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Gerardo Amarante poliedrico artista campano, porta in scena il suo ultimo spettacolo "Va Bene così". L'attore, angrese di origine, è un personaggio che appartiene alla nostra tradizione popolare musicale e culturale. In Campania è  molto conosciuto per i concerti di musica tradizionale e classica napoletana che propone insieme al suo gruppo dal nome piuttosto insolito ma che racchiude in sé l'essenza della propria arte: "Spaccapaese". Il gruppo è composto da Vincenzo Ciccarelli ( tammorra ,percussioni e voce) Francesco Migliaccio (fisarmonica) Lello Settembre (fiati ) e Giovanni Migliaccio (chitarra). Amarante ed il suo "Spaccapaese" faranno da contorno con la musica nello spettacolo che si terrà il 7 marzo al teatro "supercinema" di Castellammare di Stabia alle ore 21.00. Il costo del biglietto è di 10 euro con ticket acquistabili solo in prevendita. Lo spettacolo che si preannuncia all'insegna della napoletanità sarà improntato principalmente sulla figura della donna in "Viviani" che sarà appunto interpretata da Gerardo Amarante. I travestimenti , ed i cambi di scena saranno il liet motiv dell'evento in cui sono previsti momenti di divertimento con l' intrattenimento delle barzellette, e tanta buona musica tradizionale, popolare e classica napoletana.

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Il titolo è intrigante, enigmatico, quasi esoterico; ma non impenetrabile. E’ l’ultima raccolta poetica di Salvatore Violante, che travalica i suoi amati e fervidi orizzonti vesuviani (o, più propriamente, campani), per approdare nella sempre impassibile ma operosa Lombardia. Viene ora alla luce: “La meccanica delle pietre nere”, che, con immediata e vivida concretezza, fa risaltare subito agli occhi questo singolare ed estroso connubio vesuviano-meneghino. Tout court, basta appena scomporre il titolo. “La meccanica” riporta all’omonima opera letteraria del “Gran Lombardo” Carlo Emilio Gadda (1970), mentre “le pietre nere” (ossia, l’onice e l’ossidiana) a minerali di origine vulcanica, quindi al Vesuvio. Emigra solo in veste editoriale Violante, per il resto rimane sempre tenacemente radicato alla sue origini. Con una premurosa ed emotiva attenzione per le persone e le cose di Terzigno. Tra il quotidiano (ovvero “l’umano”) ed il minerale (ossia “l’inorganico”): questi sono i capisaldi poetici tra cui agisce e, con vivo sentimento, si estrinseca questa sua “nuova” raccolta. La sua officina poetica è un dinamico librarsi fra i testi esemplari ed i pregiati paradigmi della tradizione lirica italiana (Dante, Leopardi, Gadda, Campana, Pasolini, anche Lucio Dalla) ed alcuni ammirati archetipi della grande tradizione napoletana (Di Giacomo, Russo, Chiurazzi, Ruocco, fino al più recente “traduttore scorretto” Ulisse Loni). Violante ha una perizia naturale ed innata nel dominare metrica e verso, che lo portano a forgiare rime e ritmi poetici, sempre proclivi ad irradiare potenzialità nascoste. Trae convinta e ferace ispirazione anche da alcuni invisi ed aborriti simboli-tabù. Il nero: emblema di tenebre e di morte; di serietà e di solennità. Colore sacro nel rappresentare il riposo eterno e l’anima pacificata. Od anche l’onice, capace di assorbire ed annullare tutto ciò che di negativo è stato emesso intorno a noi. Oppure, ancora, l’antica ed ormai negletta ossidiana, pietra vulcanica che protegge dalle onde negative e nefaste, in grado di cancellare tutti i pensieri tristi e di portare sicurezza ed armonia interiore (la cui affannosa ricerca rappresenta l’agognato e risolutivo approdo  finale del fremente ed ardente Violante). La sua poesia, piacevolmente fluida ed armoniosamente assonata, si può interpretare, recensire, glossare; ma l’unico atto che richiede è una lettura sensibile e sincera. I suoi versi si nutrono di icastiche ed incisive immagini, capaci sempre di rilevarne compiutamente le inopinabili e folgoranti ispirazioni e le infiammate ricerche; ma, soprattutto, le attraversano per viverle e/o farle (possibilmente) ri-vivere.

*Salvatore VIOLANTE

La meccanica delle pietre nere. Prefazione di Marcello Carlino

Piateda (SO), CFR Edizioni (“Épos”, n. 16), 2013, pp. 104

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L'associazione culturale "I Giovani della Piazza" di Terzigno sta organizzando il 4° concorso nazionale di poesia. Dopo le felici ed entusiasmanti esperienze questo premio sta diventando oramai un appuntamento fisso nel panorama culturale locale grazie alla costanza e alla determinazione di questa associazione. Il termine di scadenza per partecipare con propri elaborati è fissato per il 19 febbraio prossimo. Il concorso prevede che una giuria di esperti valuterà e designerà le composizioni alle quali assegnare i seguenti premi: Poesia Lingua Italiana, Poesia in Vernacolo Per  le seguenti categorie : Bambini (scuola elementare) Ragazzi (medie/superiori) Adulti. La cerimonia di premiazione, aperta al pubblico, avverrà sabato 23 Maggio 2015 alle ore 19,30 presso la Sala Consiliare DEL Comune DI Terzigno.

