La realtà supera la fantasia. A volte capita e non sempre è piacevole. Recenti episodi di cronaca legati ad un evento sportivo hanno reso particolarmente attuale questo vecchio proverbio, che si vorrebbe di matrice romantica o vagamente ottimistica. C’è una data che in tanti non hanno dimenticato: 31 agosto 2008. “Ritorna il campionato e ritorna la violenza”, si lesse sui giornali e sui siti internet e si ascoltò a ripetizione, fino alla nausea, nei telegiornali nazionali. Partita, Roma-Napoli. Millecinquecento tifosi napoletani – dissero e scrissero – quel giorno presero in ostaggio un treno delle Ferrovie dello Stato. A volto coperto, brandendo bastoni e lanciando petardi, misero in agitazione la stazione di Napoli alle 9 di mattina, sotto gli occhi della polizia in assetto antisommossa. Centinaia di passeggeri furono costretti ad abbandonare i loro scompartimenti, spaventati dall’inaudita violenza. Durante il viaggio, quei tifosi devastarono quel treno: tendine strappate, sedili tagliati, finestrini danneggiati, servizi igienici divelti. Danni per almeno 500.000 euro. Ma non è tutto. Alla stazione Termini di Roma, questi tifosi si resero protagonisti di ulteriori barbarie. L’esplosione di un grosso petardo provocò il panico tra i passeggeri, altri danni incalcolabili, tensioni, feriti. Che barbari! Tutto quanto riportato si ritrova, a scanso di equivoci, tuttora su internet, basta una semplice ricerca. L’opinione pubblica, naturalmente, non si lasciò sfuggire l’occasione per condannare implacabilmente quei vandali, oltre che per biasimare, manco a dirlo, l’intero popolo napoletano. E poco importava che le immagini delle televisioni facessero vedere sempre e solo qualche poltroncina un po’ sgualcita e sempre e solo l’unico vetro rotto di quel treno. Né tantomeno importava che le immagini della stazione di Termini mostrassero quei millecinquecento napoletani che correvano ma semplicemente perché in ritardo per la partita, non per colpa loro. Di questi, soltanto uno aveva in mano un fumogeno acceso. Cantavano qualche coro contro la Capitale, d’accordo. Ma a parte ciò, nessuna minaccia, nessuna violenza. Nessun danno. Ma a nessuno interessava. La giustizia sportiva non tardò ad emettere il proprio verdetto: trasferte vietate ai napoletani per l’intero campionato, curve dello stadio San Paolo chiuse per tre turni. Ma in tanti si sentirono il diritto di dire la propria. Il capitano della Fiorentina, Riccardo Montolivo, ad esempio, sentenziò senza mezzi termini che un solo turno a porte chiuse era una pena troppo lieve, per quegli incivili. Naturalmente, il caso finì anche in Parlamento, laddove ci sarebbero questioni più importanti da parlamentare e possibilmente risolvere. Tante chiacchiere, come al solito. Soltanto con colpevole ritardo, quando ormai non interessava più a nessuno o quasi, venne a galla la verità: fu tutto una montatura. Trenitalia non subì nessun danno, anzi fu condannata per non aver dato la possibilità a quei tifosi napoletani di viaggiare in condizioni dignitose. Fu tutta fantasia, insomma. Ci hanno pensato poi alcuni supporters del Feyenoord, guarda caso sempre a Roma, a rispolverare quel vecchio proverbio della realtà che supera la fantasia. Oltre che a mettere a nudo l’inadeguatezza di una nazione che non riesce a garantire la debita sicurezza ai propri cittadini ma che è brava solo ad indignarsi, per poi dimenticare. E di fronte a Roma devastata, stavolta per davvero, si sono indignati in tanti. In tanti hanno parlato. Anche quelli che, meno di un anno fa, quando un giovane napoletano fu colpito a morte, sempre per una partita di calcio e sempre a Roma, hanno preferito stare zitti. Ma questa è un’altra storia.
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Quando i tifosi "invadono" Roma accade sempre che la realtà supera la fantasia...
Sabato, 21 Febbraio 2015 23:55 Scritto da Pasquale Stanziano Pubblicato in Sports Letto 1817 volteUltimi da Pasquale Stanziano
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