DopoFiction, un trio collaudato per una trasmissione uscita dalla naftalina

Lunedì, 13 Marzo 2017 11:20 Scritto da  Pubblicato in Tempo Libero Letto 546 volte
Per DopoFiction la Rai ha tolto dalla naftalina lo storico terzetto del primo Don Matteo: Flavio Insinna, Natalie Guettà e Nino Frassica auspicando di portare sullo schermo un programma scanzonato dove fondere curiosità legate alla fiction, facendole pelo e contropelo, con l’intrattenimento. Ma si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e, complice lo stile incensatorio e fastidiosamente retorico di Insinna unito alla pochezza degli interventi della Guettà, quello che ne esce è un’inutile ora e mezza di adulatoria auto celebrazione, tutto a vantaggio di mamma Rai. Per carità, siamo tutti debitori a mamma Rai, visto il deserto sia a livello di sceneggiatura che di prestazioni attoriali offerto dalla concorrenza generalista, ma non per questo dobbiamo essere costretti a sentircelo ripetere come un mantra. Le interazioni tra conduttore e valletta sono pressoché sterili, le interviste ai simboli della fiction nostrana talmente tanto banali da far rimpiangere quelle della Toffanin a Verissimo, gag ritrite ed anche un filo stancanti: DopoFiction è l’ennesimo progetto senza sostanza dove a ridere sono solo le voci registrate in sottofondo. E Dio solo sa se si poteva fare di più. Molto di più. Magari scopiazzando l’ottimo prodotto trasmesso qualche tempo fa da Rai Premium e condotto da Monica Leofreddi. Meno dinamico, certo, ma molto più pregno. Unica nota positiva ovviamente l’immenso Frassica con il suo stile surreale sempre al limite del nonsense, con punte di genialità come l’intervista sfumata al direttore generale della Rai Campo dall’Orto, l’entrata delle sedioline, gli sfottò a Barbara D’Urso e la parodia a XFactor. Bagliori in un cielo costellato di nubi. L’apice lo si è raggiunto con la messa in onda dell’iconica lite tra Pappalardo e Zequila a Domenica In, momento indimenticabile di una tv trash che riempie sempre il cuore di gioia prima di augurarci la buona notte e spengere definitivamente sia la tv che Insinna.