La mafia uccide solo d’estate – La serie: Ridicolizza il crimine usando l’ironia
Martedì, 29 Novembre 2016 17:07 Scritto da Paola Gentile Pubblicato in Tempo Libero Letto 581 volte
La mafia uccide solo d’estate – La serie in onda su Rai Uno ogni lunedì ha sbaragliato la concorrenza facendo registrare ascolti lusinghieri.
Ispirata all’omonimo film rivelazione di Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, la fiction nasce con lo scopo di raggiungere un vasto pubblico raccontando il fenomeno mafioso attraverso il punto di vista di una normalissima famiglia siciliana: i Giammarresi; composti da padre impiegato, madre supplente, sorella rivoluzionaria femminista e figlioletto che osserva curioso il mondo nel suo evolversi.
Ben presto i quattro protagonisti - ai quali si accompagna lo zio guascone e un filo superficiale - si ritrovano, loro malgrado, ad intrecciare le proprie vite con alcuni episodi chiave della storia siciliana. L’amicizia che il piccolo Salvatore instaura con il commissario Boris Giuliano prima e con il giornalista Mario Francese poi, è la spia di una volontà ben precisa di analizzare i fatti dal focus di chi le vicende, e le relative conseguenze, non le ha vissute in prima persona ma le ha subite. Inerme.
Siamo ben lontani dalle atmosfere cupe, seriose ed a tratti lugubri alle quali la fiction nostrana ci ha abituati ogni qual volta ci si confronta con tematiche tanto importanti. Be’, in questo caso, occorre ringraziare la scrittura fresca, innovativa, veloce, salace che incarna lo stile scanzonato di Pif. L’ironica è l’arma che scardina una narrazione che altrimenti sarebbe risultata come un copia e incolla già visto. Ridicolizzando i mafiosi li si fa apparire per quello che sono, ovvero sia dei perdenti.
In La mafia uccide solo d’estate – La serie non c’è il fascino del male che si può trovare in Gomorra, non c’è spiraglio per fraternizzare con il nemico o desiderio di emulazione. Il solco in cui nasce e si sviluppa la fiction è quello tracciato anni or sono da Peppino Impastato con la sua Radio Aut. Quello che più spaventa i professionisti del crimine è la sagacia accompagnata da un cervello pensante che consente di non nasconderti ma di reagire. Con ogni mezzo a disposizione.
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