Il Vesuviano è diventato un'opera d'arte

Giovedì, 09 Giugno 2016 08:49

Il 21 giugno 2009 con tanti amici vesuviani partimmo da Terzigno per andare a giocare la prima partita di calcio a L'Aquila città colpita ad Aprile dal terribile terremoto che causò morte e disperazione. Volevamo fare qualcosa per quella povera gente. E ci inventammo una partita di calcio  che da sempre unisce popoli e nazioni. A L'Aquila c'era una sola struttura disponibile per poter disputare una parità, in tutto il territorio comunale infatti, le tendopoli avevano occupato ogni campo di calcio e spazi aperti. Ne reperimmo uno di calcio ad otto grazie ad un terzignese-aquilano di adozione, Nando Zanga. Il campo sintetico era quello del San Vittorino, squadra locale militante in seconda categoria. Giocammo sotto ad un acquazzone con gli occhi lucidi ma con la speranza nel cuore e mentre noi giocavamo a pochi chilometri a L'Aquila si riapriva il centro storico dopo le scosse che ne devastarono la bellezza. La speranza nella speranza. Donammo sorrisi ed un buono di 1500 euro che un altro terzignese (dal cuore grande) ci donò per consentire agli amici aquilani di poter ricomprare palloni e divise di calcio. Regalammo sorrisi, gol e vino, quello del Vesuvio che tanto ci fa inorgoglire. In campo anche l'attuale sindaco di Terzigno Francesco Ranieri e tanti terzignesi come il portiere Polizzi, Barra ed il bomber Menzione per citarne alcuni. Per la cronaca vincemmo 10-2.Tornammo da L'Aquila stanchissimi ma con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di importante e nell'intimo ognuno di noi sapeva che quella giornata sarebbe rimasta per sempre dentro ad ognuno di noi. E dopo scrivemmo, come giusto che fosse, quanto avevamo visto e vissuto e percepito in quella terra. Testate nazionali parlarono di noi chiedendosi come era stato possibile organizzare tra macerie e paura una partita di calcio.  Preferimmo rispondere con le azioni e lasciammo il meglio di quella giornata "per noi" scrivendo queste due pagine a quattro mani con il fraterno amico  Diego Macellaro capo spedizione. A distanza di anni quelle pagine ritornano (casualmente) a risplendere di "luce"grazie ad una giovane artista molisana ma ormai vesuviana di adozione, conosciuta tre mesi fa nel luogo in cui l'arte è ancora un baluardo: il museo Emblema. Mi chiese una copia di un giornale locale dove poter lasciare il segno di quella che è la sua specialità, mi capitò questo numero de "il Vesuviano" sottomano che oggi a 7 anni da quella pubblicazione diventa sfondo eterno per un calciatore che vuole continuare a fare gol da Terzigno a L'Aquila, ieri come oggi e spero come potrà essere ancora domani. Il cuore grande dei Vesuviani da stasera è un'opera d'arte grazie all'estro, alla fantasia ed alla genialità ed alla neonata vesuvianità di Sara Petrella...alla quale dico Grazie Assaje Assaje. (Genny Galantuomo)

C’è una storia che si può tranquillamente reperire in rete in cui il protagonista principale è un bambino di 6 anni che con la sua infinita ingenuità chiede al papà quanto costa una sua ora di lavoro. Il papà spazientito della domanda gli dice che ogni sua ora vale 50 euro. Allora il bambino inizia a raccogliere i soldi e non appena raggiunta la quota si reca dal papà e porgendogli la banconota da 50 euro gli chiede se può donargli un’ora del suo tempo. Questa storia commovente racchiude in poche righe la condizione generica di tanti papà assorti nei troppi pensieri per mandare avanti la famiglia o perché intenti a fare carriera. Tutta questa attenzione verso se stessi e poco per chi ci sta affianco genera, molto spesso, disaffezione nei giovani. In particolar modo in quei papà che oltre a degli orari di servizio cercano di fare altri mestieri per cercare di far quadrare i conti togliendo inevitabilmente tempo prezioso alla famiglia. E così, per sopperire a questa perdurante mancanza di tempo ad Ottaviano prende forma, da una geniale intuizione delle docenti Sara Di Martino e Rosalba Carrozza il progetto “Papà di classe”. Si sa quanto ogni uomo sia appassionato di calcio e quale miglior strumento per far stare insieme padre e figlio se non quello del pallone che rotola in mezzo ad un campo di calcio? L’idea prende forma ed in poco grazie alla tenacia alle docenti domenica scorsa ad Ottaviano sono scesi in campo papà e figli. “Papà in classe” persegue proprio questo obiettivo- ha dichiarato la docente dell’Istituto Mimmo Beneventano Anna Fornaro – avvicinare i papà alla scuola per fargli comprendere quanto necessario sia la loro presenza attiva nel processo formativo dei bambini. Questo progetto- ha aggiunto la dirigente scolastica- rientra nell’ambito delle attività di continuità programmate dall’istituto per rinsaldare il patto formativo tra scuola- famiglia e territorio e fruisce del patrocinio del comune di Ottaviano”.

