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All'anagrafe è registrata con il nome di Angela Annunziata nata il 5 maggio 1915 proprio nel comune vesuviano (era in uso all'epoca nascere  in casa) ma da queste parti la conoscono tutti come Angela "a Traccanese". La nonnina vesuviana oggi raggiunge la veneranda età del secolo di vita a conferma che nonostante i tanti problemi ambientali che affliggono l'area vesuviana c'è chi riesce a superare con lucidità e tenacia le ostilità della vita. Oggi per lei si scomoderanno anche le autorità locali per rendergli omaggio e fargli i doverosi auguri. Alla nonnina vesuviana giungano anche gli auguri della nostra redazione per un compleanno particolare e per una vita vissuta con tenacia nonostante le due guerre mondiali vissute e le due eruzioni del Vesuvio del 1929 e del 1944.

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Un consiglio comunale urgente sullo stato del plesso scolastico della scuola primaria di via Sarno – Parco Verde, a Striano. Lo chiedono i consiglieri comunali di minoranza Luigi Gatti, Vincenzo Coppola, Antonio Del Giudice e Alfonso Serafino dopo che il plesso, lo scorso 30 aprile, è stato chiuso dal sindaco “per lavori di manutenzione urgenti e indifferibili”. Tale urgenza si è resa necessaria a causa dell’allagamento del plesso a seguito di una mezza giornata di pioggia torrenziale. Spiega il consigliere del gruppo “Idea Comune”, Luigi Gatti: “non è ammissibile che una scuola nuova, inaugurata appena quattro anni fa, abbia già di questi problemi e che non è chiaro quale sia la natura degli interventi urgenti effettuati. Per questo chiediamo che l’amministrazione comunale riferisca in consiglio, in modo da informare correttamente la popolazione tutta e quella scolastica in particolare”. Aggiunge il coordinatore del movimento politico “Idea Comune”, Antonio Gravetti: “Ci aspettiamo che il sindaco faccia chiarezza, e dica dove sono le responsabilità, se tali responsabilità sono solo politiche o anche tecniche e quali nomi e cognomi hanno queste responsabilità”

 

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Ho atteso un pò di tempo prima di sedermi davanti ad una fredda tastiera, per cercare di dedicare un pensiero a Chi mi ha insegnato ad amare quelle tavole chiamate palcoscenico. Il 31 marzo del 1996 ci lasciava Agostino Palomba, semplicemente ‘o Professore. Ancor più, il “nostro” Maestro. Colui che trasformava in versi il quotidiano, sempre in possesso di qualche rima per ogni situazione, per ogni circostanza. Ricordo, con grande affetto, quegli abituali inviti che rivolgeva alla nostra compagnia teatrale, all’indomani di un successo, a discutere, davanti ad una buona pizza, dei più svariati particolari che riguardavano il mondo della recitazione, dalle singole abitudini recitative ai miglioramenti da apportare in futuro. Raccontava, con quell’eterno sorriso stampato sul volto, l’origine delle sue straordinarie invenzioni di testi, monologhi che invero solo un immenso talento culturale poteva “partorire”. Ora ci insegnava la dialettica da utilizzare, ora ti parlava di Eduardo, con gli occhi intrisi di gioia e passione, proprio come un bambino che assaggia il primo gelato estivo. Mai banale, mai scontato nel replicare alle nostre richieste, democratico e sinceramente interessato al confronto dialettico. Ci insegnava ad avere fiducia in noi stessi, a sviluppare la curiosità per i fatti del mondo, a conservare il rispetto per la nostra terra d’origine e per le persone. Insomma, tutto ciò era il nostro Maestro. Utilizzo le parole con grande responsabilità, pertanto, nel parlare di Agostino Palomba, attingo anche al termine “amico”, oltre a quello di maestro. Uso questi due termini, perché credo fermamente nel loro significato e nella riconducibilità degli stessi al nostro amato Agostino. E’ triste invece, che le nostre istituzioni, nel corso del tempo, non abbiano mai pensato di realizzare un’opera, intitolargli una strada, insomma esprimere in qualche modo gratitudine per chi non ha mai rinunciato a pensare in grande per la nostra Terzigno, vantandola, a suo modo, in ogni concorso o rassegna teatrale che sia, e sempre con il medesimo grande successo. A me non resta che il ricordo vivo, lo sconfinato amore che mi ha trasmesso per quel meraviglioso mondo chiamato teatro. Termino questi miei pensieri attingendo a due brevi ma significative massime di Eduardo, che penso siano assolutamente adeguate, e quindi “con la tecnica non si fa teatro, si fa il teatro se si ha fantasia”, proprio quel che non mancava di certo al nostro Maestro; e poi “trovare la mia strada nella strada, il teatro che è stato ed è tutto per me". Lunga vita al teatro, onore ad Agostino Palomba.

