4 novembre 1918, quando tre napoletani salvarono l'Italia In evidenza

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Ricorre oggi 4 novembre la Festa delle Forze Armate Italiane in coincidenza della fine della prima guerra mondiale che costò all'Italia migliaia di morti.  Il 4 novembre 1918 infatti,  l'impero Austro-Ungarico si arrende e a Padova viene firmato l’Armistizio di Villa Giusti. Dopo circa un anno, nel 1919, a Saint Germain en Laye, viene stabilita l’annessione di Trento e di Trieste all’Italia; si compie l’unità nazionale e la fine di una terribile guerra che vide cadere moltissimi giovani meridionali armati solo di baionette. La prima guerra che vide al fronte i soldati italiani uniti sotto un'unica bandiera. Questa sarà la guerra che consentirà agli italiani di conoscere tre personaggi napoletani legati da un inno nato al fronte (la canzone del Piave): un generale, Armando Diaz chiamato a recuperare posizioni dopo le disfatte causate delle scelte del suo predecessore Luigi Cadorna (piemontese arrogante), un bersagliere Raffaele Gattordo amico di E.A. Mario (pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta) cantautore partenopeo che scrisse in un momento di angoscia per le sorti degli amici al fronte la famosa 'Canzone del Piave'. Inno che divenne leggenda un po' per caso e che legò inconsapevolmente questi tre napoletani. 

Raffaele Gattordo, napoletano nato nel 1890, era un cantante amico di Gaeta e mentre si trovava al fronte in un reparto di bersaglieri cominciò subito a cantare “La leggenda del Piave” del suo amico. I versi patriottici e ricercati, la soddisfazione per la grande battaglia vinta, la musica orecchiabile a tono di marcia fecero sì che in brevissimo tempo la canzone divenisse molto popolare fra le truppe. Il comandante supremo dell’esercito, il generale Armando Diaz, mandò a Mario un telegramma di congratulazioni: «La vostra Leggenda del Piave al fronte è più di un ordine di un generale». Sintetizzando così la spinta motivazionale che ebbe quel l'inno sui soldati al fronte tanto da farlo diventare per alcuni inno nazionale.