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Il Napoli, dopo una serie di prestazioni al di sotto delle aspettative, riesce nell'impresa di battere la Roma all'Olimpico, vendicando il successo dei giallorossi in terra partenopea conseguito durante il girone d'andata. Nessuno avrebbe scommesso su questo risultato, considerando lo stato di forma delle due compagini. La vittoria, seppur molto sofferta, sembra chiudere un filotto negativo per gli azzurri e alzare il morale per tentare un altro colpaccio in Champions contro i campioni d'Europa del Real Madrid. Sarri per questa trasferta cambia le carte in tavola: Rog titolare in luogo di Zielinski, Mertens al centro dell'attacco e Koulibaly, che riprende il suo posto in difesa. Nell'insolita cornice del sabato pomeriggio, la sfida è stata caratterizzata da grande equilibrio e da ripartenze fulminanti. Proprio in una di queste, la Roma, con un'ottima azione di contropiede, aveva costretto, dopo pochi minuti Reina a capitolare, ma la rete era stata giustamente annullata per fallo di mano da parte dell'autore del tiro, Perotti. In seguito a questo spavento, gli azzurri rialzano la testa e si scrollano di dosso il pressing avversario e le paure della vigilia. Hamsik, galleggiando tra le linee, trova un corridoio perfetto per Mertens, il quale, scattato sul filo del fuorigioco con uno scavetto salta il portiere polacco Szczensy e firma l'uno a zero. La reazione della Roma non si fa attendere, ma non sortisce gli effetti sperati e apre continui spazi per le ripartenze del Napoli, facendo infuriare il tecnico Spalletti. Un'altra volta la combinazione Hamsik-Mertens, mette il belga in condizione di realizzare il raddoppio. L'arbitro anche in questo caso annulla la rete per fallo del numero 14 azzurro sul difensore giallorosso Fazio. Con le vibranti proteste dei calciatori del Napoli per l'episodio appena raccontato, si chiude la prima frazione di gioco. Al ritorno in campo per i padroni di casa non sono finiti i dolori. L'ottimo Rog va in percussione sulla destra e lancia Insigne sul versante opposto del campo, il Magnifico, fa partire un assist perfetto che taglia fuori sia i difensori che il portiere della Roma, garantendo a Mertens l'opportunità per la diciottesima realizzazione stagionale. Incassato il secondo colpo, i giallorossi reagiscono con veemenza: Perotti salta Hysaj e calcia sul secondo palo costringendo Reina al miracolo, il subentrato Salah sfiora il palo con un tiro a giro e l'altro innesto dalla panchina, Bruno Peres, fallisce il colpo del 1 a 2 da pochi passi. Il Napoli, a sua volta, sfiora la terza rete con Rog e su questa azione stacca la spina. Iniziano a susseguirsi le leggerezze difensive che tormentano mister Sarri e impediscono a questa squadra di fare il decisivo salto di qualità per ambire a traguardi importanti. Gli errori, prima di Reina in rilancio e poi di Koulibaly in chiusura, fruttano due occasioni colossali alla Roma. Prima Salah colpisce il palo e poi Dzeko si divora letteralmente un goal a tu per tu con l'estremo difensore spagnolo. Gli sforzi della Roma vengono premiati all'ottantottesimo, quando, una fuga sulla fascia di Perotti consente a Strootman di battere Reina con un piazzato sul secondo palo. Nei minuti di recupero Perotti per tre volte terrorizza la difesa del Napoli: prima calcia a giro sfiorando il palo, poi simula cercando il calcio di rigore ed infine calcia trovando una deviazione e solo il miglior Reina, con l'aiuto della traversa, impedisce alla partita di terminare con un pareggio. La banda di Sarri compie grossi passi avanti sia per quanto riguarda la capacità di soffrire, sia per quanto riguarda la classifica, ma ci sarà bisogno di maggior attenzione difensiva per provare ad impensierire la corazzata Madrilista che approderà al San Paolo stasera.

