Politica
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Giugliano: “Favorire incontri con buyers internazionali per il rilancio delle aziende tessili vesuviane”
SAN GENNARO VESUVIANO. Incontri nelle fabbriche tessili del Vesuviano per ascoltare gli imprenditori ...
"Parco, archeologia ed enogastronomia un circuito per risollevare Terzigno"
Continua il nostro viaggio sul territorio vesuviano incontrando un amico giornalista, amante della natura, del cinema, della cultura e dell’escursionismo: Francesco Servino. Allora caro Francesco, presentati soprattutto verso coloro che ancora non ti conoscono e non sanno delle tue qualità. Sono un giornalista appassionato di tutte le forme di comunicazione. Amo il bello e la natura, ed è questo il motivo per il qualelotto per il patrimonio culturale e archeologico del Parco Nazionale del Vesuvio. Ogni forma d’arte e di espressione suscita la mia attenzione. Alcuni sono a conoscenza del mio attivismo. Altri si chiederanno che senso abbia intervistarmi. Io per primo. Scherzo. Esiste ancora la figura dell’archeologo esploratore e scopritore? C’è tantissimo da scoprire, tanto da portare alla luce. Basti pensare che lo storico russo Michail Rostovcev già negli anni ’30 del secolo scorso recensisse una quarantina di ville rustiche concentrate intorno a Stabiae, a Castellammare, a Gragnano, nel suburbio di Pompei e a Scafati: oggi siamo sicuri che le ville individuate nel territorio vesuviano raggiungano il centinaio. Dello scarso interesse che si attribuiva a queste costruzioni, non si potrebbe addurre prova migliore se non la circostanza che, delle numerose individuate ed esplorate, non una sia stata lasciata in vista, eccezion fatta per Villa Regina a Boscoreale. Forse oggi ci sono pochi archeologi appassionati: sono cresciuto con l’idea dell’archeologo avventuriero ma la realtà è fatta di accademia, uffici, incontri da fissare mesi prima per non giungere comunque a niente. Certo è giusto muoversi con le dovute cautele ma d’intraprendenza ne vedo poca. Quando hai scavato tanto ogni cosa che tiri fuori, ti sembra uguale e perdi interesse per la ricerca, ma per un cittadino anche una suppellettile può essere motivo di orgoglio e il suo rinvenimento può contribuire in misura enorme allo sviluppo culturale di un paese. Il caso della villa dionisiaca di Somma Vesuviana è significativo, c’è voluta l’Università di Tokyo col professor Aoyagi per scavarla. Ed è venuto fuori qualcosa di straordinario. Se lo scavo sistematico di nuove ville è difficilissimo a Terzigno, per la conformazione del territorio, non lo è in altre zone meno colpite dalle eruzioni. Tante meraviglie giacciono sepolte: ad esempio la villa “apud Nolam” in cui è morto l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto ancora non è stata individuata. La sua scoperta sarebbe sensazionale: pensare che nel periodo fascista furono investite ingenti risorse per trovarla, considerato il suo elevato valore simbolico. E’ sepolta da qualche parte tra Ottaviano e Nola. Ville vesuviane, lo stato di degrado, verso chi puntare il dito? Verso chiunque può fare qualcosa e non lo fa. Che cosa vuol dire essere archeologo? Per me l’archeologia è studio, esplorazione. Uno studio che ho intensificato negli ultimi anni attuando ricerche, prendendo visione dei siti archeologici abbandonati e di quelli ancora da scavare e seguendo il lavoro di studiosi ed esperti del territorio vesuviano e nolano. La mia attività è prevalentemente di divulgazione. Un archeologo professionista ha il compito di portare alla luce le tracce materiali per ricostruire le civiltà e le culture del passato e farci comprendere chi siamo, quali grandi cose abbiano fatto i nostri antenati. Le problematiche di Pompei e Terzigno dopo sono figlie dei tagli del Ministero dei Beni Culturali che hanno proprio ucciso il settore dell’archeologia. Credo che mai come ora il problema di Pompei sia il dover impiegare i tanti soldi messi a disposizione per la tutela e la valorizzazione degli Scavi, ma prima di tutto