Qualche fiammata pericolosa di Insigne e Callejon non è bastata ad avere la meglio contro la sempre più sorprendente Atalanta di Gasperini. Gravissime le disattenzioni difensive che hanno permesso a questi giovani ragazzi, pieni di talento e voglia di affermazione, di vincere meritatamente al San Paolo nonostante l’uomo in meno negli ultimi 25 minuti di gara. E la batosta casalinga contro gli orobici proprio non ci voleva per il Napoli di Sarri, non solo perché ha perso un’occasione d’oro per rimanere sulla scia della Roma e quindi di tenere viva la speranza di avvicinarsi al secondo posto, ma anche perché avrebbe potuto affrontare l’imminente “periodo di fuoco” con maggiore autostima e maggiore serenità psicologica. Infatti i prossimi tre impegni degli azzurri sono senza dubbio le tappe decisive del campionato, quelle da cui dipende il senso ultimo di questa stagione “un po’ così”, caratterizzata sia da vittorie roboanti e convincenti, soprattutto in trasferta, che da alcune delusioni inaspettate contro squadre di bassa classifica. Il primo impegno, quello di martedì 28 febbraio, è probabilmente quello principale, ossia la semifinale d’andata di Coppa Italia allo ‘Stadium’ contro la Juventus, dato che, a questo punto della stagione, la conquista della Tim Cup sembra essere l’unico obbiettivo fattibile per i partenopei. Per carità, la distanza dal secondo posto non è assolutamente incolmabile, ma per impensierire realmente questa ritrovata e rimotivata Roma, reduce da un meritatissimo passaggio di turno in Europa League contro l’ostico Villareal e da una lodevole reazione d’orgoglio in campionato subito dopo la debacle al Marassi contro la Sampdoria, ci vuole una rivoluzione nell'approccio della fase difensiva profonda e repentina. E sarà proprio la Roma, il prossimo sabato alle ore 15:00, l’antagonista dei partenopei nel secondo atto di questo girone infernale. La compagine azzurra, che in campionato ha già perso la sfida d’andata con i giallorossi al San Paolo, non ha una buona tradizione di risultati all’Olimpico contro ‘la Lupa’: l’ultima gara in cui gli azzurri sono riusciti ad espugnare la roccaforte capitolina risale infatti al febbraio 2011, grazie ad una doppietta del ‘Matador’ Cavani. Dunque servirà davvero una grande lucidità mentale ed un generoso spirito di sacrificio in tutti i reparti per ripetere l’impresa di sei anni fa. Il mini-ciclo da incubo si concluderà poi il 7 marzo al San Paolo con la gara di ritorno contro i ‘Galacticos’ valevole per l’accesso ai quarti di finale di Champions League. Qui forse strategie tattiche, ipotetici stratagemmi risolutivi o elucubrazioni mentali intrise di speranza tenderebbero a disperdersi nell’etere senza poter dire qualcosa di veramente utile: il gap tecnico che si è visto nella gara d’andata contro i campioni d’Europa e del Mondo è stato netto ed inequivocabile. Quindi sia la società che l’ambiente farebbero bene a non caricare la supersfida di coppa con inutili tensioni o illogiche pretese, e a non considerare questa partita come l’ultimo grado di giudizio per sancire in via definitiva la bocciatura o la promozione della squadra in questa stagione o del lavoro complessivo di Sarri. Ovviamente i partenopei hanno tutto il diritto di crederci e di affrontare i fuoriclasse del Real a viso aperto, con il dovuto rispetto ma senza timori o remore psicologiche, fattori che invece hanno purtroppo condizionato il match di andata al Bernabeu.
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