Che ruolo ebbe la camorra durante l'invasione piemontese?
Lunedì, 12 Ottobre 2015 20:58 Scritto da Pasquale StanzianoL'appuntamento di stasera con la trasmissione Terra Mia condotta da Francesco Gravetti e Genny Galantuomo questa sera in onda alle 21:30 su Italiamia (canale 274 in Campania e 187 nel Lazio) questa sera ospiterà il meglio degli chef vesuviani e, nella seconda parte, il professore Luigi Iroso autore del libro ' Napoli squarciata' . Durante la trasmissione interverrà anche l'avvocato Angelo Bianco che focalizzerà il suo intervento sul ruolo della camorra a Napoli con l'arrivo di Garibaldi.
Il Vesuviano vi porta in vacanza con Viviemozioni.it
Mercoledì, 07 Ottobre 2015 07:11 Scritto da Paola GentileChi l’ha detto che ci si può divertire solo d’estate? Il clima frizzantino di questi giorni non deve scoraggiarti anzi, deve essere un giusto viatico per spronarti a fare quelle gite fuori porta che rimandi da tempo e che, complice la calura estiva, ti hanno demotivato e spinto a rintanarti sotto la ventola del condizionatore.
E’ questo il momento giusto per trascorrere qualche ora in compagnia dei tuoi amici, del tuo compagno e rilassarti in vista del freddo pungente che ci attende. Non è ancora arrivato il momento di tirar fuori la copertina, non credi? Ebbene, se vuoi mettere il naso fuori casa devi affidarti a dei professionisti delle vacanze, devi affidarti a ViviEmozioni.
Sul portale www.viviemozioni.it potrai trovare tutto ciò di cui hai bisogno, offerte irripetibili a prezzi vantaggiosi, la possibilità di visitare posti nuovi, incontaminati, fare lunghe passeggiate per sentieri battuti e scoprire antiche vestigia di un passato remoto. I luoghi sono ricercati e volutamente poco conosciuti proprio per incentivare quel turismo di qualità che molto spesso quando si opera in questo settore si tende a mettere da parte, preferendo località conosciute ed affollate.
Sul sito www.viviemozioni.it ci sono moltissime sezioni dedicate. Potrai accedere alla sezione speciale “Sogno per due” arricchita una serie di pacchetti pensati proprio per la coppia e per i loro momenti di relax. Vi è l’occasione di cenare in una villa del ‘700 con vista sulla ridente collina sabina, dormire nella stanza appartenuta al conte, tra raso, broccato e mobili d’alto lignaggio, o cenare in terrazzo presso i deliziosi B&B situati in questi piccoli angoli di mondo, assaporare le prelibatezze della cucina di una volta, dove la tradizione di antiche ricette si reitera e passa il testimone di madre in figlia. Potrai fare passeggiate a cavallo, trekking, rilassarti facendo un giro su di una bici da corsa che ti condurrà fino a Campo Imperatore sul Gran Sasso, e lì potrai respirare a pieni polmoni e dominare l’intera zona, come fa il falco pellegrino.
Vi è poi un’intera pagina dedicata al lavoro delle ProLoco e ai Borghi più caratteristici e suggestivi d’Italia. Schede pensate per sponsorizzare al meglio il posto con curiosità, aneddoti e vere e proprie “chicche” che arricchiranno ancora di più il tuo viaggio. A tal proposito, se sei un’associazione culturale o un’attività commerciale, ami il tuo territorio e vuoi che venga valorizzato al meglio e desideri che il tuo lavoro venga conosciuto, puoi affiliarti a ViviEmozioni che penserà a dare risalto alla tua attività, a far conoscere la tua zona e ad avviare una collaborazione sinergica al fine di ottenere il massimo del risultato con il minimo sforzo. Si potranno organizzare manifestazioni, iniziative, stand esplicativi e pacchetti creati per incentivare ogni singola attività e contribuire a diffonderla. Sul sito potrai trovare i contatti per avviare questa collaborazione.
