Viaggio, avventura, spensieratezza,audacia, resistenza, forza d’animo ed un pizzico di follia. Questi e molti altri sono gli ingredienti che decretano il successo della nuova scoppiettante edizione di Pechino Express – Il nuovo mondo. L’adventure game dello zaino in spalla e della fatica estrema conduce 8 coppie di concorrenti in lungo e in largo per il continente più affascinate di sempre: l’America Latina. Un pellegrinaggio tra Ecuador, Perù e Brasile con tappa finale a Rio de Janeiro, raccontato sapientemente dall’uomo più ironico e frizzante che ci sia mai stato in Rai: Costantino della Gherardesca. Già apprezzato concorrente della prima edizione, più per la sua grande autoironia, che per le sue doti di atleta mostrate durante le prove oggi, il discendente del celeberrimo conte Ugolino, riesce a coinvolgere il telespettatore con il suo garbo, con la sua sagacia e con la battuta pronta che lo contraddistingue. Il buon Costa non si risparmia e si cimenta anche in prove ai limiti dell’umano. Nell’ultima puntata se l’è vista brutta facendosi scoppiettare il testa la “vaca loca”, simbolo di Cuenca; ed ha baciato una ecuadoregna dopo essersi spruzzato addosso del profumo terrificante. Stoico ed impavido è riuscito a non battere ciglio dinnanzi alla santona, un po’ invasata, Hermana Maria. Se si dovesse assegnare il premio personaggio dell’anno di Pechino Express il mio voto andrebbe alla mistica Made in Ecuador. Ogni lunedì sera viene dato al telespettatore il privilegio di godere, dal divano di casa, della vista di posti mozzafiato, di vivere avventure irripetibili e di tifare e soffrire con i protagonisti che, abbandonati per strada, raccattano passaggi come viaggiatori consumati e scroccano posti letto e cibo da collaudati parassiti. I Fratelli - Naike Rivelli e Andrea Fachinetti (figli di Ornella Muti), gli Illuminati - Yari Carrisi (figlio di Albano e Romina Power ) e Pico Rama (erede di Enrico Ruggeri), gli Antipodi (Pinna e il personal trainer Roberto Bertolini), gli Artisti (Paola Barale e Luca Tommassini), le Persiane (Fariba Teherani e la figlia Giulia Salemi), le Professoresse dell’Eredità di Carlo Conti (Laura Forgia e Eleonora Cortini), i Compagni (il cantante Scialpi e il marito Roberto Blasi) e gli Espatriati (il cantante partenopeo Pascal celebre in Kazakistan e Kang, il Bruce Lee nostrano, famoso in Cina) formano il cast di questa nuova edizione, a cui si sono aggiunti gli Stellati ( gli chef Philippe Leivelle e Ciccio Sultano). Tra tutto il trambusto dei viaggi e della gara c’è stato anche il momento dell’amore che ha letteralmente travolto l’esuberante Naike e lo spirituale Yari, protagonisti di un bacio rovente sull’autobus e di un “ti amo” urlato da lei mentre era in auto. Tutti ci stiamo chiedendo in questo momento cosa abbia mai fatto di male Albano nella sua vita precedente! Ma l’idillio ecuadoregno è già stato distrutto da Andrea che, nell’ultima puntata, ha sacrificato gli Illuminati in nome di quello che conta di più al mondo, il decolté della Forgia, che si è salvata insieme alla sua compagna di avventura. Questo reality ci consente di conoscere nuove culture, di affermare con tutta certezza che, almeno io, non mi sognerei mai di scalare il monte Chimborazo, che esistono lavoro massacranti pagati da fame – come raccogliere il ghiaccio fossile per 30 dollari a settimana- e scoprire che con quella miseria un uomo riesce a far sopravvivere se stesso e la sua famiglia. Sono le storie, le emozioni, l’ adrenalina, e la speranza che qualcuno dorma all’addiaccio almeno per una notte o che alle Persiane esploda il viso di plastica a non farci schiodare dal televisore. Se si è stanchi della solita tv, delle solite serie ritrite, delle stesse fiction che vanno avanti per secoli dove ogni puntata si chiude sempre con un’ecatombe – vedi l’Onore e il rispetto – seguite Pechino Express. Anche vederlo solo per un minuto vale i soldi spesi per il canone.
Carlo Conti asso piglia tutto. Il presentatore più “abbronzato” della televisione italiana colleziona un successo dopo l’altro ed interpreta alla grande l’ideale capitalistico del “lavorare a cottimo”. Dopo il successo del Festival di Sanremo - si pensa infatti già ad un Conti bis per la prossima stagione della manifestazione canterina più famosa d’Italia - dopo essersi riappropriato del suo ruolo di conduttore storico e stoico dell’Eredità, dopo aver impennato gli ascolti Rai, da sempre un po’ fiacchi, tranne che in pochi sporadici acuti, il Conti-calimero è ritornato con un nuovo varietà/feticista che punta tutto sulla capacità di 12 disperati, in cerca di risurrezione, talenti nostrani di riuscire a superare prove difficili e spingersi oltre i propri limiti e non ultimo sfidare lo spirito di sopportazione del