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Juventus-Napoli è la sfida che ha caratterizzato gli ultimi anni del calcio italiano e ci siamo trovati spesso a commentare ottime partite del Napoli che non hanno comportato i risultati meritati. Ieri sera è stato diverso. Gli azzurri stanno pagando a caro prezzo il triplice impegno tra campionato e coppe e sono evidenti i problemi di organico che caratterizzano la compagine partenopea. La differenza tra le due squadre e la diversa caratura, soprattutto nelle seconde linee, non è mai stata così lampante. Se Max Allegri può permettersi di iniziare la partita lasciando in panchina uomini del calibro di Marchisio, Cuadrado, Pjaca, Alex Sandro e BUffon, non si può dire lo stesso per il povero Maurizio Sarri che, a causa della squalifica di Hysaj, è costretto a schierare, togliendolo dalla naftalina, l'ormai arrugginito Maggio. Le uniche scelte tecniche effettuate dal tecnico napoletano sono state quelle di Milik, preferito a Dries Mertens, e quella riguardante Rog in luogo di Zielinski. Il gap fisico causato dalla scarso turn-over non si è sentito per i primi 45 minuti. Nella prima frazione, infatti, il Napoli ha espresso un buon calcio, ha tenuto il pallino del gioco costantemente ed ha concesso una sola occasione all'ex, Higuain portando diversi pericoli alla porta difesa da Neto, fino a raggiungere la rete del vantaggio, grazie ad un'ottima combinazione Insigne-Milik che ha permesso al numero 24 di servire Callejon che non ha fallito il colpo dell'1 a 0. Purtroppo, non appena rientrati in campo per il secondo tempo, come nella partita contro l'Atalanta, sono emersi i problemi di tenuta fisica e gestione del risultato che stanno affliggendo il Napoli dell'ultimo periodo. Complice anche l'inserimento di Cuadrado, la Juventus è tornata in campo con la grinta delle grandi squadre ed ha incalzato gli azzurri da subito. Al 46' Maggio regala scioccamente una rimessa alla Juventus, Asamoah la batte subito cogliendo impreparato Raul Albiol, che perde completamente Dybala, costringendo il compagno di reparto Koulibaly ad un'entrata sconsiderata che provoca l'assegnazione, da parte del direttore di gara Valeri, di un penalty per la Juventus. Dal dischetto Dybala è freddissimo e spiazza Reina. Il Napoli prova una reazione timida, ma non riesce a calciare mai verso lo specchio della porta ed il possesso palla, molto efficace nel primo tempo, diventa sterile e senza sbocchi. I bianconeri, sospinti da uno stadio in delirio, e trascinati dalla velocità di Cuadrado e Dybala, continuano a spingere forte e si procurano un angolo al sessantaquattresimo minuto. Il cross di Dybala non è eccezionale, ma Koulibaly colpisce male di testa e l'estremo difensore Reina riesce a fare di peggio. Lo spagnolo sbaglia il tempo dell'uscita e si fa sfuggire la sfera consentendo ad Higuain di insaccare a porta vuota. L'argentino non esulta, ma in due partite giocate, ha già inflitto due volte colpi al cuore dei suoi ex tifosi. I partenopei reagiscono con orgoglio e per i cinque minuti successivi al colpo del 2 a 1, si procurano angoli in serie, ma non riescono a colpire mai in maniera pericolosa. Al sessantanovesimo minuto, sugli sviluppi di uno di questi angoli c'è un contatto dubbio tra Raul Albiol e Bonucci nell'area di rigore dei padroni di casa, l'arbitro Valeri non ferma il gioco e si sviluppa un contropiede condotto in maniera repentina da Dybala, che giunto in area di rigore serve Cuadrado che salta Reina e poi frana al suolo. Lo spagnolo tocca prima il pallone e poi si scontra con l'avversario, sarebbe calcio d'angolo, ma questa volta il penalty viene concesso. Le proteste dei calciatori del Napoli sono furibonde, ma il direttore della sezione di Roma2, lontanissimo dall'azione e mal coadiuvato dall'assistente di linea, non cambia la sua decisione. Dybala trasforma nuovamente nella stessa maniera del primo rigore e porta il punteggio sul 3 a 1. Il Napoli esce mentalmente dalla partita, Sarri sostituisce Hamsik, proprio quando serviva più carisma, con Zielinski. Poi effettua la preventivata staffetta Milik-Mertens e alla fine esclude anche il positivo Rog per far spazio a Pavoletti. Purtroppo i cambi non serviranno a molto e l'agognato punto del 2 a 3 non verrà realizzato. Come al Bernabeu, in vista del ritorno al San Paolo, il Napoli è chiamato a battere gli avversari con il punteggio di 2 a 0 per raggiungere la finale. Sono due imprese, impossibili al momento, ma se affrontate dal vero Napoli  potrebbero diventare realtà.

