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Napoli. Original Marines aderisce, per il secondo anno consecutivo, al progetto “Monumentando Napoli” e sponsorizza il restauro di altri due importanti monumenti partenopei: il Ponte di Chiaia e l’Obelisco di Portosalvo. Le due nuove sponsorizzazioni, che confermano il forte legame del brand con la propria città d’origine, seguono il restauro della storica Fontana della Maruzza completato lo scorso settembre, e confermano l’impegno della società nel progetto “Monumentando Napoli”, il programma Unesco e Valorizzazione Città Storica promosso dalla Uno Outdoor per il Comune di Napoli e volto alla salvaguardia di 27 monumenti della città. Per tutto il mese di febbraio Il Ponte di Chiaia e l’Obelisco di Portosalvo saranno “vestiti” con le immagini della nuova campagna Original Marines “We are, We Wear Freedom”. Un intervento outdoor che si colloca nel più ampio corso di comunicazione della nuova collezione Spring Summer 2016. “Dopo aver contribuito al restauro della Fontana della Maruzza – commenta Domenico Romano, Direttore Marketing Original Marines – abbiamo scelto di proseguire con questo importante progetto perché vogliamo continuare a contribuire concretamente alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico partenopeo. Original Marines da sempre sostiene la creatività e Napoli è sicuramente una delle città d’arte più ricche di opere e monumenti simbolo delle potenzialità del genio creativo umano. Sostenere il recupero del suo patrimonio monumentale è per noi un importante motivo d’orgoglio”.
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I nostri incontri continuano e allargando i nostri confini siamo andati ad Ottaviano, ai piedi del Vesuvio per presentare ai nostri affezionati lettori de “ Il Vesuviano” , Achille Centro, nato nell’anno più erotico che ci sia il 1969. Il suo hobby è fare il trampoliere, ha “inventato” un lavoro insieme a degli amici, ripercorrendo in toto il famoso detto dell’arte dell’arrangiarsi tipica della cultura napoletana. Achille da dove parte la vostra idea? L’idea parte dall’esigenza di noi quattro: Anna Bottone, Ilaria Delli Colli, Marianna Di Fiore e me di conoscere i luoghi in cui andiamo in vacanza non solo attraverso gli itinerari turistici segnalati dalle guide, ma anche grazie al contatto diretto con le persone del luogo e possibilmente addentrandoci nelle strade dove è possibile osservare scene di ordinaria quotidianità. Spiegaci il VASCITOUR? Vascitour è una cooperativa che propone tre servizi: pernottamenti nelle case tipiche napoletane denominate “bassi”; social eating; itinerari urbani accompagnati dagli abitanti locali. Il nostro obiettivo è quello attivare una sostenibilità ambientale, sociale ed economica con un processo d’imitazione della buona pratica. Che cosa è cambiato dopo l’avvio di questo progetto? È cambiata la nostra forma mentis concernente il lavoro. Noi quattro abbiamo una speranza di occupazione che spesso a tanti altri studenti o a persone adulte come me è negata. Abbiamo sviluppato un metodo di lavoro e di studio che ci ha arricchito intellettualmente e professionalmente. Abbiamo sviluppato dei workshop sulla base delle nostre esperienze che proponiamo nelle scuole e nelle Università a titolo completamente gratuito. Il workshop si chiama “Marketing e startup tenimmece accussì anima e core” si tratta di un seminario con cui spieghiamo come si pianifica una strategia di comunicazione, come si ottimizza una comunicazione sui social media e soprattutto analizziamo il processo attraverso il quale si trasforma un’idea in progetto e poi in azienda. Quali sono i progetti a breve, medio e lungo termine? Ora siamo concentrati ad arricchire il paniere delle nostre offerte e soprattutto ad acquisire il maggior numero di clienti. Stipuliamo partenariati con altre realtà sul territorio, crediamo alla forza del network pertanto ci guardiamo in giro per stipulare rapporti commerciali o di semplice supporto con le realtà più interessanti. Qual è l’ostacolo più grande che s’incontra nel suo lavoro? L’ostacolo è senza dubbio il mercato. Noi abbiamo iniziato a lavorare con una categoria di viaggiatori che inizialmente era considerata di nicchia. Oggi non è più così. Questa categoria di viaggiatori si è molto allargata e conseguenzialmente sono aumentati anche i competitor. Chiaramente individuare il cliente giusto fin dall’inizio è complicato. Il grosso del mercato e nelle mani dei nomi più importanti del settore turistico sicché bisogna farsi spazio con determinazione. Quali sono invece gli aspetti più soddisfacenti che questo lavoro presenti? La soddisfazione più grande per noi quattro sono sicuramente quella di aver individuato in tempi non sospetti un trend del settore turistico che poi è diventato una realtà consolidata. Quando abbiamo iniziato, ci dicevano che eravamo un po’ folli perché nei