telespettatore. Si può fare! torna sulle reti Rai dopo il successo dello scorso anno e riconferma il suo ottimo trend. Carlo, da gran furbo qual è, è capace di coniugare una conduzione vecchio stile con alcuni elementi innovativi (battute alla giusta occasione, protagonisti azzeccati e giuria compiacente), aggiungendo in Si può fare! un erotismo visivo dato da esibizioni volutamente spinte o al limite: la prova di escatologia della prima puntata ad esempio, o il recente topless della Rodriguez nella prova di burlesque. Il cast è un potpourri adatto per tutti i gusti: l’inossidabile Pamela Prati che a 57 anni suonati ha ancora un fisico mozzafiato, usando l’ironia e la bravura (non si è ancora capito bene in cosa) che la contraddistingue da anni, capace di dare lezioni di stile a sciacquette in erba come l’ex velina Costanza Caracciolo, la sempre sorridente ed anche un po’ stancante Juliana Moreira, e l’ex concorrente di Pechino Express Mariana Rodriguez, e Dio solo sa quanto non ci fosse bisogno in Italia di un’altra Rodriguez che non sa fare nulla in tv. L’ex tuffatore Vittorio Rinaldi, il bell’attore delle fiction Simon Grechi, l’ex ciclista Mario Cipollini, mai davvero simpatico - eppure l’accento toscano va tanto di moda e fa tanto ridere di questi tempi - il ruspante Biagio Izzo, il pallanuotista Amaurys Perez che ultimamente è dovunque tranne che in piscina, la bravissima Matilde Brandi, l’ex atleta Fiona May divenuta poi attrice che recentemente ha dichiarato di essersi molto stupita perché non recita più, forse non si è mai rivista nelle sue performance attoriali; e infine Roberto Ciufoli, ex Premiata Ditta. La trasmissione è carina, ma poco empatica e questo la rende il fanalino di coda dei successi di Conti. Non ci sono mai picchi e il varietà risulta monocorde, inconsistente e a tratti noioso. Alcuni sussulti provengono dalla giuria, dallo scambio di battute vivaci, la maggior parte delle quali a doppio senso, tra la musa di Dalì, Amanda Lear, e il Pippo Baudo nazionale, sempre smanioso di protagonismo e attaccato alla poltrona come una cozza allo scoglio, a coadiuvare e a dare un po’ di aplomb Yury Chechi “il signore degli anelli”. Insomma Si può fare! non è davvero nulla di che, ma nonostante questo il pubblico continua a premiarlo, forse perché non ha validi competitor, forse perché Conti ha ormai il suo zoccolo duro di pubblico, forse perché siamo talmente tanto abituati alla mediocrità che ormai viviamo bene sguazzandoci dentro e il solo pensiero di prendere in mano il telecomando e cambiare canale, quando siamo pacificamente in poltrona, ci provoca molto più terrore che non vedere un uomo appeso con una corda al soffitto dondolarsi e prodigarsi in acrobatiche pose. La Rai punta ancora su un tipo di varietà autoreferenziale che stuzzica una parte di pubblico, quella che ancora ama vedere i reality dove i vip si coprono di ridicolo pur di continuare a rimanere sulla giostra e fare un altro giro.
I Matsés vivono alla frontiera dell’Amazzonia incontattata: l’area di terra che sta a cavallo tra Perù e Brasile, dove abitano più tribù incontattate che in qualsiasi altra parte del pianeta. Nella loro terra ancestrale si trovano due lotti petroliferi. Il primo è all’interno di un’area dove vivono le tribù incontattate. La compagnia petrolifera canadese Pacific E&P aveva avviato le prospezioni petrolifere in questo lotto nel 2012, e ora è in procinto di riprendere i lavori. Le prospezioni petrolifere sono devastanti per le tribù incontattate. Sono i popoli più vulnerabili del pianeta e qualunque attività nelle loro terre accresce il rischio di un contatto indesiderato. La storia dimostra che le esplorazioni petrolifere possono spazzare via gli Indiani incontattati, che non hanno difese immunitarie verso le malattie portate dagli esterni. “Sono preoccupato perché quei gruppi isolati non sanno delle compagnie petrolifere”, ha dichiarato un Matsés durante l’incontro. Un altro lotto si trova nella terra su cui Matsés contattati si sono visti riconoscere i titoli di proprietà. Nel 2016, la Pacific E&P si è ritirata di fronte alla dura opposizione della tribù. Oggi gli indigeni stanno conducendo una campagna affinché la concessione sia cancellata definitivamente. “Non voglio che i miei figli siano distrutti dal petrolio e dalla guerra. Ecco perché ci stiamo difendendo… E perché noi Matsés ci siamo uniti. Le compagnie petrolifere… ci stanno insultando e noi non resteremo in silenzio mentre ci sfruttano nelle nostre terre ancestrali. Se necessario, moriremo nella guerra contro il petrolio" ha detto un altro Matsés. L’organizzazione locale indigena ORPIO sta portando il governo peruviano in tribunale affinché risponda dei rischi comportati dalle prospezioni petrolifere.