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Qualche fiammata pericolosa di Insigne e Callejon non è bastata ad avere la meglio contro la sempre più sorprendente Atalanta di Gasperini. Gravissime le disattenzioni difensive che hanno permesso a questi giovani ragazzi, pieni di talento e voglia di affermazione, di vincere meritatamente al San Paolo nonostante l’uomo in meno negli ultimi 25 minuti di gara. E la batosta casalinga contro gli orobici proprio non ci voleva per il Napoli di Sarri, non solo perché ha perso un’occasione d’oro per rimanere sulla scia della Roma e quindi di tenere viva la speranza di avvicinarsi al secondo posto, ma anche perché avrebbe potuto affrontare l’imminente “periodo di fuoco” con maggiore autostima e maggiore serenità psicologica. Infatti i prossimi tre impegni degli azzurri sono senza dubbio le tappe decisive del campionato, quelle da cui dipende il senso ultimo di questa stagione “un po’ così”, caratterizzata sia da vittorie roboanti e convincenti, soprattutto in trasferta, che da alcune delusioni inaspettate contro squadre di bassa classifica. Il primo impegno, quello di martedì 28 febbraio, è probabilmente quello principale, ossia la semifinale d’andata di Coppa Italia allo ‘Stadium’ contro la Juventus, dato che, a questo punto della stagione, la conquista della Tim Cup sembra essere l’unico obbiettivo fattibile per i partenopei. Per carità, la distanza dal secondo posto non è assolutamente incolmabile, ma per impensierire realmente questa ritrovata e rimotivata Roma, reduce da un meritatissimo passaggio di turno in Europa League contro l’ostico Villareal e da una lodevole reazione d’orgoglio in campionato subito dopo la debacle al Marassi contro la Sampdoria, ci vuole una rivoluzione nell'approccio della fase difensiva profonda e repentina. E sarà proprio la Roma, il prossimo sabato alle ore 15:00, l’antagonista dei partenopei nel secondo atto di questo girone infernale. La compagine azzurra, che in campionato ha già perso la sfida d’andata con i giallorossi al San Paolo, non ha una buona tradizione di risultati all’Olimpico contro ‘la Lupa’: l’ultima gara in cui gli azzurri sono riusciti ad espugnare la roccaforte capitolina risale infatti al febbraio 2011, grazie ad una doppietta del ‘Matador’ Cavani. Dunque servirà davvero una grande lucidità mentale ed un generoso spirito di sacrificio in tutti i reparti per ripetere l’impresa di sei anni fa. Il mini-ciclo da incubo si concluderà poi il 7 marzo al San Paolo con la gara di ritorno contro i ‘Galacticos’ valevole per l’accesso ai quarti di finale di Champions League. Qui forse strategie tattiche, ipotetici stratagemmi risolutivi o elucubrazioni mentali intrise di speranza tenderebbero a disperdersi nell’etere senza poter dire qualcosa di veramente utile: il gap tecnico che si è visto nella gara d’andata contro i campioni d’Europa e del Mondo è stato netto ed inequivocabile. Quindi sia la società che l’ambiente farebbero bene a non caricare la supersfida di coppa con inutili tensioni o illogiche pretese, e a non considerare questa partita come l’ultimo grado di giudizio per sancire in via definitiva la bocciatura o la promozione della squadra in questa stagione o del lavoro complessivo di Sarri. Ovviamente i partenopei hanno tutto il diritto di crederci e di affrontare i fuoriclasse del Real a viso aperto, con il dovuto rispetto ma senza timori o remore psicologiche, fattori che invece hanno purtroppo condizionato il match di andata al Bernabeu.