Per la cronaca domenica si è disputato un mini torneo con gare da 25 ‘ sul sintetico di Ottaviano dove alla presenza del primo cittadino Luca Capasso tra polpacci rigonfi e pancette impresentabili i papà degli alunni del “Beneventano” hanno sciorinato prestazioni di tutto rispetto, trascorrendo un tempo che se da un lato si dice essere un galantuomo, dall’altra parte risulta essere davvero prezioso quando si trascorre con gli affetti più cari della vita. L’obiettivo, quindi è stato pienamente raggiunto grazie soprattutto alla tenacia di chi ha ideato questo progetto Sara Di Martino e Rosalba Carrozza ed ha chi ha sapientemente collaborato la docente Andreoli Giovanna. L'auspici ora è che manifestazioni del genere si possano replicare quanto prima...e non soltanto per i bambini.

Entrava in azione al calar della notte, sapeva quali zone non erano presidiate e con fare arguto depositava il proprio carico di rifiuti tessili. È terminata la scorsa notte l'azione criminale di un'imprenditore di nazionalità  cinese ma residente a Terzigno che nottetempo si dedicava allo smaltimento dei rifiuti frutto della lavorazione della sua azienda. L'uomo è stato colto in flagranza di reato dai vigili urbani di Terzigno i quali erano già sulle tracce dell'imprenditore grazie alle segnalazioni ed alle immagini del sistema di video sorveglianza attivo sul territorio vesuviano. Erano da poco passare le 23 quando la punto bianca sulla quale erano caricati i bustini neri con gli scarti tessili è stata intercettata dagli agenti del Comando vigili urbani di Terzigno, l'uomo imboccando via Viviani a ridosso delle scuole medie Giusti si era accostato con l'auto per iniziare a sversare il suo carico. A quel punto è scattato il blitz dei vigili urbani con il supporto dei carabinieri della locale stazione. L'uomo è stato denunciato per abbandono dei rifiuti mentre l'auto utilizzata per il trasporto  stata posto sotto sequestro. Disposti controlli anche sulla azienda della quale è titolare.

Genovese:" a processo perchè difesi Terzigno"

Mercoledì, 02 Marzo 2016 19:50

Questa sera alle ore 20 andrà in onda su italiamia (canale 274 in Campania e 187 nel Lazio) l'intervista al biologo giornalista Angelo Genovese, attivista del periodo in cui si tennero i tumulti a Terzigno e nell'area vesuviana per la difesa del territorio. Angelo Genovese racconta della sua storia postuma agli eventi ed i tre processi penali che ha dovuto affrontare per aver difesoil territorio vesuviano. La puntata si apre con le immagini del fotoreporter Giacomo Acunzo.

"Vi chiedete come mai sia possibile tutto questo? La risposta sta nella fede e nell'amore infinito di Dio"- con queste parole Don Antonio Fasulo, parroco della chiesa dell'Immacolata Concenzione di Terzigno ha aperto l'omelia della messa officiata  per l'ultimo saluto ad Andrea Giugliano, il giovane 19enne morto giovedì sera a seguito delle ferite riportate dall'investimento in via Veneto a Piazzolla di Nola. Un lungo cordone di amici ha accompagnato il corteo funebre dalla casa dell'estinto in via Giugliani fino alla piazza, lungo il percorso sono stati sparsi petali bianchi e confetti candidi come era Andrea. Un ragazzo amato da tutti che si faceva apprezzare per la semplicità e l'umiltà. Tanta commozione sia all'interno della chiesa in cui è stato officiato il rito funebre ma anche all'esterno dove in tantissimi hanno assistito alla messa. All'uscita del feretro un lungo applauso ha salutato Andrea  e centinaia di palloncini banchi con sopra inciso il nome di questo sfortunato ragazzo sono stati lasciati andare verso il cielo. L'emozione ed il dolore sono stampati sui volti dei presenti che non hanno voluto mancare all'estremo saluto ad Andrea strappato alla vita terrena ed all'affetto dei propri cari troppo presto. La bara bianca accompagnata dagli amici di sempre e dallo sguardo smarrito di mamma Giuseppina e del papà Antonio si è poi avviata verso il cimitero di Terzigno in cui da oggi custodirà le spoglie di questo giovane angelo voltato al cielo.