Operazione della Guardia di Finanza a Napoli

Venerdì, 08 Febbraio 2019 11:22
La Guardia di Finanza ha individuato 49 lavoratori in nero nel corso di controlli condotti a Napoli, Portici, Ischia e Capri. I controlli hanno interessato alberghi, panifici, meccanici o carrozzieri, ed imprese di diversi comparti. 49 lavoratori erano occupati "in nero", senza riconoscimenti ai fini pensionistici. In un "call center" di Napoli 17 dipendenti, tutte donne, non erano in regola con il contratto di lavoro. Ad Arzano (Napoli), un autolavaggio, oltre ad impiegare esclusivamente manodopera in nero, operava anche senza autorizzazioni ambientali. Nei confronti di altre 6 attività commerciali è stata avanzata la richiesta di sospensione. Per ciascun dipendente non regolarmente assunto, sarà irrogata la "maxisanzione" prevista dalla normativa di settore.

Vacanze 2016. Prima tappa a Pizzo Calabro

Giovedì, 30 Giugno 2016 12:16

Altro che Ibiza, Formentera, Rimini o Maldive. Fatti furbo. Quest’anno le vacanze trascorrile in Calabria. Una terra ricca di passione, di storia e di bellezza. 

Apriamo oggi una rubrica tesa a valorizzare le bellezze del Sud Italia ed a consigliarvi le migliori località dove trascorrere le vostre vacanze.

Prima tappa: Pizzo Calabro. 

Parola d’ordine: Sole, mare e…cultura

Il percorso che porta a Pizzo Calabro, in provincia di Vibo Valentia, è lastricato da baie rocciose alternate a spiaggette deliziose che si protendono lungo la Costa degli Dei. Uno spuntone di roccia di tufo accoglie la cittadina che si abbandona su di essa tagliando in due il Golfo di Sant’Eufemia ed offrendo un panorama unico. 

Sono 8 i kilometri di costa che compongono il litorale di Pizzo. I tratti sabbiosi – come la spiaggia della Seggiola o della Tonnara e la Marina – si mescolano ai gruppi rocciosi che, immergendosi nel Golfo, formano suggestive calette – come la Scogliera Prangi - ed insenature naturali che ospitano incantevoli grotte. La Grotta Azzurra è da sempre meta di turisti. Menzione speciale occorre riservare alla chiesetta di Piedigrotta e all’omonima spiaggia. Si tratta, infatti, di una chiesetta scavata nel tufo da alcuni marinai napoletani sopravvissuti ad un naufragio. Al suo interno vi sono raffigurazioni ad opera dell’artista Angelo Barone. 