andrebbero potenziate le infrastrutture perché il turismo è, mordi e fuggi. Mordi e fuggi perché il patrimonio dell’area vesuviana non è adeguatamente valorizzato. Cava Ranieri sarebbe l’attrattore turistico più importante dopo Pompei: quella che manca è una visione organica di sviluppo, d’insieme, ad esempio andrebbe migliorato il sistema di trasporti e viario ed elaborata l’offerta turistica. Se il lavoro sulla filiera fosse iniziato anni fa, il percorso che dalle civiltà del Sarno conduce a Pompei sarebbe tra i più interessanti al mondo, una sorta di cammino di Santiago. A Terzigno si minacciano querele perfino sul nome da dare all’ex macello che dovrebbe accogliere i reperti, figuriamoci da dove si parte: per impedire il crollo della tettoia su Villa 1, due anni fa, bastavano mille euro. Non è stato fatto nulla. Ben poco cambierà fin quando la politica non si affiderà alle risorse eccellenti del territorio senza fare discriminazioni: se espressioni come ”a chi appartieni” e “ 'a ro' vieni” conteranno ancora più delle azioni, delle capacità intellettive e del buon senso non ci sarà mai un’evoluzione. Occorre tanta ma proprio tanta apertura mentale da parte di tutti e darefiducia alle persone che meritano. Un patrimonio sepolto che preclude anche a una crescita economica e culturale del paese? Chiaro, è l’occasione più seria di sviluppo in un paese in cui l’imprenditoria è in crisi.Il circuito integrato Parco Vesuvio, Parco Archeologico e aziende enogastronomiche sono l’ancora di salvezza per Terzigno. Da quando vivo qui, parlo di turismo ma mi hanno sempre risposto che non bisogna ragionare sulle utopie. Ora si segue questa direzione. Sei anni fa proponevo già un itinerario terzignese sulle pagine di Terra e mi occupavo con l’Università di progetti per il reintegro delle specie animali autoctone per creare un nuovo attrattore culturale: mi supportavano unicamente le riviste specializzate in agricoltura e zootecnia. Terzigno ha tantissimo da offrire: forse il presidente del Parco Vesuvio non lo sa, io sì perché ho avuto l’ardire di percorrerlo più volte, ma dalla pineta c’è un sentiero che porta fino alla Valle dell’Inferno.Terzigno ha la più grossa fetta di Parco Nazionale del Vesuvio dopo Ottaviano. Che cosa vuol dire? Che qui va piazzata almeno una struttura ricettiva, che va migliorata la sentieristica, che c’è spazio per tanti progetti sull’ambiente. Si potrebbe, ad esempio, creare una struttura per il ricovero e l’accoglienza della fauna del Parco: bambini, adulti e scuole verrebbero a visitarla. Io avanzerei l’idea di un gemellaggio con Breslavia, capitale europea della cultura nella quale ho avuto la fortuna di vivere: apprendiamo come abbia fatto un paese povero, devastato dalla guerra e dilaniato dai regimi a divenire il gioiello che è ora. Mi fa sempre piacere scrivere queste cose perché so che i politici mi seguono con attenzione e “prendono spunto”: l’ultima interrogazione presentata su Cava Ranieri è un copia-incolla della mia petizione. Per me l’importante è che la politica faccia. Poi io a livello comunicativo, d’idee e come mediatore sono disponibile a dare il mio contributo. Lo sono sempre stato. Peccato per chi non l’ha capito. I cittadini come potrebbero tutelare questo patrimonio? Il patrimonio di Cava Ranieri va affidato ai cittadini perchè appartiene a loro: potrebbero badare a tenere pulito e curato il parco archeologico, segnalare problemi di varia natura, organizzare attività conoscitive, rassegne che coniughino arte, cultura e tradizioni, ovviamente dopo adeguati corsi di formazione. Scripta manent, il primo a mettersi a disposizione gratuitamente sarei io. Ci sono numerosissimi esempi di beni tutelati dalla collettività. Magari in questo modo aumenterebbe il rispetto per il proprio paese e si porrebbe un freno alla piaga dell’inquinamento che proprio nel quadrilatero di vie in cui ricade Cava Ranieri raggiunge picchi stratosferici. Il recupero della Cava è di vitale importanza per il paese: tutelarla significa tutelare se stessi.