In allegato a questo articolo è disponibile il bando completo del concorso

 

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Nel ricordo del giornalista Giuseppe Scudieri

Mercoledì, 28 Gennaio 2015 16:13 Scritto da

Il signor Giuseppe amava scrivere. La sua voce sembra ancora sentirsi nelle stanze della redazione. Amava scrivere e amava fotografare il mondo che osservava: affinché nulla andasse perso. Quando ho saputo della sua scomparsa, sono corsa subito a leggere alcune delle cose che aveva scritto: è l’esigenza di lucidare per bene i ricordi a farci correre subito indietro. E i ricordi si sono nascosti in piccoli frammenti quotidiani. Qualche tempo fa, il signor Giuseppe mi inviò una poesia che aveva scritto. Si intitolava: “Uno sguardo verso il cielo”. Non so se qualcuno abbia mai letto i suoi versi, che scriveva quasi per gioco quasi per passione, ma nel dubbio voglio proporli qui, perché il miglior modo per mantenere vive le persone è ricordarne le parole. E queste parole sembrano arrivare come vento che si alza all’improvviso e giunge da lontano.

 

Uno sguardo verso il cielo 

 

E' sera d'estate.

Il mio sguardo mi porta a volgere gli occhi verso il cielo.

Una lunga scia di perle -bianche, luccicanti-

si rincorrono tra di loro,

in un'immensa prateria celeste.

Che bellezza sublime, questa grande opera di una mano divina.

Il mio sguardo profondo rimane muto,

ed incantato, fino all'alba,

quando il dolce cinguettio degli uccelli

mi riporta alla mente:

tutto questo si chiama realtà quotidiana.

 

E appare tuttora strano il destino, ed incredulo a chi ne osserva gli inattesi movimenti: un attimo prima si vive, quello dopo non più. Tutti noi conserviamo dentro le immagini più belle delle persone che non ci sono più: il sorriso del signor Giuseppe sembra ancora sorridere, questa volta in modo ancor più dolce, voltandosi di schiena.

E ancora la vostra voce sembra dire: «Antonella, dammi del tu». E ancora oggi in quest’ultimo addio, ma d’ora in poi primo ricordo, sembro dire: «Con la stima che vi porto, non vi dimenticheremo. Brillate in cielo».

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The Imitation Game, un film di valore storico culturale

Venerdì, 23 Gennaio 2015 10:00 Scritto da

The Imitation Game ė, senza troppi giri di parole o complesse circonlocuzioni, un film di grande valore artistico, storico e culturale. La sua nomination all’Oscar come miglior film non solo si addice alla pellicola di Morten Tyldum diventa quasi naturale conseguenza di un lavoro davvero lucido e appropriato. La storia del brillante matematico, ottimamente interpretato da Benedict Cumberbatch (nomination come miglior attore protagonista per lui), viene tratteggiata è delineata con sottile acume mostrando in maniera precisa il profilo di un uomo dalle incommensurabili maschere di Pirandelliana memoria. Il regista e lo splendido cast riescono, senza giudicare in alcun modo il protagonista, a caratterizzare l’animo gentile e multiforme del grande Turing. Matematico, crittografo, omosessuale, criminale o eroe di guerra che sia Alan per mezzo della sua virtù superiore si sottrae alle banali, almeno nel periodo bellico, catene della società britannica che, seppur maggiormente progressista rispetto ad altre, si impiglia nelle vergognose maglie dell’omofobia. L’eroe, il secchione, il genio, lo sgobbone, l’iconoclasta Turing a contatto con la dura vita militare e non solo patisce la sua innata condizione di superiorità manifesta nei confronti dei propri simili ma tale eccezionale anormalità lo porterà, grazie all’aiuto di un gran team e di un insolito amore platonico con Joan (l’incantevole Keira Knightley), a decifrare gli annosi codici nazisti inventando la sua macchina, antesignana dei nostri consueti pc. Alla fine dei giochi però, nonostante si calcoli che la sua invenzione abbia abbreviato di 2 anni la guerra e abbia salvato oltre 14 milioni di vite, l’invidia, l’ostilità e la cattiveria dell’uomo lo condurranno per via della sua omosessualità ad un lento ed inesorabile declino nell’ombra e nella solitudine. Insomma un film da vedere e da ammirare non solo per la straordinaria oltre che veritiera storia, non solo per le 8 nomination ai prossimi Oscar ma anche per le grandi tematiche ivi sviscerate quali l’amore, il dovere, l’amicizia, la guerra, l’omosessualità, la fama, l’invidia e l’oblio.