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Il Napoli ricomincia da tre...

Lunedì, 20 Febbraio 2017 23:39 Scritto da

Dopo la sconfitta con polemiche di Madrid, il Napoli affronta la sua bestia nera: il Chievo Verona. In un tiepido pomeriggio invernale in cui cade l’anniversario della nascita del compianto tifosissimo azzurro, Massimo Troisi, con il bel gioco, anche gli azzurri ricominciano da tre. La citazione doverosa al capolavoro dell’artista, nato a San Giorgio a Cremano, evoca il numero di goal rifilati dai partenopei alla compagine veronese. Una prestazione convincente che cancella i fantasmi della Champions. Una gara dominata in lungo e in largo con una flessione fisiologica priva di conseguenze nel finale. Con Mertens tenuto a riposo ed un Pavoletti ancora troppo macchinoso e avulso dalla manovra dei partenopei, ci pensa ancora una volta Insigne a guidare i suoi verso la vittoria. Prima spaventa il pubblico di casa con una punizione che lambisce il palo, poi sblocca il risultato. Un'altra rete da applausi con il solito tiro a giro sul secondo palo che non lascia scampo a Sorrentino. Il Chievo, nonostante il fattore campo, è inerme e non riesce ad organizzare una risposta convincente. Il centrale Spolli e l’estremo difensore clivense sono costretti agli straordinari, ma ciò non basta ad arginare l’uragano azzurro. Grande combinazione Allan-Insigne, il brasiliano incuneatosi in area riesce a servire Hamsik con la punta del piede nonostante l’uscita del portiere avversario. Per il capitano un tap in facile facile che vale il suo 110° goal in Serie A. Sul finire del primo tempo Allan, autore di un’ottima prestazione è costretto al forfait per guai fisici, lo sostituisce Zielinski che, servito da Insigne al 58°, realizza la terza rete per gli ospiti con un tiro da fuori area deviato da Spolli. Dopo settanta minuti ed una prova incolore, Pavoletti lascia il campo per Milik. Il polacco, che sta ritrovando a poco a poco la condizione, si rivela da subito più attivo ed inserito negli schemi fulminei di Sarri. Appena un minuto dopo il Napoli si fa trovare impreparato su una rara sortita offensiva del Chievo Verona e l’ingenuità di Koulibaly viene punita prontamente da Riccardo Meggiorini, lanciato dall’ex De Guzman. I padroni di casa acquistano fiducia e sfiorano il colpo del 2 a 3 in più occasioni: Makismovic sventa nella stessa azione i tentativi di Izco ed Hetemaj, Gakpé sfiora la rete con un tiro al volo ed infine Gobbi ci prova a giro senza trovar miglior fortuna. Nonostante la sofferenza finale, il Napoli ritrova la vittoria e continua la sua corsa in campionato. Sperando che il clima torni sereno anche tra il presidente De Laurentis ed il mister Sarri, passiamo agli altri campi: la Juventus e la Roma annichiliscono con lo stesso punteggio di 4 a 1 il Palermo e il Torino, l’Inter batte il Bologna con la prima rete italiana di Gabriel Barbosa, l’Atalanta supera /il Crotone 1 a 0 e la Lazio, soffrendo, ha la meglio sull’Empoli per 2 a 1. Il posticipo tra Milan e Fiorentina sorride ai rossoneri che subiscono per larghi tratti dell’incontro, ma si dimostrano più cinici dei viola. Il Sassuolo sbanca il Friuli di Udine grazie alla doppietta del subentrato Defrel, Sampdoria e Cagliari si dividono la posta, mentre è roboante il primo successo sul campo del nuovo Pescara di Zeman che con un 5 a 0 ai danni del Genoa, fa perdere la panchina a Juric. La salvezza è ancora lontana, ma con il boemo è lecito sognare per gli abruzzesi.

