Con Bud Spencer Napoli perde un grande testimone della Napoletanità

Martedì, 28 Giugno 2016 09:59 Scritto da  Pubblicato in Napoletanità Letto 1645 volte

Si è spento serenamente nel pomeriggio del 27 giugno uno dei grandi miti del cinema italiano: Bud Spencer.

Con lui non se ne va soltanto un pezzo della storia del genere “Spaghetti western”, non se ne va soltanto un gigante dello sport italiano (primo nuotatore a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero) ma se ne va, soprattutto, un pezzo di Napoli.

Sì, Napoli. La città che diede i natali a Carlo Pedersoli (così all’anagrafe) nel lontano 1929 nel rione Santa Lucia, nello stesso palazzo dove viveva il maestro Luciano De Crescenzo, e alla quale rimase sempre legato. In ogni intervista, in ogni dichiarazione resa a mezzo stampa e in ogni parte del mondo in cui andasse, Bud Spencer non ha mai dimenticato le sue radici, le sue origini partenopee che gli diedero quella forza e quell’autenticità che l’hanno reso unico.

In un’intervista rilasciata ad un emittente spagnola qualche tempo fa disse alla giornalista: Stai parlando con un napoletano, non con un italiano mettendo in quell’affermazione tutto l’orgoglio di un’intera terra. 

Inizia la sua carriera nel mondo dello sport - nuoto, pallanuoto, rugby, pugilato, automobilismo, tiro a segno -  ottenendo innumerevoli successi. Vista la mole imponente si cimenta, per puro caso, con il cinema e in breve tempo diviene, insieme all’amico fraterno Terence Hill, l’omone barbuto del genere western anni ’70 facendo ridere intere generazioni con i suoi modi bruschi, i cazzotti, i pugni, gli immancabili fagioli e l’aria scanzonata che lo ha sempre contraddistinto. 

Tra le sue innumerevoli pellicole ricordiamo capolavori come Lo chiamavano Trinità…altrimenti ci arrabbiamoContinuavano a chiamarlo Trinità; ma anche cinema d’autore. E’ stato diretto, infatti, da Dario Argento, Ermanno Olmi e Carlo Lizzani

Negli ultimi anni aveva più volte espresso il proprio rammariconei confronti di certa critica che snobbava i suoi film tanto da non essere stato mai invitato a nessun festival e non aver ricevuto mai nessun riconoscimento da quel cinema al quale si era ritrovato a dedicare gran parte della sua vita.

Ma si sa, è il pubblico a decretare il vero successo di un’artista e se ancora, a distanza di anni, i suoi film ogni volta che vengono messi in onda raggiungono ragguardevoli risultati in termini di ascolti lo si deve alla sua straordinaria capacità di attore nell’aver saputo sempre strappare un sorriso.

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Marzo 2019 18:32