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Volley, S.Giuseppe Terzigno vittoria e vetta!
Ischia. Vittoria e vetta della classifica per la San Giuseppe Terzigno Volley nell'ultimo turno stag ...
San Giuseppe Terzigno Volley, show al debutto
Lunedì, 07 Novembre 2022 23:00 Scritto da Genny GalantuomoSan Giuseppe Terzigno 3
Volley World Napoli 0
(25-12, 25-14, 25-14)
San Giuseppe Terzigno Volley:
9 Vondrachek, 10 Boccia, 19 Bravaccio, 26 Annunziata, 28 Palmieri, 99 Ranieri. Entrati: 2 Tufano, 11 Ascolese. All. Casillo
Volley world Napoli:
24 nardone, 73 Di Maso, 18 Giannetti, 12 Scognamiglio, 30 Tessitore, 14 Coppa. entrati:10 Hysenllari, 13 Soave, 9 Autorino, 5 Zinna. All. Nevola.
Arbitro: Amabile di Castellammare di Stabia
Terzigno. Migliore debutto non poteva esserci per la San Giuseppe Terzigno Volley. I vesuviani alla prima uscita stagionale nel campionato di prima divisione vincono agilmente per 3-0 contro i malcapitati avversari della Volley World Napoli. I ragazzi di mister Emilio Casillo hanno sempre gestito la gara in scioltezza concedendo poco agli ospiti. In un palazzetto pieno di spettatori i gialloble-rossoneri hanno dominato i tre set con parziali schiaccianti (25-12, 25-14, 25-14). Nulla da fare per gli uomini di Nevola che devono arrendersi alla superiorità tecnica di Boccia, Annunziata e Vondrachek. Entusiasmo e gioia nelle parole del direttore tecnico Antonino Milone che a fine gara ha ringraziato la squadra per l’eccellente prova fornita.
San Giuseppe Terzigno Volley, due comuni una sola bandiera
Martedì, 25 Ottobre 2022 14:34 Scritto da Genny GalantuomoÈ arrivata nella serata di ieri la notizia che la società rossonera abbia manifestato la volontà di mettere vendita il titolo sportivo dell’Asd Terzigno 1964. Un fulmine a ciel sereno per i tifosi terzignesi. Dopo una stagione esaltante con un girone di ritorno che ha visto il Terzigno protagonista di prestazioni e risultati convincenti, ora arriva la doccia fredda. Secondo i bene informati nella serata di ieri è stata intavolata una trattativa per il trasferimento del titolo di promozione in un comune in provincia di Napoli. Alla base della scelta di cedere il titolo la perdurante indisponibilità dello stadio comunale. Nella stagione appena trascorsa, infatti, i rossoneri hanno dovuto peregrinare in diversi impianti per disputare sia le gare interne (Ottaviano e Brusciano) che gli allenamenti organizzati tra Sarno e Boscoreale. Una situazione insostenibile sia dal punto di vista pratico che economico, nonostante l’encomiabile impegno, i sacrifici e la dedizione della dirigenza rossonera. A rendere ancora più amara la giornata anche i saluti dell’ormai ex tecnico Michele Califano, il quale, proprio ieri, tramite i social, ha salutato il Terzigno con parole di elogio per la società, i tifosi e soprattutto per i calciatori che lo hanno seguito nell’ultimo campionato. Le prossime, quindi, saranno ore decisive per il futuro del Terzigno; in molti sperano in una salvezza in extremis con l’auspicabile intervento da parte del primo cittadino vesuviano Francesco Ranieri (con un passato da ex calciatore rossonero) criticato per il ritardo nella consegna dell’impianto sportivo cittadino. Stadio che sarebbe dovuto essere stato consegnato a dicembre dello scorso anno ma che per lungaggini burocratiche e rinvio della gara di appalto, resta ancora inagibile. Il conto alla rovescia è iniziato per quella che si preannuncia essere un’estate molto rovente alle falde del Vesuvio.