San Giuseppe Vesuviano, lo sport in piazza
Il Comune di San Giuseppe Vesuviano continua a investire su scuola, cultura, sport e salute, ospitando e patrocinando, questa volta, la manifestazione promossa dal CONI e dal MIUR – Ufficio Scolastico Regionale Campania, che farà tappa domani 27 aprile, dalle ore 9:00 alle ore 13:00, in piazza Elena d'Aosta. La manifestazione, rivolta in particolare alle scuole di ogni ordine e grado, ha una doppia valenza: portare la scuola “in strada” per testimoniare le molteplici attività di laboratorio svolte all'interno delle aule scolastiche e riaffermare lo sport come uno dei percorsi privilegiati attraverso cui oggi si può fare educazione e formazione. L'evento, difatti, darà la possibilità agli studenti delle scuole del territorio, insieme ai cittadini di ogni età che vorranno partecipare, di trascorrere la mattinata all'insegna dello sport, dell'informazione, del divertimento e della prevenzione medica. In piazza Elena d'Aosta saranno allestiti i “villaggi itineranti delle attività motorie” per la pratica di diverse discipline sportive, tra cui arti marziali, tennis, tiro a segno, pugilato, subbuteo, pesistica, calcio, danza moderna. Le attività sportive presenti all’interno dei villaggi saranno coordinate da docenti di educazione fisica, tecnici, maestri federali e da esperti di settore. Sarà possibile, inoltre, accedere ai villaggi della salute, aree destinate alla prevenzione ed alla consulenza in ordine alle patologie tiroidee, dermatologiche e pediatriche, dove saranno effettuati esami spirometrici e saranno fornite informazioni in ordine alle problematiche più frequenti relative alla medicina dello sport.
San Giuseppe si appresta ad omaggiare sua "maestà" la zeppola
La quattordicesima edizione si terrà sabato 30 aprile e domenica 1 maggio .Fervono i preparativi per la 14a “Sagra della Zeppola”. L'evento ritorna, come ogni anno, in piazza Elena d'Aosta. Sabato 30 aprile e domenica 1 maggio 2016, le pasticcerie di San Giuseppe Vesuviano, patrocinate dal Comune, riproporranno la gustosa tradizione culinaria preparando grandi quantità del tipico dolce cittadino. La sagra, come ogni anno, costituirà un momento significativo ed importante sia per le pasticcerie del territorio, che avranno occasione di promuovere i pregevoli prodotti dolciari, sia per quanti parteciperanno popolando piazza Elena d'Aosta.
Rosalba Boccia:"con Auricchio ero isolata, con Ranieri facciamo gruppo"
Continua il nostro viaggio sul territorio e incontriamo oggi l’assessore Rosalba Boccia, coniugata e madre di due bambini. Una donna curiosa che ascolta musica e con una certa passione per il buon cibo. Allora assessore che cosa significa amministrare il tuo paese? Sicuramente un onere e onore. E’ un impegno che credo nella possibilità e nella necessità di contribuire al cambiamento di una città che mi ha visto nascere e crescere. Amministrare il proprio paese significa prima di tutto conoscerne le esigenze che io stessa vivo da cittadina. In un momento politico così complesso come quello che viviamo, dove tagli e imprevisti sono all’ordine del giorno, richiede una gestione attenta ai bilanci soprattutto attraverso scelte che non precludano lo sviluppo e che non perda di vista le fasce più deboli come i giovani e gli anziani. Inoltre dobbiamo predisporre il nostro paese anche alla possibilità di crescita sia economica sia sociale avendo una visione d’insieme in cui i bisogni delle singole categorie non limitino lo sviluppo collettivo. Lo faccio per la tanta gente che attraverso il voto ha riposto in me una speranza di cambiamento. Il mio impegno è far sì che i nostri figli non vadano via per mancanza di opportunità. Rosalba Boccia a chi deve dire grazie dopo il 14 giugno? A tutte quelle persone che mi hanno sostenuto e che hanno creduto in me, alla mia famiglia, a mio marito che mi aiuta a gestire la famiglia in un ruolo complesso come quello di madre, moglie, lavoratrice e politico. Un grazie va sicuramente a loro. Non da ultimo al sindaco che ha riposto in me la fiducia assegnandomi deleghe impegnative.Che cosa rappresenta Terzigno per te? E’ la mia casa, il posto, dove sono andata a scuola, i miei ricordi più belli e felici dell’infanzia sono collegati a ogni pietra, ogni stradina, ogni angolo o scorcio di questo paese. Rappresenta tutta la mia vita nel bene e nel male, anche quando mi sposto, Terzigno resta sempre la mia unica casa. Le deleghe