Come se non bastasse potrai condividere tutte le foto della tua vacanza, scambiare commenti, pareri, impressioni, critiche attraverso il social EmotionPlace, una piattaforma interattiva creata ad hoc per i nativi digitali 3.0 e per chi non può fare a meno del proprio smartphone e non vede l’ora di far sapere a parenti ed amici i posti che ha visitato. Avrai la possibilità di interagire con le strutture ricettive, fare amicizia con gli altri membri di questa gigantesca chat room e magari organizzare una vacanza tutti insieme.
E’ stato indetto dal portale, www.viviemozioni.it, il Concorso fotografico “Borghi in foto”. Basta inviare un’istantanea di un Borgo visitato, accompagnato da una piccola descrizione e partecipare al concorso. Il vincitore potrà aggiudicarsi un week-end AllInclusive per due persone interamente offerto da ViviEmozioni.
Credo sia un’ottima iniziativa non solo per incentivare il turismo, per scoprire nuove realtà ma anche per divertirsi ricordando i bei momenti trascorsi.
Visita il sito www.viviemozioni.it e avrai una sorpresa. Vista la stima che ViviEmozioni nutre nei confronti del nostro beneamato giornale, stima peraltro ricambiata, vuole omaggiare i lettori de Il Vesuviano con un BUONO SCONTO DEL 20%.
Basta andare sul sito ed inserire il codice “vesuviano 11715”.
Buon divertimento e non dimenticarti di partecipare al Concorso fotografico.
Fiction: Grand Hotel, più un alberghetto che un hotel a cinque stelle
Sabato, 12 Settembre 2015 09:36 Scritto da Paola GentileCe l’avevano proposta come la Dowton Abbey italiana. Un po’ pretenzioso ed anche presuntuoso. La nuova fiction di RaiUno Grand Hotel, in onda ogni mercoledì sulla rete ammiraglia, del piccolo gioiello targato ITV1 non ha proprio nulla. E meglio così! Almeno ci evitiamo paragoni imbarazzanti e tentativi di giustificare improbabili adattamenti. Eppure una trasposizione è stata fatta. Grand Hotel, infatti, è la versione italiana dell’omonima serie di culto in Spagna, dove ha ottenuto un enorme successo. E fin qui non c’è nulla di male, molti prodotti sono stati importati dalla terra iberica e con notevoli risultati. Ma qui c’è qualcosa che non va. In un non ben identificato punto dell’Alto Adige si svolgono le vicende dei protagonisti di un albergo di lusso, gestito da Donna Vittoria, borghese arricchita, che non ha il minimo piglio e il minimo sarcasmo che contraddistingue Lady Violet (scusate, si era detto niente paragoni), che ordisce trame e nasconde terribili misfatti. Al suo fianco il perfido ed avido Marco Testa (Andrea Bosca), direttore dell’hotel ed innamorato di Adele (in personificata dalla bella e talentuosa Valentina Bellé), figlia di Vittoria Alibrandi e del suo defunto marito, tornata da Vienna per partecipare alla Festa della Luce, che sancirà l’effettivo passaggio dal gas alla lampadina, quella che conosciamo noi. La situazione si infittisce quando giunge all’hotel di lusso l’affascinante Pietro Neri (interpretato dal bravissimo Eugenio Franceschini), in cerca della sorella Caterina, cameriera all’albergo, che non da sue notizie da più di un mese. Per scoprire che fine ha fatto l’amata sorella Pietro, si fa assumere come cameriere e stringe un’amicizia immediata con Angelo, anch’egli cameriere e figlio di Donna Rosa, la supervisor delle signorine che lavorano per donna Vittoria. I colpi di scena sono notevoli e disseminati lungo tutto il racconto: omicidi, invidie, misteri, vecchi rancori, voglia di riscatto sociale, ambizione e soprattutto segreti fanno capolino nel racconto, al di sopra del quale, come in ogni fiction che si rispetti, domina la storia d’amore contrastata tra Adele e Pietro. Contrastata, naturalmente dai soldi. Vittoria infatti vuole far sposare la bella figliola con Marco per assicurarsi così l’appoggio incondizionato dell’infido direttore.
