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Vign'Amo alla riscoperta della cultura vesuviana

Giovedì, 07 Maggio 2015 21:18 Scritto da

La voglia di riscoprire il territorio e di valorizzarlo con iniziative legate alla cultura ed ai sapori della terra vesuviana nasce così Vign'Amo"- Da Capri al Vesuvio a suon di Vino: l'iniziativa che coinvolgerà il vesuviano ed oltre si terrà Domenica 10 maggio alle falde del Vesuvio presso l'azienda vinicola Sorrentino a Boscotrecase (Na). Dalle 16.00 sarà possibile effettuare una passeggiata nell'immenso vigneto per comprendere le teniche di viticoltura vesuviane. A seguire sarà presentato il libro:l'eco del Diavolo scitto dall'avv. Alfredo Ranieri e dalle 18.30 l'aperitivo si evolverà nel dj set di dj khenzo e continuerà fino al calar del sole. Il tutto godendo dell'ottimo vino, con intorno un panorama mozzafiato! Vign'Amo, L'aperitivo radical chic del Vesuvio

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Il 28 aprile il cantautore romano Amedeo Minghi farà tappa al teatro Diana a Napoli dove presenterà il suo ultimo lavoro discografico “suoni tra ieri e domani” un lungo viaggio tra le canzoni scritte da Minghi per altri autori che l’artista romano ha voluto riproporre con la sua voce dopo tanti anni. Successi firmati per Gianni Morandi, Marcella Bella, Anna Oxa, Rita Pavone e Mietta solo per citarne alcuni che sono stati rivisitati nella loro versione originale così come Minghi le concepì e che il pubblico potrà ascoltare con il solo supporto melodico del pianoforte. In un viaggio a ritroso nel tempo queste canzoni propongono al grande pubblico la vena artistica di un Minghi autore già apprezzato alla fine degli anni sessanta molto prima che il successo coronasse una produzione artistica intensa e sempre imperniata sull’amore e tutte le sue varie sfumature. Ad assistere al concerto di Amedeo a Napoli ci sarà sicuramente una delle sua fan più appassionate e vicine: Titti Canzano una signora di origine casertana che abbiamo contatto per conoscere da vicino come ci si appassiona della musica e di un cantautore come Amedeo Minghi. Ed abbiamo scoperto che questa inossidabile sostenitrice di Minghi ad oggi ha assistito ad oltre duecento concerti in giro per l’Italia… 