quartieri fuori dal centro di Napoli erano rischioso portarvi i turisti. Un’altra cosa che ci piace tanto è quando la gente ci dice di aver visto una Napoli che non conosceva e che ha imparato cose nuove attraverso il nostro metodo di osservazione. Conoscere Napoli e la sua storia anche attraverso la voce del popolo, quale carica sprigiona in voi? La storia e la memoria delle persone comuni danno un plus in più alla storia ufficiale di una città, perché quella memoria legata a eventi anche importanti non li trovi sui libri ma solo nelle testimonianze delle persone che l’hanno vissuta e che te la raccontano. Spesso gli aneddoti sono legati all’aspetto culturale di un popolo, alla situazione politica ed economica di un momento preciso di un paese e sentire questi racconti che collimano con la verità storica, è entusiasmante, equivale a vedere uno spettacolo da dietro le quinte, vedi quello che il pubblico non saprà mai. Raccontaci un episodio durante un tour. I racconti della signora Fernanda che fa le pizze fritte ai quartieri spagnoli sono sicuramente quelli più ricchi di emozioni. Essendo una donna molto anziana racconta aneddoti legata alla sua infanzia, alla sua famiglia, racconti tramandati da oltre 100 anni da madre in figlia tutti ricchi di significato e messaggi positivi. Ascoltare da lei il motivo per cui il panzerotto è definito “geluso”, è uno spettacolo e sentire la ricetta e il modo della preparazione ai suoi tempi è una lezione di economia, di politica, e di storia. Non ve lo racconto scopritelo con il Tour “O’ ‘nciucio”. Facci una media della partecipazione dei turisti, perché questo è un modo alternativo di richiamare turisti. I turisti durante i nostri Tour non si tirano indietro davanti a niente. Tutti partecipano con entusiasmo alle nostre attività, viaggiatori e abitanti locali. Nascono rapporti di amicizia tra tutti noi che continuano anche dopo la vacanza. Visitare Napoli con Vascitour significa guardare la città con gli occhi di un napoletano e viverla con l’entusiasmo con cui noi la viviamo noi. Diventare napoletani per tre o quattro giorni non hanno prezzo noi siamo fortunati. Il vostro sogno nel cassetto? Fare di questa cooperativa una grande azienda, replicare nel mondo il format e far lavorare i ragazzi napoletani qui Italia senza doversi spostare all’estero. Che cosa dobbiamo attenderci? Già ci capita di collaborare con le redazioni di diversi programmi televisivi nazionali ed esteri. Tra non molto è probabile un’ospitata in qualche show televisivo. Il tempo scorre velocemente e Achille ci lascia concordandoci appuntamento a uno del suo tour, in speciale modo quello dei Quartieri Spagnoli, ma prima di lasciarci ci lascia una sua massima: W l’Italia e W gli Italiani, un popolo ricco di creatività e di professionalità.
Ultima modifica il Giovedì, 13 Aprile 2017 08:40
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Che Carnevale è senza la tradizionale quadriglia. Ancora una volta una delle attrazioni principali della festa e della tradizione popolare per la 20° edizione del Carnevale di Terzigno è stata la quadriglia. E’ uno dei balli di folclore e tradizione  più apprezzati da sempre ed ha attirato in diversi punti della città vesuviana numerosi cittadini. Terzigno ha ammirato, applaudito a più non posso la sua quadriglia che da ben novantatré anni segue questo percorso tradizionale nei due giorni dedicati. Dopo mesi di duro lavoro per le innumerevoli prove, finalmente nelle giornate di domenica e del martedì grasso i ventiquattro ragazzi, divisi in dodici coppie, hanno dato un seguito a quest’evento quasi centenario. Saverio Catapano, il comandante della quadriglia terzignese, ha più volte rilevato la dedizione e il lavoro svolto dall’intera organizzazione per l’allestimento del carro e per mettere in scena il tradizionale ballo. “ Sono onorato a essere annoverato fra i comandanti della quadriglia terzignese, esordisce Catapano, porto avanti una tradizione cui sono profondamente legato perché anche mio padre è stato uno dei comandanti nel passato”. “ Il lavoro di squadra ripaga sempre, continua Saverio, un lavoro di circa trenta persone che senza risparmiarsi si è adoperato per la riuscita dell’evento”. “ Il mio grazie, termina Catapano, vanno a ognuno di loro, dal presidente Mimmo Boccia, passando per i ventiquattro ragazzi che hanno entusiasmato con le loro movenze l’intera cittadinanza e terminando con gli altri collaboratori che ci hanno aiutato anche per l’allestimento del carro, questo gruppo stupendo va sostenuto e aiutato per l’ottimo lavoro svolto". Complimenti a questo gruppo che per presentare la quadriglia hanno fuso la danza, la musica e la predisposizione al contatto con il pubblico e se vogliamo dare anche un tocco scaramantico, per chi sogna una quadriglia devono giocare il numero quarantadue al lotto. Tentare la fortuna, in questi tempi non è mai sbagliato.

