessuale, al marito poliziotto che picchia la moglie e molto altro. I poliziotti vengono sdoganati mettendo in scena tutte le loro fragilità. Non c’è solo l’ispettore tormentato - presente in ogni santa fiction - e il pubblico ministero che si innamora di lui perché animata da uno spirito da crocerossina ma c’è tutto un sostrato che va dalla Napoli bene ai vicoli dove sobbolle una vitalità sferzante che ci regala immagini di Napoli nella sua malinconica bellezza. Nota di merito a Gassmann che ad ogni prova d’attore si fa trovare sempre pronto mostrando che il frutto non è caduto molto lontano dall’albero.