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“La neve non è una novità assoluta sul Vesuvio e non è accettabile che non ci siano spalaneve a disposizione del Parco nazionale per far fronte a emergenze come quella di queste ore”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale “nei prossimi approvvigionamenti di mezzi da mettere a disposizione della protezione civile regionale è opportuno prevedere anche l’acquisto di uno o più spalaneve da mettere a disposizione di quell’area”.

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“ Da munnezza a ricchezza”, queste sono le prime parole espresse dal primo cittadino del comune di Terzigno, Francesco Ranieri alla conferenza stampa di presentazione dell’evento “La storia ritrovata: da sito di stoccaggio a sito archeologico”. Ancora vivo il ricordo dell’apertura della cava nel lontano 2000 quando per tamponare l’emergenza rifiuti, fu dato il via libero allo scarico in cava Ranieri. Oggi, a distanza di quasi diciotto anni sono state rimosse circa undici mila tonnellate di rifiuti, l’opera di smaltimento terminerà nel mese corrente, mentre nel prossimo mese di aprile saranno resi noti i risultati delle analisi sui suoli dove giacevano i rifiuti, in collaborazione con Arpac Campania. Aprile è anche il mese che dovrebbe finalmente vedere la luce, l’apertura del Museo Archeologico Territoriale Terzigno, dove saranno valorizzati questi importanti ritrovamenti. Oggi, è stata la vittoria della cultura, quella cultura tanto paventata in campagna elettorale e che oggi, contro lo scetticismo generale, è iniziato a venir fuori, la discarica non ha vinto contro l’audacia del primo cittadino Ranieri, si pensava che tutto fosse sepolto, ma prima l’inserimento di Terzigno nel Grande Progetto Pompei, poi il finanziamento da parte della Regione Campania e da oggi l’inizio di un nuovo percorso per il comune vesuviano. “ Da oggi si pone fine a errori fatti nel passato, ha dichiarato il sindaco di Terzigno, un luogo fantastico oggetto di discarica, ci abbiamo creduto e oggi qui non c’è più una discarica, ma, termina Ranieri, in questo luogo nascerà il Parco Archeologico Naturalistico di Terzigno”. All’evento anche il direttore generale del parco archeologico di Pompei, prof. Massimo Osanna che  ha dichiarato :"da oggi un altro tassello per il recupero del territorio fra i più belli al mondo è stato restituito alla comunità che ci vive e a tutti i turisti del mondo”. La speranza di tutti i cittadini terziengesi è che finalmente questo luogo per anni simbolo del degrado ambientale possa riconvertirsi in luogo della bellezza naturalistica ed archeologica e che da qui nasca una nuova opportunità di ricchezza per l'intero territorio. 

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Terzigno, nel giorno della memoria, avrà un qualcosa di nuovo – e questa volta positivo- da ricordare: una piazza brulicante di giovani liceali mossi unicamente dalla passione di apprendere le tecniche del giornalismo. E’ iniziato, infatti, un costruttivo rapporto di collaborazione tra lo storico Liceo "A. Diaz" di Ottaviano e la redazione “Il Vesuviano”, accordo che si inserisce nel percorso di alternanza scuola-lavoro previsto dal Miur. Trentadue studenti e aspiranti giornalisti, scelti tra indirizzo classico e linguistico, seguiranno di volta in volta lezioni teoriche e pratiche redatte da un gruppo di addetti ai lavori: i giornalisti Carmine Alboretti, Genny Galantuomo, Giovanna Salvati e Antonella Bianco. Il progetto stipulato ha avuto, sin dai primi incontri, un riscontro totalmente positivo: gli alunni si ritrovano ad avere dimestichezza con ambienti professionali e linguaggi specifici vicini al mondo del lavoro, in modo tale da avere maggiore consapevolezza sulla strada futura da scegliere. Nell’ultimo incontro, coordinato da Genny Galantuomo e Antonella Bianco e avvenuto sabato 27 gennaio nella sede de “Il Vesuviano”, sita in Piazza Troiano Caracciolo del Sole, si è parlato di fake news, di come sia importante “filtrare la notizia” e in che modo la professione del giornalista, tristemente bistrattata da molti, necessiti di studio continuo, di un uso impeccabile della lingua scritta e parlata, della capacità di argomentare su diversi settori, ma prima di tutto di coraggio adatto a far valere le proprie idee oltre che di un cuore pieno di passione, in grado di ricominciare ogni volta che si cade. Perché il giornalismo, così come tutti i mestieri, è una missione e va perseguita, giorno dopo giorno, con tutta l’amarezza o la gioia che può arrecare. Qualcuno prendeva appunti, qualcun altro faceva una domanda su un concetto nuovo. Opinioni divergenti trovavano democraticamente un confronto negli occhi di chi ha sete di futuro. Ottaviano concede fiducia a Terzigno per la formazione dei propri studenti, ci si aspetta che Terzigno scelga la sua Terzigno per prendere una direzione, su più fronti, diversa rispetto a quella a cui da anni l’occhio umano, disilluso e stanco, è costretto a guardare.

