Si chiama Unfiil la missione di pacekeeping che da diversi anni vede ormai dislocati in una vasta area del Libano i soldati italiani impegnati in prima linea sul terreno per stabilizzare un'area calda del medioriente. In questo contesto di equilibri labili succede che, molto spesso, le autorità locali deroghino il ruolo ed i compiti istituzionali alle componenti internazionali schierate sul terreno. Da queste parti storie di morte e sacrificio si registrano quotidianamente, ed una speranza concreta la rappresentano proprio i soldati italiani. Tra le tante storie di vite strappate alla morte c'è, per fortuna, anche quella di un piccolo bambino libanese di 9 anni affetto da anemia aplastica più comunemente nota come aplasia midollare, una patologia che obbliga questo sfortunato bambino ad una vita di privazioni senza poter andare a scuola o giocare a calcio. Questa triste vicenda non è passata inosservata agli occhi ed al buon cuore dei militari italiani in missione in Libano posti sotto il comando del Colonnello Alessandro Tassi, il quale dopo aver trovato una struttura adeguata in Italia che potesse accogliere e curare il piccolo libanese, grazie anche al ruolo determinante della Regione Friuli, ne ha prontamente disposto il trasferimento in Italia. L'altro giorno il volo della speranza si è levato dal Libano per accompagnare lo sfortunato bambino ricoverato presso l'istituto infantile "Burlo Garofalo" di Trieste. Struttura ospedaliera presso la quale nei prossimi giorni sarà sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Anche l'Udinese calcio ha voluto far sentire la propria vicinanza al bimbo libanese donando una maglia firmata dal calciatore De Paul. L'evento dimostra, ancora una volta, quanto utile possa essere l'impiego il personale dell'Esercito Italiano dislocato nelle aree calde del mondo a tutela anche dei più indifesi. Sull'episodio è intervenuto il Colonnello Tassi, comandante del Reggimento di Supporto della brigata "Pozzuolo del Friuli" dislocata in Libano. "Per il Reggimento è stato un risultato importante - dichiara Tassi- soprattutto perché siamo riusciti a coinvolgere una intera regione per aiutarci a raggiungere questo obiettivo, che all'inizio sembrava improbabile, a dimostrazione che, quando si vuole, il sistema Paese esiste e funziona. Ora- conclude l'alto ufficiale dell'Esercito- non ci resta che sperare che il nostro piccolo amico guarisca presto e possa fare ritorno in Libano."
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Quando i "soldati di pace" scendono in campo
Mercoledì, 15 Marzo 2017 07:44 Scritto da Antonella Bianco Pubblicato in Mondo Letto 2809 volteUltimi da Antonella Bianco
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