Da Fiuggi a Montecarlo, la caduta dell'eterno erede

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La formula dovrebbe recitare: vent’anni e non sentirli, ma in questo caso non è così.

Vent’anni son passati da quando la fiamma del Movimento Sociale Italiano fu ridotta in numero di pixel e inserita in una nuova casa dai contorni biancazzurri, vent’anni son passati da quando Gianfranco Fini si imponeva come nuovo leader della Destra italiana. Cosa rimane dopo vent’anni? Beh, di sicuro non rimane più l’artefice della famigerata svolta di Fiuggi, quel Fini prima citato, la cui fama di seduttore di seduttrici ha superato di gran lunga quella di politico. Torna a parlare Mister Tulliani e lo fa dopo la casa di Montecarlo, dopo lo strappo con Berlusconi, l’accordo con Monti, il declino lento ed inarrestabile, e poi la caduta troppo poco rumorosa, troppo poco inaspettata per chi aveva visto in lui l’erede designato di un grande figlio d’Italia come Giorgio Almirante. Parla di destra, di come a Fiuggi nel 1995 c’era aria nuova, aria da grandi imprese, di sogni belli, difficili, ma realizzabili, di come il passo doloroso fosse necessario. Si sofferma su alcuni passi salienti di quel suo discorso, ormai divenuto storia, come quelli in cui faceva riferimento all’uscita dalla casa del ‘padre’, al rinnegamento di valori fondanti sui quali si basava il vecchio (così sembrava) M.S.I., alla decisione di deporre le armi, quando il vento sembrava finalmente soffiare dalla sua parte. Scelta obbligato per un paese che abbia una politica fondata sul bipolarismo dice lui, forse fu più una scelta affrettata dettata dalla voglia di diventare un nuovo erede, questa volta non di un capo di partito, ma di quello che sembrava essere l’uomo che catalizzava sogni, speranze e passioni della stragrande maggioranza del Paese, quel Berlusconi contro il quale poi punterà il dito, che poi gli si ritorcerà contro grazie al salvataggio in extremis compiuto dalla coppia da sogno Razzi – Scilipoti. Parla con la voce stanca di chi ne ha vissute molte e sa che di occasioni per lui non ce ne saranno più. Parla abbassando lo sguardo perché sa che gli errori si pagano, che non sono stati i figli a lasciare la casa del padre, ma è il padre ad aver lasciato soli i figli, mentre in Europa Marine Le Pen crea il mito della Destra anti – Troika e la fiamma brucia tutte le paure che da sempre si era portata con sé. Parla da sconfitto, a volte senza accorgersene. Parla dopo vent’anni e nessuno lo ascolta più: dal Fini-mondo al Fini-to per sempre, il passo è stato breve, ma inesorabile.

Ultima modifica il Giovedì, 29 Gennaio 2015 09:39