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Continuo con le mie interviste - chiacchierate con persone che possono insegnarti tanto, in ogni settore della vita. Oggi incontro Annapina, una signora di quarantaquattro anni, di Terzigno, che conosco da tanto tempo e che nel lontano, ma non troppo, 2010, fu definita “ munezzara” per il suo modo di combattere la propria terra, di difendere i figli del Vesuvio e la salute di tutte quelle persone che vivono nei paesi vesuviani e non solo. Partiamo dal 2010, la discarica di Cava Sari, cosa si rievoca nella tua mente? In quel periodo lavoravo a Pompei e da poco mi ero iscritta su uno dei maggiori social. Ero aggiornata sulla questione, grazie soprattutto ai miei amici, che da qualche tempo protestavano proprio lì, sul sito della cava. Quante proteste, attese, speranze che svanivano, speranze affinché ci fosse giustizia. Lì, c’era questo gruppetto di persone pronte a stare in strada pur di far valere le nostre ragioni, intuimmo che bisognava coinvolgere tutti e farlo nel minor tempo possibile. Occupammo prima le scuole, poi la casa comunale. Pensa che la decisione sarebbe stata presa durante un consiglio comunale in cui i cittadini chiedevano invano agli amministratori di evitare il peggio. Come vivevi quei momenti? Ero orgogliosa nel vedere tutti quelli che conoscevo scendere per le strade, non mi sono mai sentita sola, bastava guardarci negli occhi e ci intendevamo. Mi sono vista alla guida di cortei con il megafono in mano, cercando di far tornare la calma, di sera poi, io che avevo paura del buio e delle persone, mi sono ritrovata in tutti i cortei a manifestare. La mia battaglia non si è fermata a Terzigno, anzi, ero in contatto con comitati e associazioni nazionali, con chi protestava da anni contro le discariche, gli scempi ambientali. La mia lotta non si è fermata al mio “ orticello”. Ho partecipato a riunioni in ogni zona della Campania, c’era una solidarietà che mi riportava indietro con la mente ai ricordi dei nonni e al loro passato. Intanto però cosa accadeva? I camion hanno iniziato a versare di tutto in discarica e la “puzza di morte” riempiva i paesi e le case. Questo ha fatto sì che chi era senza scrupolo ha continuato nell’illecito. Non voglio assolutamente riprendere il discorso, il solito discorso, su cosa hanno versato in cava, ma questo ne pagherà le conseguenze con il Signor DIO. Credevo che in quel periodo potessimo cambiare la storia, e invece mai delusione è stata più grande. Da migliaia di persone siamo rimasti in pochi, gli stessi che avevano iniziato questa lotta. Tutti gli altri che fine hanno fatto? Tutti ricattabili? Tutti immuni dalle conseguenze di questo scempio? Ho combattuto in vari modi, cercando una soluzione legale (raccolta di firme per petizioni, registro dei tumori fai da te, convegni) ma anche e soprattutto perché ero sostenuta dalle mie amiche di “ munnezza” pronte a qualsiasi cosa. Loro mamme e mogli che hanno avuto la forza di ribellarsi a tutti e tutto e ancora oggi commentano su come quella storia maledetta ci abbia segnato. Pagine indelebili della storia del nostro Paese, raccontaci un episodio che ti ha colpito? Amavamo andare in giro per la nostra montagna, l’abbiamo vista deturpare e ora anche bruciare. Episodi da raccontare ce ne sono tanti, dai bambini tolti dalle auto compattatori per evitare il peggio (piccoli che volevano fare gesti da eroi) alla mamma che accusava mal di schiena ma che è restata tutto il giorno nel