Un tempo Castello Aragonese oggi Museo provinciale murattiano

Eretto nella seconda metà del XV secolo per volere di Ferdinando I d’Aragona il Castello è oggi un Museo dedicato a Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, che proprio qui trovò la morte il 13 ottobre 1815, dopo aver subito un processo controverso e sommario. L’allora Re di Napoli, destituito dal suo incarico per l’avvicendarsi di situazioni politiche sfavorevoli, cercò in tutti i modi di riprendersi il trono nel frattempo ritornato in mano borbonica, ma quando stava per tornare a Napoli una tremenda tempesta dirottò la nave a Pizzo e la folla, voltandogli le spalle, lo consegnò alle guardie. All’interno del Museo è possibile ripercorrere, mediante un percorso illustrato, tutte le tappe che portarono alla tragica fucilazione. Per un beffardo gioco del destino Murat venne assassinato in quel suo regno che amava talmente tanto da spingerlo a dire, a Castellabate, la celeberrima frase ″Qui non si muore.″

Accoglienza ed ospitalità

Il calore, l’allegria, la simpatia del popolo calabrese è un’iniezione di buon umore. La cucina tipica e quella di Pizzo, in particolare, si compone di piatti dal sapore deciso. Da non perdere ilfamosissimo tartufo di Pizzo, conosciuto in tutto il mondo, il tonno sott’olio che celebra l’antica tradizione ittica della zona e i “surici” o pesce pettine, ideale per fritture, paste e tortini. Ti sentirai a casa coccolato da confortevoli hotel di lusso e deliziosi B&B, tutti, rigorosamente con vista sul mare. 

Vita notturna

Dopo una giornata in spiaggia non c’è niente di meglio che godersi la Pizzo by night. Punto di ritrovo di turisti e residenti è la centralissima piazza della Repubblica. Con i suoi locali alla moda, le sue rinomate gelaterie e i suoi negozietti tipici dove acquistare le ceramiche, è da sempre l’agorà, impreziosita dalla Fontana del Commercio realizzata nel 1864 con il granito del Borbone in trionfo. Dalla balconata si può godere di una vista mozzafiato.

Si è spento serenamente nel pomeriggio del 27 giugno uno dei grandi miti del cinema italiano: Bud Spencer.

Con lui non se ne va soltanto un pezzo della storia del genere “Spaghetti western”, non se ne va soltanto un gigante dello sport italiano (primo nuotatore a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero) ma se ne va, soprattutto, un pezzo di Napoli.

Sì, Napoli. La città che diede i natali a Carlo Pedersoli (così all’anagrafe) nel lontano 1929 nel rione Santa Lucia, nello stesso palazzo dove viveva il maestro Luciano De Crescenzo, e alla quale rimase sempre legato. In ogni intervista, in ogni dichiarazione resa a mezzo stampa e in ogni parte del mondo in cui andasse, Bud Spencer non ha mai dimenticato le sue radici, le sue origini partenopee che gli diedero quella forza e quell’autenticità che l’hanno reso unico.

In un’intervista rilasciata ad un emittente spagnola qualche tempo fa disse alla giornalista: Stai parlando con un napoletano, non con un italiano mettendo in quell’affermazione tutto l’orgoglio di un’intera terra. 

Inizia la sua carriera nel mondo dello sport - nuoto, pallanuoto, rugby, pugilato, automobilismo, tiro a segno -  ottenendo innumerevoli successi. Vista la mole imponente si cimenta, per puro caso, con il cinema e in breve tempo diviene, insieme all’amico fraterno Terence Hill, l’omone barbuto del genere western anni ’70 facendo ridere intere generazioni con i suoi modi bruschi, i cazzotti, i pugni, gli immancabili fagioli e l’aria scanzonata che lo ha sempre contraddistinto. 

Tra le sue innumerevoli pellicole ricordiamo capolavori come Lo chiamavano Trinità…altrimenti ci arrabbiamoContinuavano a chiamarlo Trinità; ma anche cinema d’autore. E’ stato diretto, infatti, da Dario Argento, Ermanno Olmi e Carlo Lizzani

Negli ultimi anni aveva più volte espresso il proprio rammariconei confronti di certa critica che snobbava i suoi film tanto da non essere stato mai invitato a nessun festival e non aver ricevuto mai nessun riconoscimento da quel cinema al quale si era ritrovato a dedicare gran parte della sua vita.

Ma si sa, è il pubblico a decretare il vero successo di un’artista e se ancora, a distanza di anni, i suoi film ogni volta che vengono messi in onda raggiungono ragguardevoli risultati in termini di ascolti lo si deve alla sua straordinaria capacità di attore nell’aver saputo sempre strappare un sorriso.