Quando e come nasce la tua passione per la musica di Amedeo Minghi? “La mia ammirazione nei confronti della musica Amedeo Minghi nasce negli anni '90 al tempo del codino, della vittoria di Mietta a Sanremo con "Canzoni" scritta da Minghi; in quegli anni mia madre seguiva la telenovelas "Edera" la cui sigla era "I ricordi del cuore" e, insomma, ciò che mi affascinò fu dapprima questo personaggio nuovo, originale, assolutamente riservato e misterioso. Il cantar veloce di Minghi, il suo porsi composto, inimitabile e nobile e quel sorriso durante le sue interpretazioni, mi colpirono profondamente e cominciai ad ascoltarlo con attenzione. Fu così che nacque la mia passione”. Per molti critici la musica e le canzoni di Minghi sembrano essere sempre sullo stessa tema, cosa rispondi a chi con superficialità dice queste cose. “Anche se un po' risentita, rispondo con risolutezza, perchè fiera di essere una minghiana,  che Minghi va  ascoltato con sentimento; un valore che non tutti posseggono in quanto la sua arte è rivolta ad un pubblico dall'animo sensibile, dal momento che le melodie di Minghi invadono profondamente”. Hai conosciuto persone che si sono innamorate con le sue canzoni? “Si! Ho conosciuto persone che si sono innamorate con le sue canzoni, che hanno dato il via a storie importanti, che si sono sposate col sottofondo de "L'immenso" e di "Vita mia". A quanti concerti hai assistito  nella tua vita? “ Mah... non li conto più! Comunque oltre duecento”. Quante persone hai avuto modo di conoscere e che come te condividevano la stessa passione? “Tante, tantissime! Sono nate delle belle amicizie, d'altra parte siamo accomunati tutti dalla stessa passione e quindi l'intesa è scontata. Ci sentiamo telefonicamente, ci ospitiamo a vicenda in occasione dei concerti, viaggiamo insieme e ci divertiamo tanto perché viviamo il concerto prima, durante e dopo, conservando poi tanti straordinari ricordi”. La tua canzone preferita e perché? “Beh, io amo tutte le canzoni di Amedeo, ma dovendo sceglierne una dico "Sognami", perchè è quella che più mi ha fatto, appunto, "sognare", seguita da "Vivi e vedrai" che è nata in un periodo bellissimo della mia vita”. Quali sensazioni ed emozioni vivi quando ascolti la musica di Amedeo Minghi? “Nell'ascoltare la musica di Amedeo Minghi, le sensazioni cambiano a seconda del testo, di ciò che esso rappresenta, del contesto in cui l'ascolto, ma sono assolutamente sensazioni speciali”. C'è un aneddoto particolare che ti lega ad Amedeo? “Al mio primo concerto di Minghi, ero poco più che una ragazzina e fu in una piazza. L'emozione era a mille e non credevo fosse possibile provare tanta gioia tutta in una volta. Dopo lo spettacolo, Amedeo, protetto da una fila di poliziotti, si avviava a raggiungere l'auto, io mi intrufolai tra questi che mi invitavano ad allontanarmi. Ero quasi disperata; c'era lui a due passi da me, l'artista che amavo, con quel codino biondo che spiccava sulla giacca dal colore azzurro, ed era reale, non stavo guardando la tv, né un giornale, c'era Amedeo! Allora accadde che, vedendo smarrita tra la folla e non potendolo raggiungere in alcun modo, mi rivolsi direttamente a lui, gridando: "Amedeo ti prego, fammi sfiorare almeno un dito". E fu così che lui, sorridendo, si voltò verso di me e mi strinse la mano. La sua dolcezza. l'avermi capita ed accontentata, sono rimasti nel mio cuore come ricordo indelebile, anche oggi che ho la possibilità di partecipare ai meeting e poter parlare con lui senza problemi”. Il 28 aprile Amedeo sarà in concerto a Napoli, nella sua produzione artistica ci sono molti omaggi alla lingua napoletana. Speri che in futuro possa ancora comporre canzoni in napoletano? “Amedeo ha dato tanto, ogni suo lavoro è eccezionalmente originale, se dovesse riproporsi con qualche pezzo napoletano... ben venga”!  Volendo inviare un messaggio ad Amedeo cose gli scriveresti? “Ad Amedeo invio, di tanto in tanto, messaggi sulla pagina Facebook, ma il mio preferito è sempre "Amedeo sei l'immenso".

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Passano gli anni, si alternano le trasmissioni, cambiano i personaggi ma rimane una sola grande certezza all’interno di questo nostro  sconquassato palinsesto televisivo ed è lei: Maria De Filippi, che con Amici edizione14, ancora una volta ha fatto man bassa di ascolti ergendosi, qualora ce ne fosse ancora bisogno, ad unica ed incontrastata regina della televisione italiana.

Alla “regina Elisabetta” nostrana non è bastato sabato 11aprile aggiudicarsi la guerra degli ascolti, non è bastato fare il pieno di share, non è bastato umiliare Antonellina Clerici che, di rosso vestita, non è riuscita nemmeno a portare a casa la pelle con la sua trasmissione “Senza parole” - un misto di pietismo, squallore con una consistente dose di piagnistei vecchia maniera e vecchia tv- ma Lady Mary ha voluto ribadire che Amici è la versione Mediaset del Festival di Sanremo.

Dentro Maria “la sanguinaria” De Filippi albergano varie donne: dalla pettegola che sta davanti all’uscio di casa a fare il “tagli e cuci” con le comari nel talk dei sentimenti “Uomini e donne”, alla ragazza sensibile e timida (quando intervista grandi star hollywoodiane) di “C’è posta per te”, passando per l’ironica e spensierata mattatrice di “Tu sì que vales” fino ad arrivare alla determinata, cinica ed anche un po’ megalomane di “Amici”.