municipio occupato, perché era il suo modo di aiutare, giocando a carte con i figli. Oggi, purtroppo quella mamma non c’è più. E come lei tanti altri, compresa me, ci siamo ammalati. Non è giustificabile chi cerca di ignorare il problema inquinamento e malattie tumorali. Com’è adesso la tua giornata? Oggi le mie giornate sono diverse, la malattia che mi ha colpito è stata affrontata come un “ auto compattatore”, le ho impedito di fermarmi, di togliermi il sorriso, di prendere il sopravvento. La mia forza è stata l’affetto di tutti e la grande umanità del personale che mi ha curato, infiniti grazie a chi mi ha insegnato a sorridere dei guai aggiustandosi una parrucca che per il vento si era mossa e ridendone per prima fino alle lacrime, questa volta però di gioia. Qualsiasi cosa potesse accadere da quel momento dovevano esserci, con le mie ansie, le mie paure, ma mai senza sorriso. Il tuo primo pensiero di mattino? Mi sveglio e ringrazio Dio. Quante volte penso a quello che con la malattia non potrò mai più sperare: un figlio! Desiderato e cercato, ora non potrei più, ci sono condizioni che non me lo permettono, ma questo non mi abbatte, ho ancora tantissime cose da fare. Ho deciso di riprendermi la vita, sorridendo! Che cosa vorresti dire ai tuoi concittadini? Potrei dire tanto, ma evito. Ognuno ha scelto da che parte stare. Io sempre in direzione ostinata e contraria. Questa citazione mi è molto cara. Era la frase di un grande lottatore e pacifista che ancora sento presente nel mio quotidiano. Grazie Domenico, per avermi introdotto nel mondo dei “munnezzari”. Grazie a Rosaria, Ornella, Antonella, Pia, Rosalba, Bernarda, Elena, Celeste e tante altre, alle signore del registro tumori, Rosetta, Annarachele, Giuliana. Sempre e comunque vera forza del paese! Prima di inviarla in redazione quest’intervista l’ho riletta più volte, quante emozioni, una lacrima ha rigato anche il mio volto, soprattutto quando ha citato un ragazzo, un giovane ragazzo, Domenico, che troppo presto ha lasciato questa terra. Un amico di famiglia, un ragazzo dolcissimo con il quale ho avuto il piacere di scambiare diverse opinioni, spero soltanto che tocchi il cuore di qualcuno e che certe cose possano realmente finire. Grazie Annapina per questa emozionante intervista.
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Napoli. Dal 20 dicembre è possibile acquistare, presso l'azienda di trasporti ANM, i titoli di viaggio sui veicoli, in un ritorno al passato molto gradito. La novità non sfiora invece i servizi C.T.P. I pullman su cui è possibile comprare i biglietti – maggiorati di 0,40 centesimi l'uno - sono muniti di avviso sulle porte. Il conducente è munito di blocchetti da 100 ticket, che sono venduti ai capolinea o alle fermate con pensiline apposite. Talvolta, vi è un addetto alla vendita in piedi. La scelta viene dal bisogno di eliminare o limitare l'evasione dei fruitori del servizio. Nel 2017 l'azienda aveva infatti dichiarato una possibile bancarotta, con crollo verticale. Diversi gli scioperi o i disservizi che hanno interessato l'azienda negli ultimi mesi, bloccando i pendolari. Il problema è l'assenza di un controllore che presidi sul mezzo per verificare le l'iniziativa viene o meno seguita, facendo scendere chi è sprovvisto di biglietto e non vuole acquistarlo. Su tre pullman su cinque esso è infatti assente per tutta la tratta. Si spera la questione venga risolta e si possa sfruttare la novità nel modo migliore e più agevole possibile.