ricevute sono di primissimo piano, quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine? Sicuramente investire nella delega che dal mio punto di vista è quella più “sentita” ovvero le politiche giovanili, poi sicuramente ci sono l’area PIP e la regolamentazione del mercato, che daranno una spinta all’economia del paese.Particolare attenzione è rivolta anche allo sport, infatti, grazie alla collaborazione con il CONI abbiamo intrapreso diverse iniziative, sicuramente la più importante è stata quella di garantire a più di cinquanta famiglie bisognose la possibilità di accedere auna disciplina sportiva in modo gratuito. Non da meno è l’attenzione dedicata alle politiche agricole, poiché insieme al comune di San Giuseppe Vesuviano stiamo lavorando alla costituzione del GAL. Ci sarebbe da dire, ma forse la risposta è sentiamoci tra un anno e valutiamo quello che sono riuscita a fare e cosa posso ancora dare per questo paese. Noi ce la stiamo mettendo tutta.Non ha certo ereditato un bel patrimonio, da dove bisogna ripartire? Noi stiamo spingendo a mano una macchina amministrativa senza carburante. La situazione nazionale di certo non permette lo sforo della legge di stabilità, ma ci rendiamo conto che non siamo da soli, i cittadini ci sostengono anche partecipando in modo attivo alla rinascita del paese mediante la realizzazione di manifestazioni e momenti di aggregazione. Si sente una nuova aria e Terzigno, anche se a piccoli passi stiamo ripartendo. Terzigno si aspetta un cambiamento, una trasformazione che allo stato attuale ancora non è avvenuta, colpa tutta della passata amministrazione? Le trasformazioni delle città non sono così repentine come uno spera. Noi siamo partiti da una situazione non semplice, lo sapevamo, abbiamo le capacità e la voglia per riuscire a cambiare questo paese. Lei è stata assessore con Auricchio e ora è ripartita con Ranieri, quali differenze e il perché della scelta di condividere il progetto del cambiamento? Due stili completamente diversi di gestire la cosa pubblica. Con Auricchio mi sentivo sola, ho amministrato per meno di un anno e a fine mandato. Con Ranieri abbiamo condiviso un progetto a origine, insomma siamo un gruppo compatto che si è prefissato degli obiettivi e che ogni giorno collabora per realizzarli. Oggi mi sento più nel mio ruolo che qualche anno fa, lo ammetto. Credo che questo si veda anche dall’esterno e dal numero delle iniziative intraprese in questo percorso amministrativo. Il nostro paese non ha un teatro, un cinema, né tantomeno luoghi di aggregazione, l’amministrazione cosa sta pensando e cosa intende fare? Come le dicevo prima cambiare, modificare una città non è cosa da poco. Ci sono tanti, troppi progetti arenati, vuoi per mancanza di fondi, vuoi per una burocrazia che in una zona come quella del Parco Vesuvio pesa sulla gestione, vuoi per tutta una serie di circostanze che hanno a che fare anche con amministrazioni precedenti che creano la situazione attuale. Una delle prime opere completate è sicuramente l’area ex macello ed è nostro interesse trovare una gestione efficiente che non pesi sulle casse comunali. Abbiamo avviato le procedure per sbloccare il palazzetto dello sport in località Boccia al Mauro e dello stadio comunale. Con i soldi delle compensazioni ambientali, contiamo di realizzare la bonifica dell’area adiacente alle scuole medie, realizzandovi un anfiteatro. Questione stadio. Sarà un domani un campo da calcio o potrebbe essere un anfiteatro all’aperto e si risolvono diverse problematiche, spostando tutto su una zona periferica e facendo vivere un’altra parte del paese? Sicuramente una struttura come quella non può e non deve essere relegata a una sola funzione, ovviamente nei limiti della tollerabilità della struttura stessa, cose che non deturpino la sua natura, insomma. L’assenza dei parchi giochi o un’area verde fattibile per i bambini, o recuperare delle zone esistenti è nel programma di quest’amministrazione? Non crede che siano delle priorità per la popolazione? Sicuramente sì e fanno parte del piano comunale. Alcuni dei terreni individuati dal PUC sono ancora di proprietà privata. Un esproprio per pubblica utilità o una gestione pubblico/privata non è cosa semplice e immediata ma non è una delle tante direzioni in cui non stiamo guardando. Come mi vedo da qui ai prossimi cinque anni? Sicuramente ancora mamma, moglie e politico, ma spero in una Terzigno migliore.