Ma qualcosa ancora non va. Sarà il clima nordico dell’ambientazione, per carità le immagini proposte dal drone sono spettacolari, bellissime, solo a vederle si riempiono i polmoni di aria pura, ma sono fredde, senza passione, senza calore, senza intensità. L’inizio della fiction parte con il botto, subito un omicidio - quel cadavere nel lago che ricorda tanto l’incipit di un’altra fiction Rai, La dama velata - proseguendo poi perde sempre più di ritmo - la scena della taverna è degna dei fratelli Bravo in Tierra de lobos (altro prodotto spagnolo) - e la mancanza di velocità unita al fatto che non ci sia poi tutta questa differenza tra servitù e “nobiltà”, fanno il resto. Il linguaggio in cui il signorino Jacopo Alibrandi (Dario Aita) si esprime è davvero troppo contemporaneo anche per chi, come lui, è un giovane viziato che conosce il mondo. I nuovi borghesi arricchiti che aspirano a diventare classe dirigente rivelano tutti i difetti del loro basso ceto e qui, la figura di Pietro risalta su tutti i finti nobili. A fare da cornice i vestiti e il clima rivoluzionario della belle èpoque.
Il rischio dei racconti corali, dove anche la servitù ha una vita forse più esaltante di tante altre che popolano il film, è il cadere nella confusione. Quando c’è troppo da raccontare si rischia di dire troppo e alla fine non far arrivare nulla.
Insomma al di la dello scopiazzo, al di la dell’atmosfera alle volte troppo cupa, e al di la del fatto che i due protagonisti, dopo due puntate, si sfiorino ancora appena, come se fossimo in un terribile film polacco, non può reggere ancora per molto. Le chance di far bene ci sono tutte: il mistery c’è, il giallo anche, i due giovani ragazzi sono belli e bravi, ora manca solo che la fiction tiri fuori l’asso dalla manica e con un colpo di reni cerchi di risollevare la situazione perché, in vista della sfida contro la settima stagione di Squadra Antimafia, non so se Grand Hotel ce la farà a mantenere i 3 milioni e mezzo di spettatori dell’ultima volta.
Tv in crisi: la posta del cuore, preziosi consigli (in) utili
Martedì, 14 Luglio 2015 15:13 Scritto da Paola GentileMi rendo conto che siamo in estate, che i palinsesti televisivi languono, che sono già partite le repliche del Commissario Rex e attendiamo tutti trepidanti quelle del Medico in famiglia, che facendo zapping ci sale la febbre nel vedere il nulla più assoluto spiattellato su 24h di messa in onda (intervallato da talk show improbabili), ma credo fermamente che, in questo periodo, complice la calura estiva, il povero telespettatore meriti un po’ più di rispetto ed un briciolo di considerazione. Ed invece no, la rete ammiraglia, sadica come poche, ci propina, cavalcando l’onda (o meglio onta) della reunion artistica, il nuovo (?) programma del pomeriggio di Rai Uno, “La posta del cuore” dal lunedì al venerdì alle 16.40, condotto, manco a dirlo, da Fabrizio Frizzi e (rullo di tamburi) Rita Dalla Chiesa.
Oddio, che strazio! Un programma più antico dei ruderi del Colosseo, che spolvera storie e racconti di gente comune alle prese con i piccoli e grandi problemi della vita di tutti i giorni: dalle crisi di cuore, ai tradimenti, passando per le grandi scelte esistenziali, dove uomini e donne chiedono consiglio ai due ex coniugi. Che idea geniale!