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La serie I Bastardi di Pizzofalcone è approdata sulla rete nazionale incassando un successo senza precedenti per una serie poliziesca, fatta eccezione per il collaudatissimo Montalbano. La squadra capitanata da Alessandro Gassmann, ispettore esiliato in un commissariato fatiscente nel cuore di Napoli a causa del suo carattere irascibile e poco incline alle regole, si trova a fare un salto di qualità notevole: da gruppo di disadattati a veri e proprie menti pensanti capaci di portare a risoluzione un caso intricato. E’ la riscossa dei “bastardi” e al contempo la loro consacrazione. Sì, perché la serie tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni è un concentrato di innovazione a metà strada tra tradizione e contemporaneità. Certo, non potevamo pretendere di più. Siamo pur sempre su RaiUno. I ritmi sono talvolta lenti e l’ambientazione ricorda la consorella La nuova squadra ma qualcosa si è mosso. Grazie al più burbero ed anticonformista Rocco Schiavone (Raidue) ci troviamo ora tra le mani, e davanti agli occhi, un piccolo miracolo di televisione. La messa in onda di un bacio lesbo era impensabile fino a poco tempo fa; come lo era anche tratteggiare personaggi comprimari come persone e non ostinatamente come eroi, dal momento che indossano una divisa. Ed ecco che ci imbattiamo in piccoli drammi familiari come assistere un bambino affetto da malattia neurologica, a tormenti riguardanti la sfera sessuale, al marito poliziotto che picchia la moglie e molto altro. I poliziotti vengono sdoganati mettendo in scena tutte le loro fragilità. Non c’è solo l’ispettore tormentato - presente in ogni santa fiction - e il pubblico ministero che si innamora di lui perché animata da uno spirito da crocerossina ma c’è tutto un sostrato che va dalla Napoli bene ai vicoli dove sobbolle una vitalità sferzante che ci regala immagini di Napoli nella sua malinconica bellezza. Nota di merito a Gassmann che ad ogni prova d’attore si fa trovare sempre pronto mostrando che il frutto non è caduto molto lontano dall’albero.

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Grazie ad un’intesa tra lo storico quotidiano siciliano “L’Ora”, ed giornale campano “il Vesuviano”, a partire dal mese di settembre queste storiche testate accoglieranno la rubrica settimanale opinionistica “Quaderni Meridionali”. E’ bene già da subito dare una nuova interpretazione alla parola meridione, affrancandola dalla sua accezione geografica, periferica e localistica, dandole una dimensione che si pone oltre i confini fisici e che abbraccia e investe questioni che spaziano dalla politica all’economia, dalla finanza alla globalizzazione, ponendola in una sfera europeistica che ha marcato una differenza, peraltro frutto di precise volontà, tra un Nord opulento ed un Sud destinato a rimanere marginale nelle scelte, nelle strategie e persino negli accordi con soggetti terzi diversi dal contesto continentale. Paesi quali Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Cipro, già in condizioni di sofferenza economica si trovano all’interno di un contesto solo a parole paritario ma che nei fatti li considera quali “Figli di un Dio minore”. Paesi che, inseriti in una riflessione più articolata che può coinvolgere sponde continentali diverse dalle nostre ma accomunate dall’appartenenza allo stesso mare, possono divenire il crocevia di infiniti modelli capaci di dare risposte ai bisogni più urgenti dei popoli che si affacciano nel contesto mediterraneo, così da creare un’area di sviluppo, e non solo, in grado di sovvertire l’attuale tendenza egemonizzatrice di sacche territoriali europee che sembrano agire secondo logiche frutto di un liberismo selvaggio, faccia sporca di un capitalismo che già da solo si identifica quale nemico dei popoli. Quanto detto non basta a giustificare la nascita di una rubrica, seppure collocata in uno spazio ben distinto, quello dell’opinione, se non affronta tematiche ben diverse tra loro, se non altro per dare al lettore uno spaccato quanto più variegato possibile dell’opinione medesima. In buona sostanza vuole essere un contributo di pensiero che estende il proprio sguardo verso direzioni volutamente inesplorate da una classe dirigente regionale, nazionale e comunitaria che vuole creare ad ogni costo recinti per mantenere un controllo serrato ed a tratti soffocante sulle masse, dando corpo a quanti in essi vedono una incapacità di fondo a gestire un progetto di sviluppo capace di produrre benessere, inteso nel suo insieme e non soddisfacente solo alcuni aspetti, e inadeguati ad essere autorevoli ma molto prossimi all’autoritarismo. Ciò posto ci auguriamo di potere stimolare quanti vorranno essere nostri lettori.