Evviva Terzigno! Di solito si concludono così i discorsi in politichese più o meno masticato male da parte degli aspiranti candidati ad un posto nell’amministrazione terzignese. Voci nazionaliste e patriottiche si sovrappongono tra di loro, promesse su promesse si accavallano, manco fossimo tutti improvvisamente catapultati nel mondo dei sogni facilmente realizzabili. E poi? Tutto falso, tutto rimandato, tutto troppo tremendamente difficile da portare a termine. Ma proprio mentre il sogno sembra svanire, ecco il colpo di genio, la mossa che non ti aspettavi: Terzigno avrà il suo Liceo Linguistico. Bellissimo, fantastico, evviva Terzigno! Ma poi ci si ferma a pensare, ci si sveglia dal sonno e la realtà, purtroppo, è tremendamente diversa. Il Liceo si fa. Sì, ma dove? Lì, sempre lì, lì nel fosso, direbbe Ligabue. Perché la verità è che Terzigno aspetta ormai da più di un decennio la costruzione del suo Liceo, quello in cui gli studenti potrebbero dire di poter studiare in strutture adeguate o perlomeno dignitose. Il discorso non è campato in aria, l’area destinata alla costruzione dell’edificio era già stata assegnata, era quella retrostante l’attuale Scuola Media Giusti, proprio quella che oggigiorno è diventata un vero e proprio parco dell’amore con tanto di illuminazione soffusa e riservatezza assicurata. E poi? Stessa risposta: tutto falso, tutto rimandato, tutto troppo tremendamente difficile da portare a termine. Colpa della regione, colpa della provincia, colpa di chi ci ha creduto.
Gli studenti del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane ‘A. Diaz ’ sono costretti a studiare in un sottoscala, in un edificio quasi fatiscente, adoperato come Liceo solo per esigenze di rendiconto, costretti a fare continue rotazioni per mancanza di strutture e classi, e a dover sopportare di completare la loro formazione nella maniera peggiore possibile, nonostante la presenza di professori e addetti ai servizi altamente qualificati.
Quindi che si fa? Si costruisce il nuovo Liceo, cioè il vero Liceo? No, si dà vita al Liceo Linguistico, presentato in pompa magna dall’amministrazione come la panacea a tutti i mali della cittadella vesuviana. Scelta molto particolare, ma che non sorprende e che lascia interdetti molti cittadini. C’è chi scappa in strutture migliori, chi sale su un treno tutte le mattine pur di assicurarsi un futuro migliore, chi semplicemente non ha voglia di accontentarsi di una cultura trasmessa in un sottoscala. Terzigno non merita di farsi sfuggire le sue menti migliori e di sicuro i giovani dovrebbero essere incentivati ad adoperarsi per portare in alto il nome del paese con i mezzi adatti. Il Liceo Linguistico di solito ha bisogno di aule specializzate e digitali e strutture all’avanguardia, non solo di essere istituito su carta. Forse ha ragione l’amministrazione, forse hanno ragione i ragazzi di oggi, che lottano per i loro diritti, quelli di ieri, ormai diventati adulti, ad essere accomunati in un unico grido di indignazione. La risposta spetta ad altri.
Nel frattempo continua il ritornello: evviva Terzigno!