Original Marines contribuisce al recupero dei monumenti di Napoli
Martedì, 09 Febbraio 2016 08:30 Scritto da Nicola CaprioVascituor, un viaggio tra la Napoli dei tipici "bassi"
Giovedì, 13 Aprile 2017 08:37 Scritto da Pasquale StanzianoTerzigno saluta il carnevale e la sua storica quadriglia
Giovedì, 02 Marzo 2017 16:05 Scritto da Antonella BiancoChe Carnevale è senza la tradizionale quadriglia. Ancora una volta una delle attrazioni principali della festa e della tradizione popolare per la 20° edizione del Carnevale di Terzigno è stata la quadriglia. E’ uno dei balli di folclore e tradizione più apprezzati da sempre ed ha attirato in diversi punti della città vesuviana numerosi cittadini. Terzigno ha ammirato, applaudito a più non posso la sua quadriglia che da ben novantatré anni segue questo percorso tradizionale nei due giorni dedicati. Dopo mesi di duro lavoro per le innumerevoli prove, finalmente nelle giornate di domenica e del martedì grasso i ventiquattro ragazzi, divisi in dodici coppie, hanno dato un seguito a quest’evento quasi centenario. Saverio Catapano, il comandante della quadriglia terzignese, ha più volte rilevato la dedizione e il lavoro svolto dall’intera organizzazione per l’allestimento del carro e per mettere in scena il tradizionale ballo. “ Sono onorato a essere annoverato fra i comandanti della quadriglia terzignese, esordisce Catapano, porto avanti una tradizione cui sono profondamente legato perché anche mio padre è stato uno dei comandanti nel passato”. “ Il lavoro di squadra ripaga sempre, continua Saverio, un lavoro di circa trenta persone che senza risparmiarsi si è adoperato per la riuscita dell’evento”. “ Il mio grazie, termina Catapano, vanno a ognuno di loro, dal presidente Mimmo Boccia, passando per i ventiquattro ragazzi che hanno entusiasmato con le loro movenze l’intera cittadinanza e terminando con gli altri collaboratori che ci hanno aiutato anche per l’allestimento del carro, questo gruppo stupendo va sostenuto e aiutato per l’ottimo lavoro svolto". Complimenti a questo gruppo che per presentare la quadriglia hanno fuso la danza, la musica e la predisposizione al contatto con il pubblico e se vogliamo dare anche un tocco scaramantico, per chi sogna una quadriglia devono giocare il numero quarantadue al lotto. Tentare la fortuna, in questi tempi non è mai sbagliato.
Con "i bastardi di Pizzofalcone" la tivù riscopre la bellezza di Napoli
Sabato, 14 Gennaio 2017 07:52 Scritto da Pasquale StanzianoLa serie I Bastardi di Pizzofalcone è approdata sulla rete nazionale incassando un successo senza precedenti per una serie poliziesca, fatta eccezione per il collaudatissimo Montalbano. La squadra capitanata da Alessandro Gassmann, ispettore esiliato in un commissariato fatiscente nel cuore di Napoli a causa del suo carattere irascibile e poco incline alle regole, si trova a fare un salto di qualità notevole: da gruppo di disadattati a veri e proprie menti pensanti capaci di portare a risoluzione un caso intricato. E’ la riscossa dei “bastardi” e al contempo la loro consacrazione. Sì, perché la serie tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni è un concentrato di innovazione a metà strada tra tradizione e contemporaneità. Certo, non potevamo pretendere di più. Siamo pur sempre su RaiUno. I ritmi sono talvolta lenti e l’ambientazione ricorda la consorella La nuova squadra ma qualcosa si è mosso. Grazie al più burbero ed anticonformista Rocco Schiavone (Raidue) ci troviamo ora tra le mani, e davanti agli occhi, un piccolo miracolo di televisione. La messa in onda di un bacio lesbo era impensabile fino a poco tempo fa; come lo era anche tratteggiare personaggi comprimari come persone e non ostinatamente come eroi, dal momento che indossano una divisa. Ed ecco che ci imbattiamo in piccoli drammi familiari come assistere un bambino affetto da malattia neurologica, a tormenti riguardanti la sfera sessuale, al marito poliziotto che picchia la moglie e molto altro. I poliziotti vengono sdoganati mettendo in scena tutte le loro fragilità. Non c’è solo l’ispettore tormentato - presente in ogni santa fiction - e il pubblico ministero che si innamora di lui perché animata da uno spirito da crocerossina ma c’è tutto un sostrato che va dalla Napoli bene ai vicoli dove sobbolle una vitalità sferzante che ci regala immagini di Napoli nella sua malinconica bellezza. Nota di merito a Gassmann che ad ogni prova d’attore si fa trovare sempre pronto mostrando che il frutto non è caduto molto lontano dall’albero.
Nasce "Pensieri Meridionali", l'opinione del Sud
Martedì, 23 Agosto 2016 11:39 Scritto da Gianfranco PipitoneGrazie ad un’intesa tra lo storico quotidiano siciliano “L’Ora”, ed giornale campano “il Vesuviano”, a partire dal mese di settembre queste storiche testate accoglieranno la rubrica settimanale opinionistica “Quaderni Meridionali”. E’ bene già da subito dare una nuova interpretazione alla parola meridione, affrancandola dalla sua accezione geografica, periferica e localistica, dandole una dimensione che si pone oltre i confini fisici e che abbraccia e investe questioni che spaziano dalla politica all’economia, dalla finanza alla globalizzazione, ponendola in una sfera europeistica che ha marcato una differenza, peraltro frutto di precise volontà, tra un Nord opulento ed un Sud destinato a rimanere marginale nelle scelte, nelle strategie e persino negli accordi con soggetti terzi diversi dal contesto continentale. Paesi quali Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Cipro, già in condizioni di sofferenza economica si trovano all’interno di un contesto solo a parole paritario ma che nei fatti li considera quali “Figli di un Dio minore”. Paesi che, inseriti in una riflessione più articolata che può coinvolgere sponde continentali diverse dalle nostre ma accomunate dall’appartenenza allo stesso mare, possono divenire il crocevia di infiniti modelli capaci di dare risposte ai bisogni più urgenti dei popoli che si affacciano nel contesto mediterraneo, così da creare un’area di sviluppo, e non solo, in grado di sovvertire l’attuale tendenza egemonizzatrice di sacche territoriali europee che sembrano agire secondo logiche frutto di un liberismo selvaggio, faccia sporca di un capitalismo che già da solo si identifica quale nemico dei popoli. Quanto detto non basta a giustificare la nascita di una rubrica, seppure collocata in uno spazio ben distinto, quello dell’opinione, se non affronta tematiche ben diverse tra loro, se non altro per dare al lettore uno spaccato quanto più variegato possibile dell’opinione medesima. In buona sostanza vuole essere un contributo di pensiero che estende il proprio sguardo verso direzioni volutamente inesplorate da una classe dirigente regionale, nazionale e comunitaria che vuole creare ad ogni costo recinti per mantenere un controllo serrato ed a tratti soffocante sulle masse, dando corpo a quanti in essi vedono una incapacità di fondo a gestire un progetto di sviluppo capace di produrre benessere, inteso nel suo insieme e non soddisfacente solo alcuni aspetti, e inadeguati ad essere autorevoli ma molto prossimi all’autoritarismo. Ciò posto ci auguriamo di potere stimolare quanti vorranno essere nostri lettori.