Miranda:"sempre meno giovani si avvicinano alla politica"
Gli incontri quindicinali continuano sul territorio vesuviano e incontriamo Gaetano Miranda, segretario PD della sezione di Terzigno. Un giovane che ama lo sport, in particolare il calcio e che ha una forte attrazione verso il mondo della politica. Iniziamo subito: Qual è il tuo rapporto con la politica? "Nonostante me rappresenti un hobby, il mio rapporto con lei è viscerale. La passione è forte, tengo parecchio a quello che faccio, e di recente sto, con un nutrito gruppo di amici, cercando di dare un respiro più ampio alla nostra azione". Per ben governare una squadra amministrativa da chi dovrebbe essere composta? "Diciamo che amministrare un paese non è mai facile, ancor di più se si parla di un paese come Terzigno che presenta tante criticità; ma penso che la parola “chiave” quando s’immagina una squadra di governo sia COMPETENZA, non immagini quindi persone ma capacità e conoscenze da mettere al servizio del nostro paese". Descrivimi la Terzigno dell’era Auricchio e la Terzigno della nuova amministrazione Ranieri. "L'era Auricchio è stata, credo, una delle peggiori in assoluto, perlomeno una delle peggiori di cui io abbia memoria, e penso che tutti la ricordino per le stesse cose: tasse, discarica e assenza di servizi offerti alla cittadinanza.
Per quanto riguarda l'era Ranieri credo sia difficile tracciare una linea di confine ben definita, e ciò perché questa nuova amministrazione governa da poco, da neanche un anno, e ha ricevuto una pesante eredità. Credo che un bilancio più accurato del suo lavoro si possa fare a metà mandato".
La tua posizione politica? "Segretario del PD Terzigno e vice-segretario provinciale GD". In campagna elettorale c’è stato un po’ di confusione poi alla fine avete appoggiato il candidato sindaco Aquino, che cosa era successo? "In quel frangente ci sono state delle divergenze sul modus operandi da adottare per affrontare la scorsa tornata elettorale". Da cittadino come vedi Terzigno e qual è a tuo vedere il futuro della cittadina vesuviana? "Oggi Terzigno è un paese in forte difficoltà, che non riesce a sfruttare e a valorizzare le proprie risorse tanto meno riesce a offrire servizi efficienti ai propri cittadini, purtroppo sembra non riuscire a uscire da questo pantano. In prospettiva futura è difficile fare previsioni, certo che se si continua su questa falsa riga, non potranno che essere fosche". Forum dei Giovani, che ne pensi di questo gruppo? "Sono molto bravi e hanno lavorato molto bene per essere in carica da solo un anno hanno fatto davvero tanto, ad esempio quest'estate hanno organizzato una serie di eventi che hanno fatto sì che Terzigno diventasse luogo d’incontro e ritrovo di molti ragazzi, non solo di Terzigno, diverse giornate della prevenzione, vari eventi sportivi, sostenuto la campagna ' io lo faccio', si sono occupati perfino della questione liceo". Il rapporto dei giovani verso la politica. "Purtroppo è sempre un rapporto molto difficile, è difficile far avvicinare i giovani alla politica, sono sempre molto diffidenti, la percepiscono sempre come una cosa lontana dalle loro vite o come una cosa sporca, purtroppo nel loro rapporto con la politica viene prepotentemente fuori quella che è la crisi dei partiti e della democrazia rappresentativa". Quali sono secondo te, i tre problemi principali che devono essere affrontati nel nostro territorio? "Secondo me non sono enumerabili, perché sono davvero tanti; ma pensando ai problemi del paese In primis mi viene sempre in mente quello della bonifica del territorio, ci sono ancora troppi versamenti abusivi, la mancanza di un presidio sanitario, la viabilità è indecente lo stato in cui versa le nostre strade, poi il problema liceo, il pessimo stato in cui versa la pineta etc." Traccia, la tua mappa degli sprechi nel comune vesuviano? "A parte di tanti sprechi di natura economia credo che lo spreco più grande sia quello della mancata valorizzazione delle energie migliori di questo paese, ci sono troppi miei coetanei in gamba che sono costretti ad andare via dal nostro paese per il bassissimo livello di vivibilità, per la mancanza di strutture che offrano un'adeguata istruzione, per la mancanza di luoghi di ritrovo e confronto. A questo direi che si possa aggiungere il mancato sfruttamento di quelle che potrebbero essere vere e proprie risorse come la pineta o i reperti archeologici rinvenuti su tutto il territorio". Il domani di Gaetano Miranda quale sarà? "Il mio domani è ancora '' in fase di costruzione '', ma le idee e gli obiettivi da perseguire sono tanti". Il tuo sogno nel cassetto? "Sogno sicuramente una Terzigno migliore, in cui poter vivere tranquillamente con la mia famiglia". Ringraziando il segretario Miranda gli fissiamo appuntamento ai prossimi eventi organizzati nel comune di Terzigno.
