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Greenpeace lancia l'appello contro le trivellazioni
Lunedì, 22 Giugno 2015 12:18 Scritto da Nicola Caprio Pubblicato in Mondo Letto 852 volte
ROMA – “Tutti a mare, tutti a mare”: ripeteva un vecchio motivetto di qualche anno fa. Con l’estate appena iniziata cosa c’è di meglio se non fare un bel tutto o prendere un po’ di sole? Greenpeace lancia il sito “TrivAdvisor”, per raccontare a tutti il panorama che ci mette di fronte lo Sblocca Italia, la legge del Governo Renzi che autorizza nuove trivellazioni offshore nei nostri mari e nuove ricerche geosismiche per individuare il greggio sotto i nostri fondali. «Ti piacerebbe vedere delle piattaforme petrolifere in alcuni dei paesaggi marini più belli d’Italia? Ti andrebbe di scattare un selfie con dei gabbiani sporchi di petrolio, ma non sai come fare?» con queste parole cariche di ironia gli attivisti di Greenpeace invitano i cittadini a mobilitarsi per chiedere un cambiamento. La strategia energetica italiana ha scelto lo sfruttamento degli idrocarburi dei nostri mari. Nuove concessioni sono già realtà sia nel Canale di Sicilia che nell’Adriatico e nello Ionio; altre sono già all’orizzonte.
«È un’idea miope – denunciano da Greenpeace – profitti solo nelle tasche dei petrolieri, scaricando tutti i rischi sulle comunità, sull’ambiente, sulla fauna ittica, senza nemmeno soddisfare il fabbisogno energetico del Paese. Le riserve certe di petrolio sotto i nostri fondali infatti equivalgono a meno di 2 mesi dei consumi nazionali, quelle di gas a circa 6 mesi. Le ricadute occupazionali e le entrate fiscali previste sono modestissime, mentre possiamo immaginare cosa accadrà a turismo e pesca sostenibile. Con lo Sblocca Italia il Governo, semplificando gli iter autorizzativi ed esautorando le amministrazioni locali, ha scelto la sua strada, quella della petrolizzazione del mare. Ma si tratta di una via a senso unico: non si torna indietro. Nessuno può escludere un disastro ambientale…e in Italia, è bene ricordarlo, il rischio di uno sversamento grave non è neppure previsto nelle valutazioni di impatto ambientale». Da qui la richiesta di firmare l’appello per liberare il mare dalle trivelle.
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