Da Poggiomarino a New York, il sogno di Riccardo Lettieri è realizzato
Martedì, 09 Novembre 2021 07:33 Scritto da Genny GalantuomoLa Maratona delle maratone, quella che è definita dai podisti la madre di tutte le battaglie: la maratona di New York ha visto ai nastri di partenza, nella edizione 2021, anche un giovane atleta di Poggiomarino: Riccardo Lettieri, figlio di Saverio presidente della locale associazione podistica Joy of running, (la Gioia di correre) . È proprio nel nome di questa associazione si ispira Riccardo,la gioia di correre per dimostrare di potercela fare con impegno e spirito di abnegazione. Dietro alla mera competizione sportiva, si delinea un progetto rivolto ai giovani che intendono misurarsi e confrontarsi con la vita di tutti i giorni con particolare attenzione a quelli che intendono emergere sapendo di dover superare ostacoli così come è una maratona, una corsa lunga e piena di insides. Una filosofia di vita che il bravo Riccardo vuole diffondere. Ad un mese esatto dalla 42 km di Berlino, il 40enne poggiomarinese ha voluto superare se stesso, partecipando alla maratona di New York. Ai nastri di partenza oltre 33 mila iscritti provenienti da ogni parte del mondo, Lettieri con tenacia e sacrificio si è piazzato all’8360 posto con il tempo di 4h6:30 dimostrando oltre ad una invisibile tenuta atletica anche una incredibile forza di volontà. “Finalmente ho raggiungiunto un sogno, un sogno che ha il sapore di una grande sfida correre a New York – racconta con la medaglia al collo – dopo tre anni d’ impegno e sacrificio che ho dedicato al MICAP “Master Internazionale in Coaching ad alte prestazioni“ che mi ha messo alla dura prova dovendo affrontare sfide come il campo di sopravvivenza, rientrare e mantenere il peso forma per almeno dodici mesi di seguito, scriveró un libro su questa mia esperienza (che verrà pubblicato a breve). Tutto questo-spiega Lettieri - l’ho fatto con passione e dedizione per accertarmi che la mia preparazione fosse all’altezza per poter gestire il mio nuovo progetto che finalmente terro’ nel mio paese nativo, Poggiomarino. Considero la maratona come una metafora di “Vita di Successo” perché per portare a termine una maratona devi avere disciplina e costanza nella preparazione, devi saper pianificare e gestire le tue risorse, imparare ad ascoltare il tuo corpo e la tua mente, Devi saper gestire le interferenze che si presenteranno prima, durante e dopo una maratona, devi imparare a resistere alla fatica mentale e fisica che ti porta sempre a fermarti e rimanere nella tua “comfort zone” e, quindi, devi avere la capacità di raggiungere l’obiettivo sotto stress. Queste stesse cose ti servono per poter gestire qualsiasi progetto ed ho scelto quindi di correre 2 maratone a distanza di così poco tempo, perché questa sfida rappresenta in tutto e per tutto la grandezza del mio progetto. Ho deciso di dedicarmi tutti gli anni che mi restano da vivere a favore del prossimo, ed aiutare i giovani partendo da Poggiomarino, dove apriró un centro di formazione che ha l’obiettivo di ispirare, guidare, coinvolgere e supportare tutti quei giovani che vogliono mettersi in gioco, che vogliono affrontare le proprie mille difficoltà e che sentono il bisogno di alzare la propria asticella. Aiuterò loro affinché capiscano quali siano le loro reali possibilità in cui devono credere. Io metterò a loro disposizione le mie risorse e la mia esperienza.
Black lives matter nello sport, è giusto inginocchiarsi?