Il Parco del Vesuvio e lo spirito ambientalista che non c'è!
Il 5 giugno 1995 a tutela di uno dei più importanti vulcani presenti in Europa fu istituito il Parco Nazionale del Vesuvio. Furono presentati progetti di rilievo per preservare le bellezze presenti nell’area indicata, bellezze di natura storica, geologica e biologica. Questa enorme distesa di verde ospitava ben 612 specie vegetali e 227 specie animali. Terzigno poi, è uno dei comuni su cui si sviluppa l’intero Parco. Da studi fatti, nel parco dovrebbero essere presenti (condizionale d’obbligo e poi capirete il perché) endemismi come il lichene Stereocaulon vesuvianum che si stabilisce sulle lave raffreddate. Questa rarità colora di grigio le lave facendogli assumere riflessi argentati visibili durante le notti di luna piena. Sulle colate più antiche sono presenti la valeriana rossa, l’artemisia e l’elicriso.La fauna è formata da mammiferi come la volpe, la donnola, la lepre, il moscardino e il topo quercino, e da uccelli come la poiana, il gheppio, il falco di palude, il gruccione e lo sparviero. Questi sono solo alcune di specie presenti sul versante vesuviano. Quella che preme prettamente allo scrittore è la zona, denominata: la Pineta di Terzigno. Un sentiero posto a quota 245 m s.l.m., sul versante del Monte Somma, ha una lunghezza di 1.200 metri e si sviluppa in un bosco di Pinus pinea su lave di epoca storica. Sentieri da preservare, sentieri che se curati portino turisti per poterli far percorrere quegli itinerari tanti cari al C.A.I. Sarà per debolezza lavorativa, ma la montagna bisogna amarla, così come bisogna amara la propria terra. Ricordo perfettamente i primi periodi dalla costituzione del Parco, la rigidità e il controllo che gli operatori del Corpo Forestale e non, eseguivano in quelle zone. Fu realizzato per le persone con disabilità motoria un camminamento di legno che presentava punti di sosta attrezzati e furono create aree per manovrare la carrozzina, oggi tutto questo non esiste più, non esiste più per mancanza di amore da parte dell’uomo, furono rubate e/o incendiate quei tratti di legno, furono rubati anche i chiodi. Furono costruite per persone con disabilità visiva, gli ipovedenti e i sordo ciechi, un camminamento delimitato da una staccionata con corrimano in corda lungo il quale è stato inserito sfere di legno o nodi che davano indicazione della presenza di un cartello informativo. Le corde statiche furono rubate dopo poco tempo, che vergogna! C’era un cartello sul quale c’era scritto “Per far vivere un’emozione in natura” fu realizzato un giardino dei colori e dei profumi con specie della macchia a ginestra. Per supportare l’integrazione sociale fu realizzato in adiacenza a un’area gioco attrezzata. Oggi, quel che resta dell’area attrezzata per i bambini, dove sempre l’uomo cerca di rubare tutto ciò che può. A nulla serve che sono state installate dalla nuova amministrazione delle telecamere per combattere il sacchetto selvaggio, nel caso della Piana Tonda diversi sacchi di scarti tessili sono stati versati. A nulla vale l’ottimo lavoro dei caschi bianchi che con controlli frequenti sono presenti nell’area, l’uomo cerca sempre di essere intelligente, come se non appartenesse tutto ciò. Non valgono più gli appelli, non serve nulla se quella pineta che tutti ci invidiano diventa di sera il luogo ideale della movida terzignese per mangiare pizza e bere birra, a nulla vale che sono stati installati diversi contenitori per la raccolta della spazzatura. L’uomo non vuole cambiare, non accetta il cambiamento, non vuole che possiamo avere verde, un verde che tutti ci invidiano e allora cosa resta da fare? Non so, ma adesso mi rivolgo a tutte quelle persone che amano come me il nostro paese, la natura e hanno ancora un briciolo di civiltà. Denunciamo il tutto, con foto e con segnalazioni alle autorità competenti, la pineta è nostra, il parco è nostro e non di questi incivili.
