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Continuiamo il nostro viaggio tra le mete più belle del Sud Italia sperando di consigliarvi il meglio gentili lettori, di quanto le coste calabresi possano offrire. Ci troviamo sull’alto tirreno cosentino, per la precisione a San Nicola Arcella, terra baciata dal sole e dagli Dei. E’ lungo la Riviera dei Cedri che si sposta in nostro viaggio al fine di conoscere meglio questo angolo di paradiso, tra scogliere, bracci rocciosi, porti naturali, sabbia trasparente come vetro soffiato e la mitica Torre Crawford, scenario di storie tenebrose. La nascita di San Nicola è legata a doppio filo a quella del popolo di Lavinium (antica città romana) che, per difendersi dalle incursioni saracene, si trasferì sulle alture vicine. Insediandosi su questo imponente strapiombo a 110 m s.l.m. crebbe e prosperò. In passato fu terra di rifugio per naviganti e monaci basiliani oltre ad essere residenza dei Principi Spinelli di Calabria. Torre Crawford e l’Arcomagno Se leviamo lo sguardo fin su in cima veniamo colpiti da due capolavori: uno umano e l’altro naturale situati entrambi lungo il tratto di costa denominato Marinella. Il primo è la Torre Crawford, splendido esemplare architettonico risalente al XVI secolo, e denominata così in onore del celebre scrittore statunitense Francis Marion Crawford che scelse proprio questo avamposto saraceno per vivere e qui vi ambientò il suo romanzo più rappresentativo, For the blood is the life, pubblicato in Italia con il titolo “Cristina.” Il racconto, a sfondo vampiresco, presenta connotazioni, personaggi e luoghi sannicolesi. Il secondo è l’Arcomagno, una grotta di rara bellezza raggiungibile solo via mare o a piedi, mediante sentieri ricavati nella roccia. Qui vi sgorga acqua dolce e, immergersi tra queste onde, è come fare un tuffo nelle viscere della terra. La grotta di Enea rievoca scenari mitologici. L’acqua cristallina, i fondali ricchi di flora e fauna, insieme ad una spiaggetta ombrosa ed intima la rendono ancora più suggestiva. Dalla spiaggia, tramite un percorso roccioso, si giunge alla grotta del Prete sulle cui onde si riflette l’isola di Dino che si scorge in lontananza. Non dimenticare di fare un salto a visitare Torre Dino, costruzione del XVIII secolo e più volte rimaneggiata nel corso degli anni. In prossimità della località Dino, vi è il Palazzo dei Principi Lanza di Trabia, un piccolo gioiello di fattura barocca. Non solo mare ma anche monti e colline La bellezza della Calabria e della maggior parte delle sue cittadine è che ad una manciata di chilometri si può godere di differenti spazi naturalistici. Se si è stanchi del mare si più andare in montagna o in collina. A ridosso della zona costiera, infatti, vi sono degli splendidi paesaggi montani, ideali per una scarpinata o per un pic-nic all’aria aperta. Grotte e baie si alternano a colline rigogliose, dove la macchia mediterranea gioca un ruolo da protagonista. Piatti tipici e non solo La passeggiata nel borgo di San Nicola è un vero e proprio must, e il Belvedere è una tappa imprescindibile. L’isola pedonale, che va da Corso Biagio Lo Monaco a Piazza Alessandro Siciliano, è un piccolo concentrato di negozi tipici, bar, localini alla moda e ristoranti di cucina tradizionale calabrese. Potrai assaggiare torte, liquori e digestivi al sapore di cedro. Immancabile è il peperoncino in tutte le sue declinazioni, i salumi locali, le conserve, l’olio, il vino ed infine i dolci, uno su tutti i “panicelli” decantati anche da vate D’Annunzio nella sua poesia “Leda senza cigno.” E la sera? Concerti, eventi, degustazioni, sagre. Insomma tutto quello che serve per un soggiorno da dieci e lode.
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Vacanze 2016: Capo Vaticano, il luogo degli Dei