Florin GAVRIL, romeno di 23 anni, domiciliato nel campo nomadi di Santa Maria del Pozzo del quartiere Barra, nella serata di ieri, è stato arrestato dalla Polizia di Stato grazie all’intervento di una delle tante pattuglie dell’Esercito Italiano, dislocate a Napoli. Il 23enne, infatti, approfittando del flusso dei passeggeri che affollavano i tornelli all’uscita della Circumvesuviana, dal lato di Via Galileo Ferraris, sfilava dallo zaino di una donna un telefono Samsung S5. La vittima, accortasi del furto, attirava l’attenzione dei militari che riuscivano così a bloccare il ladro. Il romeno, abilmente, era riuscito a nascondere in un calzino il telefono appena rubato, recuperato e riconsegnato alla vittima. Gli agenti della sezione “Volanti” dell’U.P.G., intervenuti su richiesta dei militari, arrestavano il giovane che, stamane, sarà giudicato con rito per direttissima, perché responsabile del reato di furto con destrezza.

Terzigno dice addio a " Giggino o sportivo"

Mercoledì, 17 Febbraio 2016 00:21

Ci sono uomini che non hanno bisogno di titoli o di onorificenze per esser definiti "grandi". Ci sono uomini che conquistano un mondo di simpatia ed affetto grazie ad una dote ormai smarrita: l'umiltà. E se a questa "caratteristica", innata in pochi, ci aggiungete del garbo, della gentilezza e di una infinita disponibilità verso il prossimo, allora ( per chi ha vissuto alle falde del Vesuvio e dintorni)  non sarà difficile riconoscere un piccolo uomo (di statura) ma un gigante di valori. All'anagrafe è iscritto con il nome di Luigi Parisi classe 1943, una vita di duro lavoro tra la Germania dove per 18 anni ha lavorato prima di fare ritorno all'ombra del Vesuvio, e precisamente a Terzigno. Paese natio in cui egli ritorna proprio negli anni in cui (1981-82) un ragioniere (appassionato di giornalismo) tale Nino De Falco con l'aiuto di alcuni appassionati rileva dal San Vitaliano il titolo calcistico dilettantistico. Nasce il Nuovo Terzigno che dopo la gloriosa parentesi targata Fabbrocini, riavvicina gli appassionati vesuviani al calcio. Il pallone torna a rotolare sul polveroso campo di calcio di via Campitelli ed il  Nuovo Terzigno inizia ad inanellare successi e vittorie. Al sodalizio si lega indissolubilmente Luigi Parisi al quale in pochi giorni i tifosi rossoneri gli affibbiano il soprannome di  "Giggino o sportivo". Delle sue immense qualità umane nel giro di pochi anni se ne inizia a parlare negli ambienti calcistici. Giggino inizia a ricoprire molteplici incarichi nella squadra rossonera. Dal magazziniere, al segretario, da dirigente accompagnatore ad allenatore della juniores. Insomma un factotum che prima delle partite interne non tralasciava il dettaglio:  'livellava' il campo con la sua mirafiori alla quale era legata una rete e,  successivamente, provvedeva anche a tracciare le linee del campo. Il Terzigno e Terzigno rappresentavano molto di più di una passione : erano la sua vita. Una irrefrenabile voglia di  amare a modo suo la sua terra,  nata e coltivata probabilmente nel ricordo di quella cartolina vista da lontano, con gli occhi dell'emigrante e le infinite notti sperando in un ritorno. Che inevitabilmente arriva. Per oltre 15 anni ha seguito e servito il Terzigno facendosi amare da calciatori e dirigenti non solo locali. Ammaliava per la disponibilità e la semplicità in un mondo quello calcistico  dove i "pallonari" ed i "mega direttori" cercavano di farsi spazio o in un modo o nell'altro. Lui conquistava la stima e la fiducia  con una disarmante disponibilità al dialogo. Per tanti tesserati rappresentava un punto di riferimento, era il confidente, l'amico, il fratello maggiore. Ed anche quando era in panchina a fare "l'allenatore" delle giovanili non alzava mai la voce, sempre con la sua eleganza. Quelli nati negli anni 70 lo ricorderanno per la mitica frase con la quale incitava i ragazzini della juniores :" uno duo (diceva così non è un errore) palla lunga e pedalare" . Proprio lui che ha pedalato tanto per vedere i suoi ragazzi segnare gol e gioire, perché a vincere per Giggino non era solo il Terzigno ma vinceva la sua Terzigno, e non a caso ricadde il soprannome di "sportivo", perché lui "sportivo" c'era nato. Quando negli stadi si andava per scaricare frustrazioni e violenza lui regalava bottiglie di vino agli avversari perché lo  "sportivo" era ospitale ed insegnava con l'esempio. Oggi Giggino ha giocato la sua ultima partita con la vita. Lo ha fatto nell'anno in cui dopo oltre trenta anni il calcio terzignese  ha definitivamente ammainato la propria bandiera, siglando il suo ultimo gol. Quello decisivo prima di appendere le " scarpette" al chiodo e di salutare la sua famiglia, la moglie Antonietta, i figli Angelo e Pina e quel figlio che proprio il Terzigno gli aveva portato in dono: l'indimenticato bomber Camillo Annunziata. Giggino se ne va da questa terra dopo un lungo calvario di sofferenza, lasciandoci in eredità un mondo di bene, di insegnamenti ma, soprattutto fatto di tanti piccoli gesti di sana ed innata sportività. Ciao Giggino, piccolo grande uomo di sport. Adesso potrai stendere con calma il bucato rossonero che a te era tanto caro. Buon Viaggio e grazie per quanto c'hai insegnato. 