Da tempo i ragazzi della scuola ed i professori sono stati confinati ad un ruolo di “contorno”, almeno per ciò che concerne la fase finale, e lo spazio è tutto risucchiato dallo show nel senso più crudo e spietato del termine. Durante la prima puntata del serale di “Amici”,ormai fucina di talenti ballerini e canterini, Maria non si è fatta mancare proprio nulla. I due capi squadra Elisa (squadra Blu) e “miss puzza sotto il naso” Emma (squadra Bianca) si sono date battaglia per aggiudicarsi le due manches. A giudicare i ragazzi e a dare loro consigli- la maggior parte dei quali nemmeno poi tanto bene accetti, gli allievi si sentono già dei divi- la veterana e sempre ben rifatta Sabrina Ferilli, la new entry Francesco Renga e giudice speciale –ahimé solo per una sera- il maestro Renato Zero. Dalla prossima puntata il “caso da riabilitare” Loredana Bertè prenderà il suo posto. Quarto giudice della serata Biagio Antonacci.

La gara, molto serrata, ha visto i ragazzi delle rispettive squadre duettare con artisti del calibro di Gianni Morandi ed i Modà. Ospiti stranieri gli “Sheppard” che hanno cantato il tormentone “Geronimo”. Il siparietto comico è stato affidato alla bella e brava Virginia Raffaele che ha imitato, manco a dirlo Belén, ed ha scherzato con Emma che, sempre più piena di sé, ha cercato di essere ironica (ma senza riuscirci) alle battute della Raffaele/Belén.

Maria, come un falco, ha vigilato sulla trasmissione. La mossa di portare Elisa nel talent è stata a dir poco geniale, la cantante friulana rappresenta, infatti, un modo di fare musica, non solo internazionale, raffinato e di classe, ma che si scosta da quella mediocrità imperante nel panorama musicale e di cui Emma, a mio avviso, è una delle rappresentanti maggiori. L’altro colpo di genio defilippiano è stato quello di ritagliare uno spazio-riflessione per Roberto Saviano. L’oratore ha intrattenuto il pubblico con uno dei suoi “sermoni”, ha sensibilizzato su temi quali immigrazione, rispetto per l’altro e tolleranza, il popolo urlante e nazionalpopolare di Amici. Togliersi di dosso a poco a poco il radicalismo chic di cui è sempre più imperniata la trasmissione di Fazio, non può che fargli bene.

 

Insomma tutti alla corte di Maria e noi non possiamo far altro che inchinarci dinnanzi a colei che, con le sue trasmissioni, trash o meno, rappresenta e descrive alla perfezione uno spaccato di Italia in continua smania e alla continua ricerca del proprio posto al sole. 

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La dama velata rilancia la fiction Rai

Domenica, 12 Aprile 2015 10:30 Scritto da

Quando si dice fare centro! Finalmente mamma Rai ha partorito una fiction in costume capace di attrarre il pubblico con una trama avvincente e con protagonisti giovani, freschi, belli e soprattutto bravi. La dama velata è un successo di pubblico e di critica e ci regala un prodotto capace di intrigare e rinfrancare quella piccola ma consistente fetta d’Italia che non ne può più delle assurdità propinate dalla soap Il Segreto e che con faceva altro che rimpiangere da anni Elisa di Rivombrosa e le sue appassionanti storie.

La dama velata ambientata a Trento alla fine dell’Ottocento si inserisce alla perfezione all’interno del tessuto storico-sociale dell’epoca, attingendo a piene mani dal feuilleton (romanzo d’appendice che veniva pubblicato a puntate su quotidiani e riviste) ed ispirandosi liberamente al film di Alfred Hitchcock: Rebecca, la prima moglie, ma la trama è tutta moderna, nata dalla fantasia e dalla creatività di Lucia Zei.

