Se il buongiorno si vede dal mattino a Terzigno è ancora notte, una notte fonda che durerà ancora a lungo. Nemmeno questa tornata elettorale pare essere foriera di un autentico cambiamento: cambiano le casacche, cambiano le alleanze, non cambiano però i protagonisti della scena politica. Sempre le stesse facce (e quelle nuove da dove sbucano?). Terzigno non è pronta alla svolta, i soliti vecchi equilibri difficilmente verranno intaccati, anche dalle cosiddette “nuove proposte” che celano manovre che non portano in realtà a niente di nuovo se non alla ribalta nuovi politicanti che si esprimono per slogan e frasi fatte senza avere la più pallida idea di quali strumenti servano concretamente per amministrare. Lo dico con molta amarezza, Terzigno in fondo merita lo sconquasso in cui versa: questo triste pensiero mi è balenato quando ho letto da più parti che “siamo alle comiche”. Mi sono sentito tirare in ballo perché era circolata la voce, che ho provveduto a smentire, che fossi anche io candidato a sindaco: io credo che si possano contare sulla dita di una mano quelli che in paese hanno sostenuto importanti battaglie esponendosi apertamente, è gente nota per il proprio impegno a cui va la mia gratitudine e la mia stima. Reputo, quindi, comico che si reputi comica una possibile proposta proveniente dalla parte buona della società civile. Perciò non faccio salvo nessuno. Nemmeno me stesso, perché mi ritengo parte di quell’unica componente che poteva e doveva farsi carico delle proprie responsabilità e cogliere l’occasione per spendersi in politica - non ho però lavorato a tale scopo e la mia ultima esperienza in tal senso è stata quanto di più deludente potessi immaginare. Era abbondantemente preventivabile che non avessimo noi l’ardire che hanno avuto nei comuni confinanti di “intraprendere”. Reputo comica pure la connotazione che si è data al termine “attivismo”: lo scopo di un attivista non è candidarsi a sindaco ma lottare quotidianamente per il cambiamento. I veri attivisti, tante volte, non hanno voglia di impegnarsi in politica per non sporcarsi. La politica è roba da politici. Che la buona politica non sappia farla più nessuno è il problema autentico. Io penso che la componente civile non sia minimamente presa in considerazione dai protagonisti della scena politica locale: così come non c’è stato dialogo con l’amministrazione non c’è e non potrà esserci, se non in termini di pacchetti di voti, con nessuno degli attuali schieramenti. A fare politica sono tutti bravissimi a Terzigno, non c’è che dire. A farsi carico delle istanze della cittadinanza, a dare lotta nel quotidiano non è bravo nessuno: ci si trova spesso a portare avanti le battaglie con persone di fuori paese, come nel caso della cava Ranieri, ma ai politici locali e a gran parte della cittadinanza quanto importa veramente? Stesso discorso per cava Sari: in quanti si sono interessati alle recenti visite ispettive e alle azioni legali intentate? Lo dico con assoluta certezza: nessuno! E con nessuno intendo nessun candidato consigliere o sindaco. Si muore in paese, preoccupanti più che mai sono i dati della ricerca Sentieri, ma noi siamo bravi ad abbracciare la croce quando si verificano le tragicità. Non sono tragicità, è il frutto del menefreghismo. E’ comico davvero che sotto elezioni diventino tutti attivisti, tutti appassionati della cosa pubblica, tutti con in tasca la soluzione ai problemi. Non ce l’ha nessuno. Io speravo in una grossa coalizione che avrebbe chiamato in causa direttamente la componente civile, un grosso movimento di indignati. Stiamo raschiando il fondo del barile. Mi rendo conto, dopo aver lanciato la campagna #terzignonondevemorire, di essere entrato invece in quella risma di giovani che considerano il paese morto e che ambiscono ad andare via, a costruirsi un futuro lontano da qui, perché il paese muore ma i politici come i condor pensano a spartirsi l’ultima carogna. E quando pure la Lega Nord arriva ad avere una propria considerevole rappresentanza… Ti accorgi di essere alla frutta. La smania di fare i politici è tale a Terzigno da divorare ogni cosa come un buco nero. Personalmente sono stanco delle prese in giro, stanco di chi ha a stento la terza media ma crede di avere un’intelligenza tale da poterti prenderti in giro. Stanco dei “mo’ beco io”, stanco delle strade cittadine che sembrano percorsi di guerra, stanco di essere sommerso dalla spazzatura, stanco di non vedere applicato uno straccio di proposta che non porti denaro nelle sacche di chi decide. Stanco di non sapere per chi andare a votare. Continuare a lottare diventa sempre più dura. Sotto elezioni è impossibile perché c’è il rischio che il tuo operato venga strumentalizzato. Cambierò idea da qui a Maggio? Intanto un weekend in Umbria l’ho già prenotato.
Francesco Servino