Sanremo, vincono gli Stadio. Giustamente!

Lunedì, 15 Febbraio 2016 12:28

La storica band capitanata da Gaetano Curreri vince la 66a edizione del Festival di Sanremo targato Carlo Conti con la canzone “Un giorno mi dirai”. In un tripudio di emozione, commozione e stupore i magnifici 4 ricevono l’ambita statuetta e si consacrano a tutti gli effetti come gruppo italiano capace di unire una buona melodia, un front man convincente ed un testo importante che racconta del rapporto padre-figlia. Insomma non la solita canzonetta d’amore liceale. Secondo posto per la talentuosa Francesca Michielin con “Nessun grado di separazione” e terzo piazzamento invece per il duo Giovanni Caccamo-Deborah Iurato con “Via da qui”, dove Caccamo ha dato prova di espressività pari a quella di un impiegato del catasto. E’ stato il Sanremo dei record con gli ascolti più alti degli ultimi 11 anni ed uno share che, nella serata conclusiva di sabato, ha sfondato il muro del 50%. L’hastag #sanremo2016 è stata la più twittata ed il bacino di utenza tra i 16-24 anni è stato altissimo. Un Sanremo che è stato apprezzato soprattutto dai giovani dunque. Risultati strabilianti che hanno contribuito ad incoronare Conti come l’erede ufficiale di Pippo Baudo tanto da consegnargli nelle mani anche le sorti del prossimo Festival.  

 

La scelta dei compagni di viaggio o co-conduttori (detto in uno slancio di bontà contiana) si è rivelata azzeccatissima. La bella e un filo paraninfa Madalina Ghenea ha dato prova di sapersi destreggiare con l’italiano – lei rumena – e si è dimostrata spigliata e ben consapevole di dove si trovasse. Virginia Raffaele è stata acclarata come regina indiscussa del Festival portando in scena alcuni dei personaggi che l’hanno resa celebre: dalla godereccia Sabrina Ferilli, all’etoile della danza Carla Fracci (superba imitazione), passando per la donna-botox Donatella Versace fino al suo cavallo di battaglia Belen. L’ultima sera si è presentata semplicemente come Virginia, non solo imitatrice ma donna intelligente, ironica, mai volgare  e sopra le righe nelle sue performance.  

Se vi aspettate che spari a zero su Gabriel Garko rimarrete delusi. Non si può infierire su di un uomo che è già morto, sarebbe accanimento terapeutico. Si sapeva che non avrebbe fatto niente di più e niente di meno di quello che fa nelle fiction: ovvero esprimersi a monosillabi e puntare tutto sul fascino. Ma in questa circostanza sanremese, complice anche le critiche feroci e motivate che gli sono state rivolte, ha dato prova invece di sapersi riprendere e ha sfoderato un’ironia che non credevo gli appartenesse. Quanto ci sia di spontaneo e quanto di preparato in questo suo colpo di reni non ci è dato sapere ma ha contribuito, se non altro, a sdoganare il solito stereotipo che vuole che una donna avvenente sia solo un oggetto. Anche l’uomo può darci delle soddisfazioni. E per questo ti diciamo: Grazie Gabriel! Il prodotto delle cinque serate è stato godibilissimo, eccezion fatta per la serata di venerdì nella quale si sono esibite tutte e 20 le canzone. Il colpo di sonno era dietro l’angolo, ma ci sta una piccola flessione. Nel complesso il ritmo è stato buono, gli ospiti internazionali e nazionali non hanno deluso. Lasciatemi tributare un plauso speciale per i Pooh e per l’immenso Renato Zero. L’unica pecca – come anche lo scorso anno – sono stati i comici, che hanno strappato davvero pochi sorrisi. Solo Nino Frassica ha smosso un po’ lo stagno del soporifero con l’interista doppia insieme a Garko che occupa già, di diritto, un posto nelle teche Rai. Commovente Ezio Bosso che ha emozionato e fatto riflettere e ci ha condotti in un’altra dimensione spazio-tempo suonando Following a bird.

 

 

Non ci resta che attendere il prossimo anno per scoprire cosa si inventerà quel toscanaccio del Conti, ormai il Festival è suo e nessuno glielo toglie. 

Chi l’ha detto che ci si può divertire solo d’estate? Il clima frizzantino di questi giorni non deve scoraggiarti anzi, deve essere un giusto viatico per spronarti a fare quelle gite fuori porta che rimandi da tempo e che, complice la calura estiva, ti hanno demotivato e spinto a rintanarti sotto la ventola del condizionatore.