Pagelle di Marco Annunziata 

Reina 6,5 Chiamato all’intervento spesso nel finale di partita, risponde presente a più riprese e riscatta la prestazione incerta offerta in terra natia.

Hisaj 6,5 Solita partita ricca di corsa e sacrificio per il terzino albanese

 Maksimovic 7 Concede un turno di riposo al titolare Albiol, salvando anche il risultato in più occasioni.

Koulibaly 5,5 Partita di ordinaria amministrazione fino all’incredibile mancato intervento che spalanca la porta per la rete di Meggiorini.

Ghoulam 6,5 Ottimo sparring partner per Insigne, supporta le azioni offensive concedendo poco in fase di ripiegamento.

Allan 7 Ottima prestazione, condita da un assist. L’infortunio subito lo terrà ai box per un paio di settimane.

Zielinski 6,5 Entra bene in partita e realizza la rete della sicurezza.

Jorginho 6,5 Ritrova il posto da titolare garantendo ordine e geometrie.

Hamsik 7 Solito alto rendimento per il capitano che festeggia il goal numero 110 e garantisce la solita fluidità di manovra all’intera squadra.

Callejon 6 Buona prestazione dello spagnolo a cui però manca il guizzo vincente.

Pavoletti 5,5 Lento e macchinoso. Sta trovando grosse difficoltà nell’inserirsi nello scacchiere di Sarri.

Milik 6 I mesi persi per infortunio si fanno sentire, ma la classe fortunatamente è ancora intatta. Tutti aspettiamo con ansia il vero Arek per il finale di stagione.

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REALmente forti

Venerdì, 17 Febbraio 2017 09:37 Scritto da

La Champions League è una competizione che non fa sconti, richiede di essere pronti al momento giusto al posto giusto. Nei confronti ad eliminazione diretta le occasioni di riscatto non sono molte e ogni pallone può essere decisivo. Il Napoli esce dal Santiago Bernabeu sconfitto, ma non umiliato. Il 3 a 1 finale riflette sia la maggiore caratura dei campioni d'Europa, sia l'inesperienza dei ragazzi di Sarri. Insigne prova a regalare l'illusione di un'impresa storica, quando, al settimo minuto, servito splendidamente da Hamsik, trafigge il mal pazziato Keylor Navas da 35 metri, portando il Napoli in vantaggio. Il pressing rabbioso degli spagnoli, unito alle incertezze di un reparto arretrato costantemente in affanno, consentono al francese Benzema di rimettere subito le cose a posto sovrastando Raul Albiol e Koulibaly con un perentorio colpo di testa. Incassato il colpo, gli ospiti tentano una timida reazione, ma la scarsa vena di Mertens e Callejon, annullati dai rispettivi marcatori, Sergio Ramos e Varane, va sfumare diverse potenziali opportunità. Il primo tempo si tramuta in assedio e le occasioni piovono verso lo specchio della porta difeso da Reina: Marcelo, Cristiano Ronaldo, James, Modric e Benzema, spaventano a turno i supporters napoletani. Il traballante fortino degli ospiti crolla definitivamente tra il quarantanovesimo e il cinquantaquattresimo minuto. Prima Cristiano Ronaldo, lasciato partire palla al piede da centrocampo, si invola sulla destra e serve un pallone per l'accorrente Toni Kroos che da fuori area realizza il 2 a 1, poi Casemiro raccoglie una respinta corta da parte di Albiol e fa secco Reina con un tiro di collo esterno che si insacca sul secondo palo. Ottenuto il vantaggio, il Real, si affida al contropiede e alla forza dei propri difensori. Hamsik e Insigne si dannano l'anima per risvegliare la squadra, ma i compagni non li supportano a dovere. L'unica azione ben congegnata imbastita dal Napoli, viene sciupata clamorosamente da Mertens, che non trova la zampata giusta su assist di Callejon. Nel finale di partita entrano Allan e Milik, ma non riescono ad incidere come dovrebbero. Il Napoli rischia poco nel finale di partita, ma produce altrettanto in zona offensiva. I dettagli e la cattiveria hanno fatto la differenza, gli azzurri soltanto attraverso confronti di questa portata potranno acquisire le caratteristiche che servono per andare fino in fondo in questa competizione. Il discorso qualificazione non è archiviato, ma si è chiamati all'impresa nella partita di ritorno. Il sogno 2 a 0, va inseguito, ma con meno timore e con il supporto di un San Paolo gremito che dovrà svolgere il ruolo di dodicesimo uomo in campo. La querelle durante le interviste tra il presidente De Laurentiis e il tecnico Sarri evidenzia ulteriormente il gap mentale tra una realtà affermata come il Real Madrid e una emergente come quella del Napoli.