Prodotta da RaiFction, Lux Vide e TeleCinco Cinema, diretta da Carmine Elia ed interpretata magistralmente dalla bella e brava ex miss Italia Miriam Leone e dal fascinoso Lino Guanciale, La dama velata racconta la storia di una ragazza (Clara) che, ripudiata dal padre poiché ritenuta responsabile della morte dell’amata moglie che morì dandola alla luce, viene cresciuta da una famiglia di contadini nelle campagne di San Leonardo, podere del conte Grandi gestito dal perfido cugino di Clara Cornelio (Andrea Bosca). Il conte Grandi (Luciano Virgilio) costringe Clara ad un matrimonio combinato per donare alla famiglia un erede maschio e per salvare l’onore minato dai rapporti equivoci che la ragazza ha intrecciato con Matteo, un trovatello cresciuto dalla stessa famiglia di contadini che ha accolto Clara. Il vecchio padre la costringe ad unirsi dunque con lo scapestrato conte Guido Fossà (Lino Guanciale) uno sfrontato strafottente, che passa le sue notti tra il tavolo da gioco, le prostitute e il bere, che si porta dietro un passato oscuro fatto di morte, intrighi, passioni e soprattutto ricatti. L’unione combinata si trasformerà ben presto in qualcosa di diverso e Clara, si troverà a fare i conti con i fantasmi del passato di suo marito. Gettata nelle acque dell’Adige e creduta da tutti morta, Clara ritornerà, come una novella Fu Mattia Pascal al femminile, coperta da un velo nero sul volto per scoprire tutta la verità sulla sua vita e sul suo passato. Ad ordine sordide e vendicative trame c’è la zia Adelaide (Lucrezia Lante della Rovere) che, mossa dall’interesse e dall’avidità insieme al figlio Cornelio, farà di tutto pur di assicurarsi il patrimonio della famiglia Grandi.

 

In questa fiction c’è un mix ben congeniato di thriller, mistery accompagnato da una buona dose di melò. Gli echi del Bildungsroman (romanzo di formazione) sono forti e palesemente evidenti. La nostra protagonista attraversa infatti tre fasi: dalla contadina spensierata, alla giovane donna infelice costretta a vivere intrappolata nelle convenzioni sociali ed in un matrimonio combinato, per finire velata e nascosta pur di ottenere il suo riscatto e raggiungere la verità. Può essere considerata sicuramente un’eroina moderna che rivendica il proprio spazio nel mondo e rappresenta la rivalsa del “sesso debole” sui soprusi degli uomini; insomma una Giovanna d’Arco in salsa trentina. Non mancano naturalmente abbandoni, ricongiungimenti, veleni, tradimenti e tutte quelle componenti che piacciono tanto a noi donne romantiche, e non ultima la storia d’amore che si insinua prepotente tra le pieghe del dramma. Una fiction che appassionerà sicuramente il pubblico femminile ormai stanco dei soliti processi in tv, delle trasmissioni spazzatura della D’Urso, del qualunquismo dei talk politici e soprattutto delle partite di calcio a tutte le ore del giorno e della notte!. 

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Dare voce alle associazioni, al mondo del volontariato e, in generale, del terzo settore: questo l’obiettivo della rubrica “Noi”, che Il Mattino, sul proprio sito internet, ha lanciato in collaborazione con Comunicare il Sociale, la testata giornalistica del Csv Napoli, il Centro di servizio per il volontariato di Napoli e provincia

Saranno raccontate le storie di chi ogni giorno sceglie di dedicare parte del suo tempo agli altri, alle fasce deboli e a chi vive situazione di disagio e bisogno. Storie di solidarietà ma anche di denuncia, che mettono in evidenzia gli aspetti sociali della città di Napoli, della provincia e dell’intera Campania. "Sono più di 1500 le associazioni di volontariato con le quali siamo in contatto e richiedono i nostri servizi: Grazie a Il Mattino daremo voce al loro impegno”, spiega il presidente del Csv Napoli, Giuseppe De Stefano