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Nola. 21 scuole, 24 associazioni, un platea di 20000 ragazzi, esperti dei diritti per l’infanzia, operatori sociali, laboratori per educare al bene comune. E’ la terza edizione del “Festival dei diritti dei ragazzi”, promossa dall’ufficio scuola della Diocesi di Nola, dalla Cooperativa Sociale “Irene ‘95” di Marigliano e dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione e Beni Culturali del Comune di Nola. La manifestazione, che si svolgerà dal 22 al 28 aprile a Nola, rappresenta ormai un importante spazio annuale di confronto e d’incontro sui diritti dei ragazzi. Un’esigenza che nasce “dal basso”, dall’impegno territoriale di creare un movimento educativo e sociale che possa ricostruire gli alfabeti di convivenza, curare lo sguardo educativo sulle cose, la natura e il creato.  I temi più importanti dell’edizione 2015 saranno: l’organizzazione delle città in termini di spazi per il gioco e la socializzazione; le condizioni dell’edilizia scolastica; la mancata offerta di servizi per la prima infanzia (nidi, ludoteche…); la persistente diffusione di maltrattamenti, abusi e violenze, soprattutto entro le mura domestiche e alla conseguente necessità di allontanare i bambini dalla propria famiglia. Il programma mette al centro di questa terza edizione il dovere di superare autoreferenzialità e progettualità isolate ed autonome, ai danni dei più piccoli. Non a caso, lo slogan della manifestazione sarà “Fateci spazio !”, una riflessione sulla necessità di uno spazio, non solo fisico, di cui necessitano le future generazioni. Le attività dedicate ai bambini e studenti, che prenderanno parte alla settimana, saranno: laboratori espressivi, gioco e sport, mattinate al cinema e al teatro e convegni di approfondimento che animeranno la piazza Duomo di Nola; a queste attività saranno affiancate decine di eventi “locali” realizzati nelle sedi e nei comuni di ciascun organismo aderente.L’apertura dei lavori di mercoledì 22 aprile alle ore 10, dopo i saluti istituzionali di Giuseppe Gambardella, Presidente Cooperativa “Irene ‘95", Virgilio Marone, Direttore Ufficio Scuola Diocesi di Nola e Cinzia Trinchese,Assessore Istruzione e BB.CC. - Comune Nola, è affidata all’incontro con Vincenzo Spadafora, Garante Nazionale per il diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e Paolo Mancuso, Procuratore della Repubblica Tribunale di Nola; modera Antonio Corbo, editorialista de “La Repubblica”.

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“Far emergere le eccellenze campane, valorizzare il territorio vesuviano e dare spazio a tutte quelle realtà che operano silenti nel sociale”. Sono questi i tre temi principali della nuova trasmissione “Terra Mia” nata dalla sinergia tra la redazione de “il Vesuviano” e  “Italia Mia”.

 A comunicarlo sono Francesco Gravetti e Genny Galantuomo rispettivamente conduttore ed ideatore del programma televisivo che sarà trasmesso a partire dal 20 aprile tutti i lunedi sera sull’emittente regionale “Italia Mia” visibile sul canale 274 del digitale terrestre.

 

“Nei trenta minuti di programmazione settimanale – si legge nella nota redazionale – verranno ospitati personaggi e rappresentanti istituzionali, nonché esponenti del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo per affrontare temi e problematiche comuni ai paesi dell’area metropolitana a sud di Napoli. Grande risalto sarà dato al mondo dell’associazionismo e del sociale, con uno spazio dedicato che sarà curato dal C.S.V. di Napoli. Intendiamo promuovere il territorio vesuviano e tutte le opportunità che esso offre cercando di far emergere -oltre alle bellezze paesaggistiche e naturali- anche tutte quelle tradizioni che da sempre hanno caratterizzato questa terra indissolubilmente e storicamente legata a “movimenti” del Vesuvio.