Elio Germano veste i panni del Santo di Assisi in Il sogno di Francesco
Mercoledì, 05 Ottobre 2016 16:56 Scritto da Paola Gentile Pubblicato in Tempo Libero Letto 620 volte
“Il sogno di Francesco” il nuovo attesissimo film che racconta la vita e le opere del fraticello di Assisi sarà in tutte le sale a partire dal 6 ottobre, dopo l’anteprima ad Assisi, per la regia di Renaud Fely e Arnaud Louvet. A dare volto ed anima ad uno dei personaggi più rappresentativi ed enigmatici della cristianità non poteva che essere uno degli attori più talentuosi del cinema nostrano: Elio Germano assieme ad Alba Rorhwacher nei panni di Santa Chiara.
L’attore romano, non nuovo ad interpretare personaggi dotati di un mix esplosivo di carisma e personalità - non ultimo citiamo la superba interpretazione di Giacomo Leopardi - ha portato sullo schermo tutta la forza espressiva di un Francesco laico, prediligendo la figura dell’ uomo a quella del santo. Il film racconta di Francesco e dei suoi compagni, del conflitto tra sogno e realtà istituzionale, della 'Regola', cioè la vita che scelgono di condurre i frati, della sua strenua battaglia per la pace, tratteggiando il rapporto conflittuale con Elia da Cortona, uno dei primi seguaci di Francesco, con il quale condivideva la fede ma non la medesima visione che avrebbe dovuto assumere l’Ordine. Elia, profondamente distante dall’utopismo del maestro, è molto più pragmatico, realista, si rende conto che per proseguire nell’evangelizzazione c’è bisogno di una Regola mentre Francesco propendeva per vivere il vangelo, passateci il termine, in maniera quasi anarchica. Ma è proprio in questo che risiede la forza del santo, nel farsi “ultimo tra gli ultimi” per rieducare una chiesa completamente alla deriva e rosa dagli egoismi interni, reggendone il peso sulle sue fragili spalle.
«È il film più francescano mai fatto su di lui - ha commentato Germano - perché non mette al centro Francesco, ed anche lui stesso del resto non voleva passare per santo, e perché racconta l'esperienza degli altri suoi compagni, in precedenza sempre messi in ombra. Rispetto alla tradizione cinematografica, dal mio studio sul personaggio è venuto fuori un uomo che non lotta con i demoni. È, invece, un Francesco risolto che fa del suo esempio personale un modo per comunicare, mettendosi al di sotto delle cose. Per lui i poveri erano un modello da imitare, non da salvare. Francesco ha tanti fratelli e forse non sa cos’è l’amicizia. Il suo è un percorso di amore universale. I rapporti esclusivisti sono banditi” sottolinea ancora Germano, che si è detto profondamente onorato di vestire i panni del “giullare di Dio” tanto da assorbirlo fino a diventare una cosa sola con il personaggio, in un processo graduale di emulazione che sfocia in un lavoro “vibrante”».
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