Terzigno, il Presepe vivente "in famiglia" tra culto e tradizione

Scritto da  Pubblicato in Tempo Libero Letto 1985 volte

Il presepe nella cultura e nella tradizione partenopea rappresenta oltre che il momento di commemorazione della nascita di cristo anche un momento di sana aggregazione e partecipazione familiare intoro ai valori cattolici. Dalle indimenticabili frasi di Eduardo a quella che orami è molto più di una tradizione, il presepe rappresenta un momento di vivida partecipazione alla vita cristiana. Nel segno della tradizione anche quest’anno a Terzigno il presepe, quello vivente,  nel giorno dell’Epifania è tornato a coinvolgere intere famiglie e non solo nella mera passeggiata tra vicoletti e rioni. Questa volta le famiglie- e sono state davvero tante- hanno partecipato con entusiasmo indossando gli abiti d’epoca per rinverdire mestieri e culti di un tempo che poco appartengono al culto cristiano ma tanto rappresentano per quello partenopeo. Allora capita di vedere che tra i raffiguranti ci si ritrova di fronte padre, madre e figli abilmente calati nella parte ad interpretare un ruolo di un personaggio del presepe tanto caro a San Francesco. Le rappresentazioni alla falde del Vesuvio si sono svolte nei rioni che più di tutti si prestano coreograficamente alla rappresentazione. Il rione Caprai (location che purtroppo fece da cornice ad alcune riprese di Gomorra) questa volta stupisce per l’incanto e la minuziosa attenzione posta negli abiti dei partecipanti. Ad organizzare il tutto i residenti della frazione di Boccia al Mauro ai quale va dato merito di essere riusciti ad allestire ben due rappresentazioni sia il 4 che il 6 gennaio. Non da meno è stata la rappresentazione del presepe vivente allestito tra i vicoletti e le stradine del rione Perni. Qui la curiosità dei  tanti visitatori è stata particolarmente stimolata nel vedere chi fossero i volti di alcuni personaggi come ad esempio i Re Magi vestiti di tutto punto e truccati come meglio non si poteva. Eventi che di fondo hanno accumunato fedeli più o meno assidui, nel segno di una tradizione che, a quanto pare, piace a tanti ritrovare e rinverdire in tempi in cui i valori cristiani hanno sempre più difficoltà ad affermarsi in una società molto più avvezza al consumo e poco attenta all’essenziale. Un plauso ai rappresentanti del clero, a chi ha partecipato attivamente ed a chi, semplicemente visitando i rioni ha riscoperto posti e ambienti di una Terzigno che quando vuole sa bene cosa fare.