Quella di stasera sarà una serata che verrà difficilmente dimenticata dagli amanti del piccolo schermo. Tutta Italia infatti, da quella sportiva a quella filo sanremese non mancherà all'appuntamento televisivo: chi per il big match di Torino, chi invece per la bellezza di Gabriel Garko, in pratica stasera gli italiani saranno incollati alla tv in una gara a colpi di share, di registrazioni richieste senza mezzi termini dal Conti televisivo e dai cordiali vaffa prontamente spediti da ex azzurri. In ogni casa, in pratica, qualcuno tiferà per qualcosa in appassionati derby a colpi di sms  e televoto. Noi, invece, stasera la nostra attenzione  la rivolgiamo, a poche ore dal fischio di inizio del match, ad un vesuviano d.o.c. che sarà impegnato insieme ad altri colleghi partenopei nel backstage dell'Ariston alle prese con dive, cantanti, phon ed acconciature "volanti". In pochi lo sanno ma per il secondo anno di seguito Antonio Menzione sarà uno di parrucchieri ufficiali della manifestazione sanremese. In questi giorni il noto coffieur vesuviano in compagnia dell'inseparabile Sabatino Sicignano, ha lavorato alacremente per consentire a  tutte le stars sanremesi di fare la classica "bella figura" sul prestigioso palco dell'Ariston. Da Gabriel Garko ad Arisa, passando per Rocco Hunt e Clementino fino all'inviata della Vita in diretta  Barbara Di Palma sul profilo facebook di Antonio Menzione sono "selfiati" tutti i protagonisti principali di San Remo. Immagini rubate anche con Elton John, Marco Liorni e la Parodi. In pratica il meglio della televisione è stato a contatto con il noto parrucchiere vesuviano. Una bella soddisfazione per Antonio Menzione del team "Idee per la testa- BH Saloon" che dopo la brillante affermazione della scorsa edizione è ritornato a Sanremo con un gruppo di parrucchieri selezionati in tutta Italia tramite il service Al Pacino che tra gli altri vede la partecipazione di altri brillanti operatori del settore come Antonio Fidato di Soccavo e Francesco Cipolletta di Mugnano. Forse loro saranno quei pochi napoletani che dovranno seguire il consiglio di Carlo Conti e registrarla la partita di stasera, per loro davvero Sanremo è Sanremo!  

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