E’ questo il momento giusto per trascorrere qualche ora in compagnia dei tuoi amici, del tuo compagno e rilassarti in vista del freddo pungente che ci attende. Non è ancora arrivato il momento di tirar fuori la copertina, non credi?                                                  Ebbene, se vuoi mettere il naso fuori casa devi affidarti a dei professionisti delle vacanze, devi affidarti a ViviEmozioni. 

Sul portale www.viviemozioni.it potrai trovare tutto ciò di cui hai bisogno, offerte irripetibili a prezzi vantaggiosi, la possibilità di visitare posti nuovi, incontaminati, fare lunghe passeggiate per sentieri battuti e scoprire antiche vestigia di un passato remoto. I luoghi sono ricercati e volutamente poco conosciuti proprio per incentivare quel turismo di qualità che molto spesso quando si opera in questo settore si tende a mettere da parte, preferendo località conosciute ed affollate. 

Sul sito www.viviemozioni.it ci sono moltissime sezioni dedicate. Potrai accedere alla sezione speciale “Sogno per due” arricchita una serie di pacchetti pensati proprio per la coppia e per i loro momenti di relax. Vi è l’occasione di cenare in una villa del ‘700 con vista sulla ridente collina sabina, dormire nella stanza appartenuta al conte, tra raso, broccato e mobili d’alto lignaggio, o cenare in terrazzo presso i deliziosi B&B situati in questi piccoli angoli di mondo, assaporare le prelibatezze della cucina di una volta, dove la tradizione di antiche ricette si reitera e passa il testimone di madre in figlia. Potrai fare passeggiate a cavallo, trekking, rilassarti facendo un giro su di una bici da corsa che ti condurrà fino a Campo Imperatore sul Gran Sasso, e lì potrai respirare a pieni polmoni e dominare l’intera zona, come fa il falco pellegrino. 

Vi è poi un’intera pagina dedicata al lavoro delle ProLoco e ai Borghi più caratteristici e suggestivi d’Italia. Schede pensate per sponsorizzare al meglio il posto con curiosità, aneddoti e vere e proprie “chicche” che arricchiranno ancora di più il tuo viaggio. A tal proposito, se sei un’associazione culturale o un’attività commerciale, ami il tuo territorio e vuoi che venga valorizzato al meglio e desideri che il tuo lavoro venga conosciuto, puoi affiliarti a ViviEmozioni che penserà a dare risalto alla tua attività, a far conoscere la tua zona e ad avviare una collaborazione sinergica al fine di ottenere il massimo del risultato con il minimo sforzo. Si potranno organizzare manifestazioni, iniziative, stand esplicativi e pacchetti creati per incentivare ogni singola attività e contribuire a diffonderla. Sul sito potrai trovare i contatti per avviare questa collaborazione.  

Come se non bastasse potrai condividere tutte le foto della tua vacanza, scambiare commenti, pareri, impressioni, critiche attraverso il social EmotionPlace, una piattaforma interattiva creata ad hoc per i nativi digitali 3.0 e per chi non può fare a meno del proprio smartphone e non vede l’ora di far sapere a parenti ed amici i posti che ha visitato. Avrai la possibilità di interagire con le strutture ricettive, fare amicizia con gli altri membri di questa gigantesca chat room e magari organizzare una vacanza tutti insieme. 

E’ stato indetto dal portale, www.viviemozioni.it, il Concorso fotografico “Borghi in foto”. Basta inviare un’istantanea di un Borgo visitato, accompagnato da una piccola descrizione e partecipare al concorso. Il vincitore potrà aggiudicarsi un week-end AllInclusive per due persone interamente offerto da ViviEmozioni.

Credo sia un’ottima iniziativa non solo per incentivare il turismo, per scoprire nuove realtà ma anche per divertirsi ricordando i bei momenti trascorsi. 

Visita il sito www.viviemozioni.it e avrai una sorpresa. Vista la stima che ViviEmozioni nutre nei confronti del nostro beneamato giornale, stima peraltro ricambiata, vuole omaggiare i lettori de Il Vesuviano con un BUONO SCONTO DEL 20%.

Basta andare sul sito ed inserire il codice “vesuviano 11715”.

Buon divertimento e non dimenticarti di partecipare al Concorso fotografico.

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