 Pagelle

Reina 5,5 Reattivo in più occasioni ed incolpevole sui primi due goal incassati. Grave neo quello del mancato intervento sul tiro di Casemiro e un po' troppa indecisione nelle uscite su situazioni di palla inattiva

 Hysaj 6 Primo tempo da incubo, secondo tempo gladiatorio. Ha il merito di limitare Cristiano Ronaldo, ma si fa schiacciare troppo dal collega Marcelo.

Raul Albiol 5,5 Cerca di rimediare in tutti modi agli assalti della sua ex squadra, ma viene sovrastato da Benzema in occasione del primo goal e respinge male favorendo la terza marcatura di Casemiro.

Koulibaly 5 Insieme a Mertens, il più deludente tra i suoi. Perennemente in difficoltà sia fisica che mentale, perde tutte le sicurezze che lo contraddistinguono nei confini nazionali.

Ghoulam 5,5 Spinge poco e difende male, James Rodriguez resta un rebus irrisolto.

Diawara 6,5 Timore reverenziale iniziale a parte, il diciannovenne tiene bene il campo e ci mette tantissima volontà. Il futuro è tutto dalla sua parte.

Zielinski 5,5 Recupera molti palloni, perdendone altrettanti. Appoggia poco la manovra offensiva e perde nettamente il duello con Toni Kroos per il predominio del centrocampo.

Hamsik 6,5 La sua tecnica regge il confronto con quella dei blancos, lotta, inventa e si batte come poche volte aveva fatto in confronti di tal levatura. Manca l'acuto del goal, ma regala un cioccolatino ad Insigne per la rete del vantaggio.

Callejon 5 Il ritorno a casa non fa bene allo spagnolo che sembra un pesce fuor d'acqua. Soffre tantissimo Marcelo che lo costringe a ripiegare troppo spesso sulla linea dei difensori.

Mertens 5 Completamente fuori dalla partita salvo due guizzi nel secondo tempo: uno viene stoppato dalla premiata ditta Ramos-Varane, l'altro lo cestina calciando alto da pochi metri.

Insigne 7 Il migliore degli azzurri: non si ferma per 90 minuti, segna con una prodezza e cerca di innescare i compagni con diversi input spesso non recepiti. Risulta essere il più pericoloso dei suoi e il più attento anche in fase di ripiegamento difensivo. Ora deve dare continuità a questa prestazione.