"Faccio politica per passione ma sogno un'azienda vinicola"
Il nostro viaggio sul territorio vesuviano continua. Facciamo una lunga chiacchierata con il consigliere di minoranza Concetta Ambrosio, conosciuta da tutti come Tina, eletta nel partito di Forza Italia con 226 voti. All’età di ventiquattro anni ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza all’Università di Napoli “Federico II”, e in seguito ha frequentato un Master di II livello all’Università di Roma “Tor Vergata” specializzandosi in Diritto Tributario. Nubile e con la passione per i viaggi, la sua città preferita è New York. Tra i suoi hobbies preferiti la lettura e la fotografia. Allora avvocato partiamo subito:
Donna e politica, un binomio che stenta a decollare nell’Italia meridionale, perché? "La difficoltà del decollo del binomio donna-politica nasce da una serie di ragioni; innanzitutto risiede nella mentalità ancora molto radicata nell’Italia meridionale che la donna debba essere relegata al solo ruolo di madre e casalinga. Come giovane donna libera professionista, ho dovuto spesso confrontarmi con una reale diffidenza degli altri nel dimostrare di avere competenze anche in campi relegati in genere agli uomini. E’ vero anche che la difficoltà delle donne di valore di farsi apprezzare, dipende anche da una società che oggi non valorizza il merito, ma troppo spesso, la segnalazione di turno, tanto da aver ingenerato una convinzione comune che l’impegno non è apprezzato ed è più facile raggiungere gli obiettivi attraverso la rete del clientelismo. Troppo spesso si è portati a credere che le donne ricoprano qualche carica per effetto riflesso degli uomini che le hanno scelte". Perché l’avvocato Tina Ambrosio è scesa in campo? "Il mio impegno politico vuole essere una testimonianza di chi, con serietà e impegno crede che si possa invertire quest’atavica mentalità di relegare alle donne ruoli minori e dimostrare anzi, che le donne spesso, oltre a presentarsi molto preparate sulle questioni cui s’interessano, hanno un radicato senso del dovere e del rispetto delle istituzioni, oltre ad avere delle capacità organizzative notevoli, considerata la necessità, di dover essere oltre che lavoratrici, professionisti, anche mogli, compagne e madri. Ho tante idee e tanti progetti che vorrei realizzare per la mia città, spinta dal fatto che oggi più che mai la politica, affetta com’è da “andro-gerontocrazia”, ha bisogno di rinnovarsi: ha bisogno che sempre più giovani e più donne consapevoli si avvicinino a essa. Guardo alla politica con il senso della “polis”, inteso come spazio comune dove si confrontano e si costruiscono strategie per il futuro: spero vivamente di dare un contributo forte alla mia città e ai miei concittadini." Come ti dividi fra vita privata e politica? "Vivendo intensamente, ho modo di dedicare tanto anche ai miei familiari, che restano il mio motore di energia e il mio impulso". Nei banchi dell’opposizione ci sono due donne, ci si fa guerra o si stringe alleanza per il bene del paese? "Nei banchi dell’opposizione siedono anche uomini, e alcuna differenza vi è tra le comuni intese che sempre si trovano nell’interesse della città, sia si sono uomini, sia si sono donne." Quali sono le tue “battaglie” che adesso stai portando avanti? "In questo periodo mi sto battendo per temi a me molto cari come la violenza sulle donne; sono stata promotrice di uno sportello anti-violenza per il quale a brevissimo organizzerò un convegno informativo, e per il progetto “Amore Inviolato”, che porterà nelle scuole della cittadina terzignese temi che andranno dall’omofobia al bullismo, passando per le discriminazioni inerenti ad alcune forme di disabilità (autismo, dislessia, sindrome di Down) e fino alla violenza sulle donne. Una delle mie priorità è l’economia del paese, che ritengo il fulcro dell’evoluzione e del miglioramento dello stesso, per cui mi sto battendo per l’organizzazione del nuovo mercato-settimanale nell’area dismessa da Ferrovie dello Stato, area già ottenuta in locazione con contratto di locazione dall’Amministrazione Pagano. Ho diffidato inoltre più volte l’amministrazione di maggioranza a evitare i controlli a tappeto della GESET, i cui operatori, pur avendo a disposizione strumenti alternativi, si stanno adoperando con metri-laser, per rilevare le misure". La politica per