Domenica, 24 Luglio 2016 16:16 Scritto da

 «Penso che Capo Vaticano si chiami Vaticano per la stessa ragione per cui un colle di Roma si chiama alla stessa maniera: sacerdoti e indovini vi andavano a scrutare il futuro, basandosi sul volo degli uccelli e altre cose. Duecento metri al largo della punta c'è uno scoglio chiamato Mantineo, e in greco "manteuo" significa comunicare con la volontà divina. Il Capo era un posto sacro, e lo è ancora, nonostante tutto». Il celebre scrittore veneto Giuseppe Berto descriveva così Capo Vaticano, il posto dove aveva scelto di vivere e che indicava come “casa.” Le sue parole coniugano al meglio gli aspetti caratteristici del territorio: mito, storia – numerosi sono gli insediamenti greci e romani, leggenda e paesaggio. Le Grotticelle: tre spiagge, un solo amore Le Grotticelle sono tre spiagge contigue famose in tutto il mondo per la meravigliosa sabbia bianca, il mare cristallino ed i fondali tropicali. Sono state inserite, da una rivista francese, tra le tre spiagge più belle d’Italia e figurano anche nella top 100 delle più belle del mondo. Un luogo ancora incontaminato dove la natura rigogliosa si mescola alla fauna copiosa. I fondali rocciosi – situati nei pressi degli Scogli del Vadano, della Galea e di Mantineo – fanno il paio con quelli sabbiosi. E’ possibile trovare conchiglie tipiche dei mari dei Tropici, ma anche coralli ed abbondanti clipeastri; si tratta infatti di antichi echinidi dalla forma piramidale. Bellezza e leggenda: il Faro Costruito nel 1870 ma, di fatto, attivo da soli quindici anni, il Faro di Capo Vaticano è uno dei luoghi simbolo della città. Si erge sulla punta più alta del promontorio in granito bianco – grigio, quasi a voler dominare l’intera baia e, il percorso che porta fino in cima, è costellato di stradine strette scavate nella roccia che regalano una vista impareggiabile. Da questa altura si possono ammirare, addirittura, le isole Eolie, una su tutte Stromboli, e lo sguardo oltrepassa l’orizzonte spingendosi fino allo stretto di Messina. La leggenda vuole che su uno di questi scogli, e più precisamente se quello Mantineo, la profetessa Manto emettesse il suo vaticinio, predicendo il futuro ai naviganti o scongiurando l’ira dei mostri Scilla e Cariddi (le correnti marine dello stretto). Peculiarità I sedimenti risalenti al Quaternario fanno di Capo Vaticano una tappa obbligata per i paleontologi di tutto il globo. La conformazione del territorio, con valli e profonde incisioni fluviali, consente la formazione di terrazzamenti a gradoni che conducono dritti dritti a strati fossiliferi del Miocene. La Felce Gigante e la Palma Nana impreziosiscono la vegetazione locale. Street food, mangi molto e spendi poco I numerosi localini disseminati nei pressi del lungomare offrono la possibilità, a residenti e turisti, di gustare dell’ottimo cibo, altissima qualità unita alla spensieratezza di mangiare passeggiando in notturna. Un cartoccio di pesce fritto, un panino con cipolla rossa e ‘Nuduja di Spilinga arricchito da un po’ di pecorino del Poro racchiudono in sé tutto il sapore unico della Calabria.

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Tappa obbligata nel nostro itinerario alla scoperta delle più belle mete vacanziere della Calabria non poteva che essere la maestosa Isola di Dino. Magia, mito, antichità, lotte ed incursioni di pirati si intrecciano e si esplicano in quella che è una delle due isole più grandi della Calabria, situata sulla costa nord-occidentale dell’alto tirreno cosentino, di fronte Praia a Mare. Leggenda, modernità e storia A bordo di una motobarca si giunge in questo luogo dove il tempo pare essersi fermato, tra natura selvaggia, mare cristallino e fondali ricchi di Gorgonie. Ci accorgiamo che siamo nella modernità per via di un gruppo nutrito di villette, bungalow e sei tucul con annessi bar e ristoranti – ideali per consumare un pasto veloce godendo di un panorama da cartolina - costruiti negli anni ’60 quando l’avvocato Gianni Agnelli acquistò l’isola per una cifra di 50 milioni di lire, nel tentativo di rilanciarla. Il profumo del mirto inebria e stuzzica i sensi in un territorio che si estende per 50 ettari e che deve, con ogni probabilità, il suo toponimo alla presenza di un antico tempio (aedine) dedicato alla dea Venere. Altre fonti accreditano il nome Dino all’etimo greco dune che significa tempesta. La sua posizione strategica l’ha resa, nel corso dei secoli, terra di conquista ad opera dei turchi, dei normanni ed infine dei Borbone. Una stradina interna circumnaviga l’isola e porta fin su in cima dove è possibile ammirare la Torre normanna. Grotte suggestive Le grotte più affascinanti sono indubbiamente quella del Leone, chiamata così perché la roccia, in seguito all’erosione marina, ha assunto la forma di un leone accovacciato; e la Grotta Azzurra che ricorda quella di Capri, ma diversa sia per dimensioni che per colori. Un intenso verde azzurro lascia il posto man mano che ci si sposta ad un verde rame in contrasto con l’azzurro pastoso e intenso dei bordi interni. Menzione speciale va alla Grotta Gargiulo completamente sommersa, fatta eccezione per due bolle d’aria, e accessibile solo ai sub. Numerose sono le falesie calcaree e le alte scogliere che si buttano a capofitto nel mare, oltre a numerose specie di uccelli ed esemplari di piante rare. A passeggio per Praia a Mare Di ritorno dall’isola di Dino concediti un gelato passeggiando per il lungomare di Praia, con i suoi negozietti tipici dove potrai acquistare liquori e marmellate al gusto di mirto, o semplicemente startene al sole ad ammirare il mare cristallino, le insenature rocciose, gli scogli e i faraglioni, inebriato tutto intorno dalla fragranza di cedro che, mischiandosi alla brezza marina, ti regala un’emozione irripetibile. Non lasciarti scappare l’opportunità di visitare il Fortino – forte difensivo del Fumarulo di Praia – e la Rocca, complesso fortificato di epoca normanna. Tramite una lunga scalinata si accede al Santuario della Madonna della Grotta completamente scavato nella roccia. Un luogo di notevole impatto visivo e dal valore profondamente mistico. La piccola Fiuzzi Di fronte l’isola di Dino c’è la frazione di Fiuzzi dove è possibile ammirare la Torre. Costruita su un faraglione della scogliera di Fiuzzi alto 15 metri, su cui era già presente una torre angioina, è una delle torri più grandi della zona. Era posta a presidio della costa dalle incursioni Saracene. Immancabile il bagno tra vegetazione spontanea, rocce calcaree e sabbia bianca.

