La presenza di una possibile associazione causale tra vaccinazioni e autismo è stata estensivamente studiata e non è stata evidenziata alcuna correlazione. Anche l’ultima ricerca pubblicata nel marzo 2013 sul Journal of Pediatrics (Increasing Exposure to Antibody-Stimulating Proteins and Polysaccharides in Vaccines Is Not Associated with Risk of Autism) conferma tale conclusione in linea con le altre numerose evidenze scientifiche disponibili in materia. Nella ricerca, condotta dai Centers for Disease Control (CDC) di Atlanta (Usa), sono stati studiati 256 bambini con disturbi dello spettro autistico e confrontati con 752 bambini non autistici, quantificando la loro esposizione totale cumulativa, nei primi due anni di vita, ad antigeni contenuti nei vaccini, come pure il numero massimo di antigeni a cui i bambini erano stati esposti nelle singole sedute vaccinali.
I risultati hanno mostrato che:
• il numero totale di antigeni ricevuti entro i due anni di età non differiva nei due gruppi di bambini (con e senza autismo);
• il numero massimo di antigeni ricevuto dai bambini autistici nelle singole sedute vaccinali era simile a quello ricevuto dai bambini senza autismo;
• i bambini affetti da autismo con regressione non avevano ricevuto un numero maggiore di vaccini rispetto ai bambini autistici senza regressione;
• anche se l’attuale calendario prevede la somministrazione di un numero più elevato di vaccini rispetto al passato, grazie al miglioramento delle tecniche di produzione, il numero totale di antigeni somministrati risulta diminuito.
Quest’ultima ricerca conferma le conclusioni del rapporto dell’Institute of Medicine (Iom) (Immunization Safety Review: Vaccines and Autism), basato su una approfondita revisione degli studi clinici ed epidemiologici disponibili sul nesso tra vaccini e autismo, effettuata da un gruppo indipendente di esperti negli Usa.
Vaccino Mpr ( morbillo-parotite - rosolia) e autismo
L’ipotesi che la vaccinazione antimorbillo-parotite e rosolia (MPR) in particolare possa essere associata ad autismo è stata sollevata negli anni Novanta da uno studio inglese pubblicato nel 1998 su The Lancet. L’ipotesi è stata successivamente valutata da numerosi studi condotti sia in Europa che negli Usa, ma nessuno di questi ha confermato che possa esserci una relazione causale tra vaccino MPR e autismo.Gli stessi autori dello studio inglese hanno successivamente ritirato le loro conclusioni e nel 2010 la rivista The Lancet, ha formalmente ritirato tale articolo. Oltretutto è stato riportato che, oltre ai difetti epidemiologici di questo studio, numerosi fatti circa la storia anamnestica dei pazienti fossero stati falsificati dall’autore Andrew Wakefield (radiato dall’Ordine dei medici) per supportare i risultati e che l’intero studio fosse distorto da interessi economici. L’Autore è stato radiato dall’Ordine dei medici per il suo comportamento.
Gli stessi autori dello studio inglese hanno successivamente ritirato le loro conclusioni e nel 2010 la rivista The Lancet, ha formalmente ritirato tale articolo.
Successivamente la revisione di numerose organizzazioni scientifiche inclusa l’American Academy of Pediatrics, come pure una revisione di numerosi studi epidemiologici condotti in diversi Paesi europei, hanno raggiunto le medesime conclusioni, respingendo perciò l’ipotesi di una relazione causale tra vaccino Mpr e autismo.
I risultati di due studi scientifici recentemente pubblicati su una delle riviste mediche più accreditate a livello mondiale, il British Medical Journal (uno il 5 gennaio 2011 BMJ 2011; 342: c5347; l’altro pubblicato l’11 gennaio 2011 – BMJ 2011; 342: c5258) hanno decretato l’infondatezza di questa associazione . Purtroppo qualche isolata sentenza rischia di avere il solo risultato di far perdere fiducia in uno strumento preventivo fondamentale per la salute dei bambini e di tutta la popolazione, con conseguente ri-emergenza di malattie gravi e talora anche mortali, come il morbillo, inducendo peraltro nei genitori di bambini affetti da una seria patologia come l’autismo la falsa convinzione di aver trovato la ragione di tante sofferenze patite. E certamente questi genitori non meritano un’ulteriore falsità sulla condizione dei propri figli.
Fortunatamente una sentenza del 20 gennaio 2015 conclude così: «In quanto all’esistenza o meno di nesso di causalità, va osservato che esso non è stato ritenuto esistente in quanto le patologie psichiatriche (autismo, ritardo mentale) trovano origine in noxae patogene [ una “noxa patogena” è qualcosa capace di procurare un danno] diverse dalle vaccinazioni a cui il minore è stato sottoposto, non configurandosi quindi l’esistenza dei presupposti per poter usufruire dei benefici della legge 25 febbraio 1992 n. 210» (L’art. 1 della legge 210 del 25 febbraio 1992 garantisce l’indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati. Il testo dell’art. 1 è il seguente: «Chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato».)
“Ciò che deve essere messo al primo posto nella pratica medica è il benessere del paziente; e tra tutti i modi possibili per farlo stare bene dovrebbe essere scelto il meno fastidioso” Ippocrate (Medico, "padre" della Medicina, 460-377 a.C.)
Dott. Antonio Catapano - Pediatra di libera scelta