In uno studio in pieno stile anni ’80 con una finta veranda dalla quale si intravedono piante, una libreria in lontananza, le poltrone tutte intorno ed ecco servito l’emotaintment – talk dove la banalità e la melassa regnano sovrane. In studio ad affiancare gli ex coniugi, che di tanto in tanto, si scambiano sguardi complici ma che ricadono in un clima di assoluta noia (non si avverte nemmeno un briciolo della guerra fredda che c’è tra Albano e Romina Power, loro si che ci danno delle soddisfazioni); c’è una blogger e una psicoterapeuta e naturalmente l’ospite della puntata, ansioso di spiattellare i fatti propri in tv e farsi dare dei preziosi suggerimenti. Frizzi introduce la storia e lo fa da perfetto padrone di casa qual è, anche se il suo stile è vecchio, antiquato e monocorde; ogni volta che lo vedo mi domando sempre se rida perché tutto lo fa ridere o perché vuole fare bella figura o peggio ancora perché la battuta fatta è talmente stupida che, per sollevare l’interlocutore dall’imbarazzo, preferisce farsi due risate.
Si discute della storia in questione, perlopiù corna, e alla fine la sacerdotessa Rita formula il proprio consiglio, manco fosse l’oracolo di Delfi. Il racconto è intervallato da filmati girati in esterna per rendere la storia più comprensibile e per mettere in evidenza alcuni dettagli che sono sfuggiti o per approfondirne altri. Seguono video messaggi in cui varie persone chiedono “consiglio” a Fabrizio o Rita. La mancanza di diretta nuoce, e di parecchio, al prodotto e toglie un po’ di ritmo, ma non basterebbe quella a salvarlo.
Tutto è edulcorato, stantio, ammorbante e soprattutto già visto. La posta del cuore c’è sempre stata, in tv, sui giornali, ricordiamo tutti la celebre Donna Letizia, ma la forza di quelle piccole missive con annessi consigli era il restare anonimi senza metterci la faccia o il nome in quel caso specifico, dove ragazze degli anni ’60 raccontavano i loro turbamenti e ricevevano le risposte veementi e diplomaticamente compiaciute di Donna Letizia, che forniva suggerimenti da donna assennata a donne che stavano viaggiando troppo veloce per i loro tempi. Adesso dove tutta la nostra vita è sui social, dove chiunque per strada è pronto a darti un consiglio pur di sapere i fatti tuoi, dove si aprono gruppi su internet per le più svariate stupidaggini, dove pur di sentir parlare di problemi che, siano di amore o i mutui o di alieni, si può essere facilmente invitati alla trasmissione Quinta colonna, mi domando se serva ancora un’ambientazione e una tv dei bei tempi andati che ci aiuti a risolvere questioni di cuore. Davvero, non so.
L’unica cosa che ho apprezzato di questo programma, oltre al fatto che duri solo un mese, è stato il ritorno in tv di una donna di classe e mai sopra le righe come Rita Dalla Chiesa. Dopo il ben servito di La7 e la sua volontaria uscita da Forum per lasciare il posto ad un’antipaticissima Barbara Palombelli, è tornata finalmente in tv e, complice il suo occhio ceruleo e la sua innata eleganza, ha portato un po’ di charme tra le varie Isoardi che popolano il nostro tubo catodico.
Al Bano, Romina e quella nostalgia canaglia...