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Continua il nostro viaggio tra le bellezze del Sud Italia al fine di proporre ai nostri lettori le migliori mete estive. Dopo Pizzo Calabro oggi vi proponiamo la vicina Tropea, perla del Mediterraneo. Il cielo che trascolora fino a diventare un tutt’uno con il mare azzurrissimo, gli inconfondibili scogli, la sabbia bianca, la prospettiva di trascorrere un soggiorno in pieno relax: questo e molto altro è Tropea. Sei spiagge per una sola vacanza La spiaggia del Cannone è ideale per chi desidera rimanere in tranquillità a godersi la tintarella. Situata nella posizione privilegiata tra il porto turistico e lo scoglio di San Leonardo, è riservata e poco frequentata. Come avere una spiaggia privata. Scenario suggestivo, rupe a strapiombo sul mare, bagno tra gli scogli: è la spiaggia della Rotonda. Per gli amanti degli sport acquatici consigliamo la spiaggia ‘a Linguata, con il suo fondale limpido, adatto per le immersioni. La meravigliosa Grotta Azzurra - Spiaggia l’Occhiale - è una delle attrazioni più rinomate di Tropea. I raggi del sole che, penetrando dalle fessure tra le rocce colorano di azzurro le acque, regalano uno spettacolo imperdibile. Tra lo scoglio dell’Isola Bella e la Spiaggia della Rotonda c’è Marina dell’Isola, un vero e proprio paradiso terrestre. La spiaggia del Convento è una delle migliori della Costa degli Dei. Infine Passo Cavalieri, esempio lampante di come la natura possa essere variegata e selvaggia in un lembo di terra ristretto ed armonico. L’antica Trionfea e il Santuario di Santa Maria dell’Isola La leggenda narra che Ercole, di ritorno dalla Spagna, abbia fondato la città. Altre, invece, annoverano i romani tra i creatori di Tropea. Infatti, dopo la vittoria di Pompeo su Cesare le venne attribuito il nome di Trionfea divenuto poi Tropea. Visibili le impronte lasciate dalle altre dominazioni: bizantina, normanna ed aragonese. Imponente e maestoso, il Santuario è il simbolo della cittadina. Arroccato su di un promontorio altissimo, ospita la cattedrale datata 1100, in stile romanico, contenente la sacra effige della Madonna della Romania. I palazzi nobiliari, nel centro storico, con i famosi “portali”, rappresentano le famiglie nobiliari. Alcuni sono dotati di grosse cisterne scavate nella roccia, che servivano per accumulare il grano proveniente dal Monte Poro. Manicaretti, Pizzi e vecchi merletti I profumi delle trecce di cipolla rossa, l’odore dell’origano, la gustosa fragranza dei manicaretti tipici del luogo diventano un tripudio di sensazioni che esplodono a contatto con le papille gustative. La cipolla rossa, denominazione IGP, è il vanto di questa terra. Furono i Fenici e i Greci ad introdurla e, nel corso del tempo, si è fatta apprezzare per le sue proprietà curative ed antiossidanti. Il gelato e la marmellata al gusto di cipolla rossa sono due delle leccornie da provare almeno una volta nella vita. Un tempo una delle attività più remunerative era la tessitura. Le donne tropeane tessevano ore ed ore sui pesanti telai creando veri e propri gioielli di artigianato. Tutto ciò è rimasto inalterato nel tempo. Un posto per tutte le tasche Il bello di trascorrere una vacanza a Tropea è la possibilità di spendere poco senza rinunciare ai confort. Per chi desidera rilassarsi in magnifiche camere superaccessoriate consigliamo i vari Hotel e i B&B con vista sul mare, che coniugano benessere e spending review. Per le famiglie o i gruppi di amici l’ideale sono le case vacanze ma anche l’accogliente e fornita area camping; uno spazio pulito ed attrezzato dove vivere a contatto con la natura. Da segnalare: il Tropea Film Festival. Appuntamento imperdibile del mese di agosto.

