I Migliori Anni, torna lo show amarcord

Martedì, 09 Maggio 2017 11:26 Scritto da  Pubblicato in Tempo Libero Letto 533 volte
Puntuale come un soldato al cambio della guardia è tornato su Raiuno l’inossidabile evergreen de “I Migliori Anni”. Lo show in onda ogni venerdì, capitanato da Carlo Conti con la partecipazione, anche quest’anno, di Anna Tatangelo, ha portato con sé tutto l’armamentario di cui dispose: ballerini, scintillio di luci e colori, annate in lotta tra loro, ospiti vecchi e nuovi, buon’umore e tanta musica, sull’onda della scia - tanto cara agli italiani e allo stesso Conti - di crogiolarsi nel passato visto che il futuro è incerto e neanche poi tanto roseo - in Rai, di questi tempi, tira una pessima aria complice il tetto agli stipendi dei conduttori e le ingerenze della politica nostrana. Fatto sta che Carlo è tornato. Forte del successo del suo ultimo Sanremo si conferma anche in questa ottava stagione de I Migliori Anni mattatore indiscusso di ascolti e di programmi collaudati che, se da un lato gli consentono di maneggiare con abilità meccanismi oliati alla perfezione, dall’altro lo fanno inciampare nella solita solfa spiattellata in due ore e mezzo di programma. Lo spazio riservato ai “Noi che…” è puro amarcord, carico di quella sottile e neppure tanto velata vena di malinconia che assale chiunque si ritrovi a pensare ai bei tempi andati senza la nostalgia per una millantata perfezione che poi non corrisponde a verità. Se l’obiettivo era cavalcare l’onda delle rimembranze si poteva mandare in onda Techetecheté, ormai un cult della programmazione estiva, abile ed infimo nel lanciare spezzoni d’antan per poi interromperli sul più bello passando a tutt’altro, senza seguire un filo logico che è la stessa sensazione che si ha guardando la trasmissione di Conti. La Tatangelo è stata rilegata, anche in questa occasione, al ruolo di valletta semi-parlante, privandola dei suoi momenti di canto e ballo con i quali ci aveva deliziato lo scorso anno. Ma si sa, Conti predilige una conduzione asciutta e tendenzialmente in solitaria anche se quelle poche volte in cui si trova a confrontarsi con compagne di viaggio di un certo peso specifico - vedi la Maria nazionale o la Incontrada - ridimensiona di colpo l’ego baudiano di cui è forgiato dimostrando a se stesso ed a noi telespettatori di essere capace di gesti di generosità televisiva. Ad ogni modo che ci piaccia oppure no, I Migliori Anni continuerà a farci compagnia per molto tempo, perché si sa: programma che sbanca gli ascolti non si cambia. E poco importa se qualcuno di noi gradirebbe una ventata di novità.