Sabato, 30 Maggio 2015 11:09 Scritto da Paola GentileE’ stata una serata amarcord quella che si è consumata venerdì 29 maggio su Rai Uno. Lo spettacolo “Signore e signori Al Bano e Romina” in diretta dall’Arena di Verona, gremita in ogni ordine di posto, ci ha consegnato un’istantanea di ciò che eravamo e che non siamo più. Lo show ha ottenuto un successo straordinario di pubblico, con quasi 5 milioni di telespettatori, totalizzando il 24,34% di share. Ma lo si sapeva, si era ben consci che riesumando la coppia-non più coppia targata Usa/Cellino San Marco il popolo italiano sarebbe impazzito, e non solo (ricordiamo che i russi, per la loro prima reunion in occasione della festa organizzata dal magnate della tv cirillica nel 2013 per i 70anni di Al Bano, sborsarono più di mille euro a biglietto). Erano 21 anni che non si esibivano insieme in Italia, se si esclude ovviamente il riavvicinamento all’ultimo Festival di Sanremo con Carlo Conti che incitava il pubblico a prodigarsi nel coro: “Bacio, bacio” che nemmeno al gioco della bottiglia si fa più. Ma nonostante questo la coppia è tornata sul luogo del delitto: il palcoscenico, ed ha offerto ai fan più inossidabili e alle giovani generazioni uno spettacolo bulimico e con tempi televisivi da panico. Troppo lungo, troppa carne al fuoco, troppi ospiti liquidati anche in malo modo per mancanza di tempo e, ciliegina sulla torta, Pippo Baudo che ormai ha i tempi televisivi di un bradipo. Il Pippo nazionale ha ripercorso insieme alla coppia i momenti clou della loro “carriera artistica” riproponendo aneddoti, spezzoni di vecchie esibizioni e ricordando, naturalmente, la vittoria sanremese nel 1984 con il brano “Ci sarà”. Le pecche nel ritorno trionfale di Al Bano e Romina sono state davvero tante. Oltre alla lunghezza dello show, di cui abbiamo già trattato, oltre alla valanga di ospiti ed amici chiamati ad omaggiare l’ex coppia felice (da Lopez a Solenghi, passando per i Ricchi e Poveri ed Umberto Tozzi), oltre alla presenza sempre troppo ingombrante di Baudo, c’è stata la superflua apparizione di Kabir Bedi che si è cimentato con Romina nel “Ballo del qua qua” distruggendo definitivamente quel poco di credibilità e virilità che gli era rimasta (l’altra se l’era già ampiamente giocata sull’Isola dei famosi e come protagonista nell’agghiacciante quinta serie di Un medico in famiglia). Tutto questo per allungare un po’ di più il brodo e costringere il povero Al Bano a ripetere come un mantra che “il tempo è tiranno”. Romina poi legge un estratto del libro che ha scritto dedicato a sua madre Linda Christian, e dulcis in fundo la presenza da corollario del figlio della coppia, Yari che ha cantato un suo pezzo e si è profuso in commenti imbarazzanti sul genere umano: “Più me la faccio con gli esseri umani più son contento di essere un animale”. C’era davvero bisogno di un po’ di retorica caro Yari e dopo averti sentito cantare e parlare capisco il perché tu non abbia mai sfondato nel mondo della musica. Le canzoni culto ci sono state tutte: da Felicità a Nostalgia canaglia fino a Something Stupid incisa di recente dalla ritrovata coppia artistica. Naturalmente la Power è stata accusata di aver stonato (sai che novità, è una vita che lo fa) e di aver usato il playback in alcune esibizioni, ma a noi non ce ne importa nulla. A noi piace vederli sul palco che si punzecchiano, che si lanciano frecciatine e battute al vetriolo, che superano la loro crisi usando la tv come analista e il giudizio del pubblico (che li ama da sempre) come viatico per fare nuovi concerti ed intascare un altro po’ di denaro. Ogni volta che li vedo insieme sembra di partecipare ad una riunione di condominio, dove tutti si rispettano, si salutano, si intrattengono anche a chiacchierare, ma al minimo sopruso o al minimo sgarbo sono tutti pronti a far volare le sedie e a far piovere insulti come massi da un cavalcavia. E’bello vedere questo clima di finta armonia, di falsa felicità, e di tiratissima comprensione con la speranza che da un momento all’altro scatti la rissa e tornino di nuovo ad accusarsi in tribunale. Ma allora perché il pubblico li ama cosi tanto? Perché Al Bano e Romina, per anni, hanno fatto sognare milioni di persone. Lui, il ragazzo del sud pieno di valori ma di estrazione sociale modesta, lei, la ragazza americana, figlia di attori e conoscitrice del mondo dorato e patinato di Hollywood dal quale è fuggita; hanno fatto sempre sparare che l’amore potesse rompere tutte le gerarchie sociali e superare ogni barriera di perbenismo. Questo hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora gli ex coniugi Carrisi: il sogno, la speranza, quella felicità che hanno tanto cantato ma nella quale forse hanno creduto troppo poco.
In tutto questo love affair mi domando se la Lecciso fosse a casa a guardare la tv e a mangiarsi i gomiti dalla bile.