Susanna Camusso: “La Calabria deve avere un sogno e un avvenire al quale guardare”
Venerdì, 26 Gennaio 2018 18:20 Scritto da Paola Gentile Pubblicato in Politica Letto 5091 volte
«Dignità del lavoro affinché i lavoratori non siano costretti a vivere in concorrenza gli uni con gli altri. I proventi della mafia vengono reinvestiti nell’amministrazione della cosa pubblica. Accettare ed incentivare il ribasso negli appalti pubblici significa aprire le porte all’illegalità».
Sono state parole chiare e precise, come è nel suo stile, quelle pronunciate dal Segretario Generale della CGIL,Susanna Camusso, nella due giorni calabrese che l’ha vista protagonista, martedì 23 gennaio, nella splendida cornice del Protoconvento francescano di Castrovillari, in un Teatro Sybaris gremito in ogni ordine di posto.
Le sue parole fanno da sintesi al tema del convegno “Lavoro è legalità” dove, forse per la prima volta la congiunzione diventa verbo al fine di affermare con convinzione un secco “No” ad ogni forma di criminalità e di intimidazione mafiosa, testimoniata dalla presenza forte e diretta di don Ennio Stamile, parroco di Cetraro e coordinatore regionale di Libera, l’associazione di don Ciotti che da anni si batte contro ogni forma di sopruso ed ingiustizia sociale. «Chi fa atti intimidatori è un vigliacco - urla con decisione don Ennio - Non ci fermeremo. Alzeremo la voce. Il cancro di questa terra si chiama ‘ndrangheta. Continueremo a denunciare e a sedere, al fianco della CGIL, nei processi che vedono la ‘ndrangheta come imputata». E un auspicio «Liberare chi libero non lo è. Chi non ha né santi in paradiso né diavoli in terra, chi non ha politici potenti ai quali rivolgersi, chi non ha raccomandazioni».
Asserire che il lavoro genera legalità e viceversa è un’illusione, ha sottolineato la Camusso, rimarcando la sua posizione di netto rifiuto del caporalato, rivendicando la paternità della CGIL al raggiungimento della legge che mette fine al caporalato che, in terra calabra, è una piaga mai veramente rimarginata e sempre pronta a sanguinare nuovamente.
L’unico, grande, strumento per combattere l’illegalità è «il divieto di intermediazione di manodopera con il ripristino di elenchi presso le amministrazioni comunali che toglie qualsiasi alibi alle imprese perché avviene nella più completa trasparenza».
«La CGIL - ha aggiunto la Camusso- non può essere il supplente dello Stato quando questi non c’è». Sulla piaga del lavoro - in Calabria si registra il 23% di disoccupazione giovanile, il 38 % di NEET e un economia sommersa del 21% - il segretario si è espresso senza mezzi termini «Un lavoratore in nero è un lavoratore ricattato. Basta ai contratti pirata fatti da imprenditori compiacenti e da sindacati che nascono e muoiono nel giro di poco tempo».
E poi un appello alla politica «Non candidate chi ha condanne, sub iudice e comportamenti non legali».
Parole, quelle della Camusso, che trovano eco in quelle di Giuseppe Guido, Segretario Generale della CGIL comprensoriale«La mafia fa proseliti toccando le corde deboli della società. Il lavoro relega in un angolo la ‘ndrangheta. Non saremo il bacino di voti di nessuno, ma bacino di idee messe a disposizione di quanti vorranno usufruirne come volano di sviluppo del nostro territorio» e poi l’affondo «Diremo No al Jobs Act. No ai perenni tirocini» puntando «ad un’offerta scolastica di qualità, al miglioramento del trasporto pubblico locale, ad un distretto agricolo d’eccellenza e ad un potenziamento viario». Rimarca Guido «La S.S 106 Sibari-Roseto deve essere completata» e su questo punto coglie l’appoggio totale del sindaco di Roseto Capo Spulico, Rosanna Mazzi che definisce la strada statale «una vergogna italiana colpa di un balletto surreale tra Ministero dei Beni Culturali e Ministero dell’Ambiente».
Posizioni suffragate dagli interventi di Angelo Sposato, Segretario Generale CGIL Calabria, dal Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, dal relatore Francesco Spingola e dalle testimonianzedelle tre lavoratrici: Rosaria Aiello, Carolina Luzzi e Carmela Errico. In apertura i saluti del vicesindaco di Castrovillari, Francesca Dorato che ha rimarcato l’importanza «della conoscenza del territorio. Solo conoscendolo si comprende la quantità del problema».
Amara ma realistica la sintesi tratteggiata dalla Camusso che non manca di scoccare una freccia all’indirizzo del governo regionale, reo di non avere «un orizzonte verso il quale andare. La Calabria ha bisogno di un sogno e di un avvenire al quale guardare».
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