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Vacanze 2016. Prima tappa a Pizzo Calabro

Giovedì, 30 Giugno 2016 12:16 Scritto da

Altro che Ibiza, Formentera, Rimini o Maldive. Fatti furbo. Quest’anno le vacanze trascorrile in Calabria. Una terra ricca di passione, di storia e di bellezza. 

Apriamo oggi una rubrica tesa a valorizzare le bellezze del Sud Italia ed a consigliarvi le migliori località dove trascorrere le vostre vacanze.

Prima tappa: Pizzo Calabro. 

Parola d’ordine: Sole, mare e…cultura

Il percorso che porta a Pizzo Calabro, in provincia di Vibo Valentia, è lastricato da baie rocciose alternate a spiaggette deliziose che si protendono lungo la Costa degli Dei. Uno spuntone di roccia di tufo accoglie la cittadina che si abbandona su di essa tagliando in due il Golfo di Sant’Eufemia ed offrendo un panorama unico. 

Sono 8 i kilometri di costa che compongono il litorale di Pizzo. I tratti sabbiosi – come la spiaggia della Seggiola o della Tonnara e la Marina – si mescolano ai gruppi rocciosi che, immergendosi nel Golfo, formano suggestive calette – come la Scogliera Prangi - ed insenature naturali che ospitano incantevoli grotte. La Grotta Azzurra è da sempre meta di turisti. Menzione speciale occorre riservare alla chiesetta di Piedigrotta e all’omonima spiaggia. Si tratta, infatti, di una chiesetta scavata nel tufo da alcuni marinai napoletani sopravvissuti ad un naufragio. Al suo interno vi sono raffigurazioni ad opera dell’artista Angelo Barone. 

Un tempo Castello Aragonese oggi Museo provinciale murattiano

Eretto nella seconda metà del XV secolo per volere di Ferdinando I d’Aragona il Castello è oggi un Museo dedicato a Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, che proprio qui trovò la morte il 13 ottobre 1815, dopo aver subito un processo controverso e sommario. L’allora Re di Napoli, destituito dal suo incarico per l’avvicendarsi di situazioni politiche sfavorevoli, cercò in tutti i modi di riprendersi il trono nel frattempo ritornato in mano borbonica, ma quando stava per tornare a Napoli una tremenda tempesta dirottò la nave a Pizzo e la folla, voltandogli le spalle, lo consegnò alle guardie. All’interno del Museo è possibile ripercorrere, mediante un percorso illustrato, tutte le tappe che portarono alla tragica fucilazione. Per un beffardo gioco del destino Murat venne assassinato in quel suo regno che amava talmente tanto da spingerlo a dire, a Castellabate, la celeberrima frase ″Qui non si muore.″

Accoglienza ed ospitalità

Il calore, l’allegria, la simpatia del popolo calabrese è un’iniezione di buon umore. La cucina tipica e quella di Pizzo, in particolare, si compone di piatti dal sapore deciso. Da non perdere ilfamosissimo tartufo di Pizzo, conosciuto in tutto il mondo, il tonno sott’olio che celebra l’antica tradizione ittica della zona e i “surici” o pesce pettine, ideale per fritture, paste e tortini. Ti sentirai a casa coccolato da confortevoli hotel di lusso e deliziosi B&B, tutti, rigorosamente con vista sul mare. 

Vita notturna

Dopo una giornata in spiaggia non c’è niente di meglio che godersi la Pizzo by night. Punto di ritrovo di turisti e residenti è la centralissima piazza della Repubblica. Con i suoi locali alla moda, le sue rinomate gelaterie e i suoi negozietti tipici dove acquistare le ceramiche, è da sempre l’agorà, impreziosita dalla Fontana del Commercio realizzata nel 1864 con il granito del Borbone in trionfo. Dalla balconata si può godere di una vista mozzafiato.