una donna è una scelta di vita, cosa speri che si possa cambiare nel nostro paese? "La politica può arrivare a togliere aria e spazio alla vita privata. E quando le donne la scelgono, non rinunciando a essere compagne, madri, mogli e a essere inserite nella quotidianità, lo fanno sapendo che è una scelta difficile, fatta di rinunce, di tempo rubato ai figli, di notti in bianco per recuperare il tempo che di giorno manca. Con la consapevolezza di dover superare i pregiudizi e dovendo purtroppo essere mediamente più brave di un uomo nello stesso incarico di responsabilità. È ora che l’Italia riparti contando sull’esperienza di uomini e di donne di spessore, che hanno dimostrato onestà politica nel fare politica e da quanti hanno idee e voglia di fare". Nel panorama nazionale a chi t’ispiri? "Non ho nessun ideale in particolare nel panorama nazionale; apprezzo la capacità di fare politica di alcune donne, le capacità imprenditoriali di altre e l’impegno sociale di tantissime altre donne. Stimo altresì la capacità di mamme e mogli impegnate attivamente in politica e nelle professioni". Come giudichi l’operato delle tue colleghe di maggioranza che hanno degli assessorati di rilievo? "Ho avuto modo di condividere qualche progetto con un assessore donna, con la quale sono in aperto dialogo; conosco in maniera piuttosto marginale le altre". Che cosa vorrà fare “domani” l’avv. Ambrosio? "Politicamente impegnandomi affinché siano rimossi gli ostacoli a qualsiasi realizzazione professionale delle donne, facendo in modo che le giovani donne che verranno dopo di me avranno come riconosciuto dei diritti che oggi sono ancora delle speranze. Personalmente, spero di realizzare tutti i miei desideri di donna". La costituzione del nuovo partito politico “ Terzigno verso il futuro” che obiettivi ha? “Terzigno verso il Futuro” è un gruppo, nato dalla volontà di partecipare più attivamente alla politica del paese, e che ha interesse di coinvolgere tutti e di essere interlocutore “privilegiato” per accogliere le richieste della cittadinanza terzignese". Il tuo sogno nel cassetto? "Avviare un’azienda vinicola, così da valorizzare il vino prodotto dall’uva terzignese e portarlo ad altissimi livelli, fondendo innovazione e tradizione, perché la mia famiglia, produce vino da diverse generazioni, seppur non destinato al commercio. Mi batterò per la bonifica di tutti i terreni inquinati terzignesi". Il tuo rapporto con i cittadini? "Ottimo. Sento fortemente la loro stima e sento quotidianamente che mi sono vicini, perché come me sentono la necessità di un cambiamento". Ringrazio di cuore l’avvocato per il tempo concesso con la promessa che in futuro faremo un punto di situazione su ciò che è stato fatto e sugli obiettivi futuri. L’avvocato ci lascia con una frase rappresentativa di Oscar Wilde “la crescente influenza delle donne é, l’unica cosa rassicurante nella nostra vita politica”.
Parco del Vesuvio, cambio al vertice Casillo subentra a Leone
Agostino Casillo è il nuovo presidente del Parco Nazionale del Vesuvio.Sarà quindi il giovane manager sangiuseppese a sostituire il prof. Ugo Leone, commissario dell’Ente Parco dal lontano dicembre del 2013. Chi è Agostino Casillo? Proviene dalla città del commercio, trentatré anni e una laurea in scienze politiche e un master in progettazione, da sempre impegnato nel campo delle energie rinnovabili. Il suo nome è stato scelto dal governatore De Luca dopo che quest’ultimo ha ascoltato il parere del capogruppo in consiglio regionale del PD, Mario Casillo. Per la nomina manca ancora qualche cavillo burocratico da ultimare, manca, infatti, la ratifica delle commissioni Ambiente della Camera e del Senato, ma il suo nome potrebbe essere annunciato ufficialmente fra qualche giorno. Continua così l’escalation per questo giovane che nella passata tornata elettorale è stato fra i principali oppositori dell’attuale primo cittadino sangiuseppese Vincenzo Catapano. Dopo l’avvenuta ufficialità si tufferà in questa nuova avventura, dove ci saranno da gestire diverse problematiche: dal rapporto con i tredici comuni che compongono il Parco, dalle esigenze rappresentate dalle associazioni per salvaguardare il turismo e dai casi spinosi dei versamenti illegali con la famosa discarica sita proprio nel Parco e soprattutto cercare di contrastare il cemento selvaggio.