Mercoledì, 30 Giugno 2021 20:35 Scritto da Pasquale VillaniIl black lives matter e lo sport sono un binomio possibile ? Negli ultimi tempi, gli appassionati di sport, stanno assistendo ad un gesto molto eloquente (per alcuni provocatorio), effettuato in prossimità di eventi sportivi, quello di inginocchiarsi (accompagnato talvolta dal pugno chiuso). Ma perché questo gesto ? Da dove nasce? Come ha fatto a penetrare negli stadi di tutto il mondo ed in ogni sport ? Ma soprattutto , cosa vuol dire black lives matter ? E’ necessario, partire dal principio per capire cosa sia successo nel mondo di così importante (e grave), da generare un effetto domino così forte. Tutto ha avuto inizio, nel lontano (ma non troppo) 2013, quando negli Stati Uniti, George Zimmerman (cittadino americano), è stato assolto dall’accusa di omicidio nei riguardi di Trayvon Martin (17enne afroamericano, ucciso per futili sospetti). Ciò ha generato una forte protesta , partita dai social (attraverso l’hashtag, black lives matter, cioè le vite dei neri contano) e proseguita nelle strade, contro le violenze commesse (spesso da parte delle forze dell’ordine) a danno delle persone di colore. Proteste che si sono susseguite negli anni e che hanno avuto il loro apice, con la morte di George Floyd (ucciso da agenti di polizia). La morte di Floyd, ha rappresentato un vero e proprio punto di non ritorno, in quanto il suo grido di dolore (i can’t breathe, io non posso respirare), ha avuto un eco così forte , da farsi sentire negli stadi di tutto il mondo, mettendo gli atleti nelle condizioni di inginocchiarsi, per sensibilizzare la gravità di quanto accaduto. In realtà, scorrendo gli annali della storia sportiva, notiamo che quanto sta avvenendo, rappresenta un qualcosa che è già successo e che si ripropone in modo nuovo. Ad esempio, nelle olimpiadi in Messico del 1968, i 2 atleti americani, Tommy Smith e John Carlos (vincitori, rispettivamente, della medaglia d’oro e bronzo nei 200 metri piani), alzarono un pugno al cielo, indossando un guanto nero (era il periodo in cui si lottava per i diritti civili degli afro-americani). Ma è giusto inginocchiarsi ? Su questo punto ci sono diverse posizioni: da un lato, c’è chi ritiene che ciò sia una strumentalizzazione ( qualcuno l’ha definita una moda) che nulla c’entra con lo sport, volta ad ottenere consenso tra il pubblico e con rischio di fomentare ancor di più odio ; dall’altro, chi ritiene che quanto avvenga sia un atto dovuto, in quanto lo sport deve essere non solo spettacolo, ma anche promotore di iniziative sociali (quale migliore occasione, se non quella di una partita di calcio o una gara di NBA in cui ci sono persone negli stadi e riflettori accesi dei mezzi d’informazione?). Ad esempio, nell’ odierno campionato europeo di calcio, diversi sono gli atteggiamenti delle squadre (o addirittura, all’interno di esse).Ci sono squadre come l’Italia, che lasciano ai loro atleti , libertà di decidere secondo coscienza (anche se in queste ore, in vista della gara con il Belgio, si parla di aderire all’iniziativa a condizione di reciprocità, cioè a condizione che il Belgio faccia lo stesso), altre come l’Inghilterra che lo fanno sempre (a prescindere dall’azione dell’avversario). E dunque, come comportarsi? Quale valore seguire ? Inginocchiarsi o no (con il rischio molto probabile di essere accusati di indifferenza e di razzismo implicito)? Sicuramente inginocchiarsi (gesto da svolgere con sincerità e non con riserva mentale o per conformismo sociale, altrimenti meglio l’opposto!!), è il primo passo da compiere nella marcia che conduce all’eguaglianza dei diritti, ma è necessario che ci sia un cambio di mentalità nelle azioni quotidiane (anche attraverso la politica, la quale può e deve avere, una funzione pedagogica!!). Questo è l’unico modo, affinchè l’urlo di Floyd (i cant’t breathe, io non posso respirare), non sia coperto dalla mano dell’indifferenza.